I forni a gas per la cottura dell'argilla sono stati posizionati nella Casa dei forni e saranno attivi da febbraio '25. Le produzioni inizieranno a giugno
Saranno il cuore pulsante del futuro centro culturale e di formazione. Le Fornaci di Riva San Vitale hanno accolto giovedì 31 ottobre i due forni a gas per la cottura dell'argilla. Un arrivo che rappresenta un avanzamento cruciale dei lavori di recupero, sostenuti anche dal Cantone, dell'intera area. Da giugno 2025 il comparto diventerà un luogo dinamico e creativo, caratterizzato dalla presenza di atelier, botteghe artigiane e corsi di ceramica. Non solo di un luogo di produzione artistica, ma un polo culturale e sociale, destinato a diventare un centro di aggregazione per la comunità locale e per gli amanti dell'arte e della cultura. «Per il progetto è una giornata estremamente importante – conferma Matteo Colferai, responsabile dell'Ufficio tecnico di Riva San Vitale, che ci ha accolto nell'area di cantiere con la segretaria comunale Lorenza Capponi –. Sarà grazie a questi forni di cottura che il centro culturale potrà prendere vita perché serviranno a realizzare le varie opere artistiche che saranno create sul posto». In Ticino, del resto, mancava un forno che permettesse ai ceramisti di cuocere pezzi di grandi dimensioni. Alle Fornaci ce ne saranno due: uno per i pezzi di grandi dimensioni (2'700 litri, riscaldato tramite 12 bruciatori a fiamma soffiata della potenza di 30'000 kcal cadauna) e uno più piccolo (450 litri; 4 bruciatori). I forni sono stati alloggiati in uno specifico edificio, denominato ‘Casa dei forni’, edificato al posto di un preesistente garage. Si tratta di un edificio con struttura metallica, rivestito con laterizi riusati. Ha un tetto piano praticabile ed è caratterizzato da due grandi camini ottagonali anch'essi in laterizio riusato. Nel corso dei lavori di costruzione dell'edificio è stato rinvenuto un antico pozzo, in ottimo stato di conservazione, che è stato mantenuto.
La messa in funzione dei due forni, aggiunge Colferai, richiederà «diversi passaggi, a partire dalla certificazione e dall'allaccio all'alimentazione principale, che è il gas». Quando collegamenti elettrici e alimentazione saranno completati, inizieranno i collaudi. «Si procederà con delle cotture di prova per appurare che il forno abbia le regolazioni corrette. Si passerà poi a una fase di affinamento dei settaggi veri e propri dei forni perché la cottura dell'argilla implica delle curve di cottura particolari. Arrivati a questo punto, i forni saranno pronti per il loro utilizzo». Un processo che, stando alla tabella di marcia, «dovrebbe concludersi attorno al mese di febbraio 2025». I due apparecchi, a turbo fiamma rovesciata, sono stati fabbricati appositamente da una ditta specializzata di Vicenza per il tramite di Progetto Energia SA di Barbengo e coadiuvati dalla parte tecnica di Ail gas ed Elettroconsulenze Solcà di Mendrisio. I forni sono professionali e dotati di tutte le più recenti tecnologie che ne garantiscono la sicurezza di esercizio. Le nuove ceramiche prodotte nelle fornaci verranno cotte in questi forni che riproporranno la presenza sia fisica che simbolica del fuoco. Come per gli antichi mattoni prodotti in questo luogo, i forni hanno una fiamma che torna ad ardere per ridare la vita a questo importante tassello del Comune e alla Fondazione Le Fornaci di Riva San Vitale creata dal Municipio per occuparsi della valorizzazione a scopo culturale, economico e turistico dell'omonimo comparto.
Firmato dall'architetto Enrico Sassi, il progetto di recupero del comparto interessa tre edifici. Alla nuova ‘Casa dei forni’ si aggiungono i restauri conservativi della vecchia fornace e dell'essiccatoio. «Ognuna delle tre parti dell'opera – puntualizza ancora il capotecnico – avrà una funzione dedicata. La Casa dei forni sarà la parte tecnica del centro; la vecchia fornace sarà lo spazio utilizzato come luogo di accoglienza che al primo piano avrà anche un locale per riunioni con attrezzature multimediali. L'essiccatoio sarà invece il luogo in cui verranno sistemati tutti gli strumenti per lavorare l'argilla e le attrezzature necessarie per la lavorazione delle opere». Le tre parti «saranno legate tra loro per il linguaggio architettonico degli edifici, con il riuso dei materiali come concetto principale di tutto il complesso». I vecchi materiali originali, aggiunge Colferai, «non vengono buttati. L'architetto Sassi e tutti i progettisti che collaborano al cantiere stanno facendo un grande lavoro per impiegarli con una chiave di lettura contemporanea». Nonostante le varie settimane di maltempo, il cantiere non sembra aver subito ritardi significativi. L'inizio delle produzioni è quindi confermato per il prossimo mese di giugno. «È il termine vincolante per l'inizio dell'attività – conclude Matteo Colferai –. I lavori dovranno chiaramente terminare con qualche mese di anticipo per permettere la fase dei collaudi e delle verifiche di esecuzione».