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‘L’albergo diffuso è un modello per il Ticino’

Il progetto, sostenuto anche dal Cantone, accoglie a Casima la quinta struttura ricettiva turistica all’interno del comprensorio del Monte Generoso

La terrazza esterna
(Ti-Press / Alessandro Crinari)
15 ottobre 2024
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Il progetto ‘Albergo Diffuso Monte Generoso’ si espande. A tre anni di distanza dalla riapertura dell’Osteria con alloggio La Manciana e dell’Ostello di Scudellate, ai quali hanno fatto seguito l’inaugurazione della Casa dei Gelsi nel 2023 e l’Alpe di Caviano la scorsa primavera, si unisce al progetto anche la ‘Cà Nani Small Boutique Hotel’ di Casima. La struttura ricettiva inaugurata un mese fa, è il quinto tassello di questo progetto – sostenuto anche dal Cantone e dall’Organizzazione turistica regionale Mendrisiotto e Basso Ceresio (Otrmbc) – che nei prossimi mesi potrebbe allargarsi: si stanno rinnovando diversi stabili simili a Loverciano, a Salorino e a Vacallo.

Un luogo di incontro

Dopo aver vissuto per anni a Mendrisio, Giovanni Guastalla – insieme alla moglie Sonja proprietario dell’albergo – nel 2018 ha sentito il desiderio di allontanarsi dalla città e riattare una casa adiacente a Cà Nani nella quale vivere. «Immersi nella tranquillità della Valle di Muggio, ci siamo accorti della mancanza di un punto di aggregazione per la comunità locale. Si percepiva un sentimento di nostalgia causato dalla chiusura dell’Antica Osteria che occupava gli spazi dell’attuale Cà Nani». A quel punto, nel 2020, dopo aver conosciuto il progetto dell’Albergo Diffuso, nei due coniugi imprenditori è nata l’idea di riattare l’immobile adiacente alla loro abitazione e creare un boutique hotel che propone sei camere doppie, un ristorante con 33 posti a sedere e un bar aperto anche agli avventori locali. «Il nostro sogno è sempre stato quello di creare un luogo d’incontro che fosse un ponte tra la storia del passato e le esigenze moderne dei viaggiatori, contribuendo allo sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio nel quale abitiamo». A questo proposito, al piano inferiore di Cà Nani, all’interno di una ex stalla del ’600, ha trovato posto una cantina nella quale è disponibile un’ampia selezione di vini prevalentemente del Mendrisiotto.

Create sinergie per il turismo

L’apertura di Cà Nani e il suo inserimento nel circuito dell’Albergo Diffuso, per Nadia Fontana-Lupi, direttrice di Otrmbc, «è un momento importante perché ha concretizzato una visione che mira a valorizzare il territorio. Questo progetto è un unicum in Ticino. A Corippo esiste un albergo diffuso, ma è tutto in mano agli stessi proprietari; quanto stiamo realizzando nel Mendrisiotto, con la collaborazione tra diversi gestori, può essere considerato un modello». L’unione di queste piccole strutture ricettive, gestite da persone appassionate nel mestiere di oste – anche senza un passato professionale specifico in questo campo come i coniugi Guastalla –, per Fontana-Lupi rappresenta una scelta vincente: «Se si uniscono le visioni, anche a livello finanziario, si riesce a ottenere un risultato migliore. In questo modo si sono create delle sinergie per la messa in rete e per la promozione di questo progetto un po’ visionario».

‘Sostenute le imprese locali’

L’importanza di quanto si sta realizzando sulle pendici del monte Generoso, è stata sottolineata anche da Stefano Rizzi, direttore della divisione dell’economia del Dipartimento delle finanze e dell’economia: «Noi siamo sempre vicini a chi fa impresa. E l’albergo diffuso è una storia di persone con spirito imprenditoriale che, con determinazione, mettono le proprie energie nella promozione turistica e nello sviluppo della regione. Con questo ulteriore tassello si va sempre più incontro al turista moderno, che cerca esperienze uniche con accorgimenti particolari, come la cantina rinnovata». Oltre al turista, la realizzazione di queste strutture, afferma Rizzi, ha portato anche benefici ai cosiddetti ‘local’: «In queste ristrutturazioni hanno partecipato diverse aziende locali. L’apertura di strutture ricettive crea un circolo virtuoso capace di generare nuovi posti di lavoro. Queste sono le ragioni che hanno portato il Cantone a sostenere il progetto. Sono convinto che quanto si sta realizzando qui possa anche fare scuola anche in altri contesti».

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