Le autorità di Breggia e Castel San Piero hanno ricevuto il label dell’Associazione Perla d'acqua. Preso l’impegno di proteggere il fiume
L’orgoglio è tanto. E le genti che vivono lì dove scorre la Breggia non lo nascondono di certo. Il ‘loro’ fiume, del resto, appartiene a una ‘categoria superiore’. E oggi c’è anche un riconoscimento che lo certifica. Il corso d’acqua, lungo 57 chilometri del suo percorso – dal confine di Erbonne sino all’inizio delle gole, inclusa parte dei suoi affluenti –, è infatti il quinto in Svizzera e il primo in Ticino a ricevere il label di qualità Perla d’Acqua PLUS.
Dopo un processo durato tredici mesi, sabato mattina nella cornice del Mulino del Ghitello – nel Parco delle Gole della Breggia –, davanti a un parterre di tutto rispetto – a cominciare dal consigliere di Stato Norman Gobbi – Gabriele Aebli, dell’Associazione Perla d’acqua, e Kurt Schmid, fondatore del progetto, hanno consegnato in veste ufficiale il marchio nelle mani del sindaco di Breggia Stefano Coduri e del vice sindaco di Castel San Pietro Paolo Prada. Toccherà infatti alle autorità locali adesso custodire la Breggia: l’impegno per i prossimi 5 anni è preso.
E le idee, del resto, sono già chiare, frutto di un approccio partecipativo. Non solo si è già preparato un piano d’azione, ma si intende anche estendere la valenza del label, coinvolgendo, accanto alla comunità locale, altresì i ‘portatori di interesse’ del versante italiano; un incontro è previsto entro il 2025. Stiamo pur sempre parlando di un fiume transfrontaliero.
Questa esperienza, non a caso, ha permesso una «presa di coscienza significativa del valore del fiume», ha tenuto a rimarcare Coduri. Del resto, fin dai primi momenti, nell’autunno del 2022, la sfida si è rivelata entusiasmante. E non poteva non essere colta, come ha ricordato Marika Codoni, a capo del dicastero Ambiente a Castello; aggiungendo che in Svizzera meno del 4 per cento dei corsi d’acqua può vantare un tale ’premio’. Certo il vero lavoro comincia ora, sicuri che contribuirà a risaldare la collaborazione tra i due Comuni in prima linea, Breggia e Castel San Pietro appunto.
Grazie al label, d’altro canto, ha fatto presente ancora Codoni, «abbiamo capito come aiutare il fiume». In effetti, sono state messe a punto 15 misure frutto di scambi e discussioni costruttive e da attuare nei prossimi anni con l’obiettivo di assicurare la salvaguardia a lungo termine e la valorizzazione del prezioso bacino idrografico della Breggia e della sua ricca biodiversità. Un traguardo che ci si prefigge di condividere.
L’intendimento, in effetti, ha ribadito ancora Codoni, è quello di farne un progetto a valenza regionale. Una missione importante per il Wwf, che affianca l’Associazione Perla d’acqua in questa operazione, come testimoniato sabato da Francesco Maggi.
Superati tutti i criteri di certificazione richiesti per ottenere il marchio, ora si passa dunque all’azione, determinati a far leva sulla sensibilizzazione della comunità locale, coinvolgendo, per prime, le scolaresche alle quali sarà dedicato un dossier didattico.
Nelle linee guida, ha spiegato Alberto Conelli, di Oikos, che ha curato gli aspetti tecnici, sono iscritti il monitoraggio della qualità delle acque – non dimentichiamo che grazie alla Breggia si garantisce anche l’approvvigionamento idrico per uso potabile, con 15 litri al secondo –, l’inventario dei prelievi idrici, la promozione di progetti di rivitalizzazione – sin qui nel Piano cantonale vi era un vuoto –, ma pure la necessità, ha chiarito Conelli, di evitare il turismo di massa.