Il ritrovo cesserà l’attività a fine anno. Le risorse saranno convogliate verso il settore artigianale, che accoglie il gran numero di utenti
Dopo 16 anni l’osteria L’Uliatt a Chiasso chiuderà i battenti. Divenuto nel tempo un punto di incontro per la comunità chiassese, ma soprattutto un luogo di interscambio tra la realtà della Fondazione Diamante e la cittadina, il ritrovo cesserà la sua attività di ristorazione alla fine dell’anno. Per la Fondazione è stata una “decisione non facile”, come si rivela in una nota firmata dalla direttrice Maria-Luisa Polli, ma inevitabile. Tracciato un bilancio dell’ultimo biennio del laboratorio l’Idea - cui fa riferimento anche L’Uliatt -, si è ritenuto di orientare la strategia verso il settore artigianale. A Chiasso si realizzano la lavorazione di oggettistica in legno, la creazione di cornici e le attività di economia domestica.
Optare per la chiusura, come detto, non è stato semplice perché, si ribadisce, l’osteria “grazie a tutto il suo personale e ai suoi affezionati avventori, ha permesso di tessere relazioni con il territorio e offrire negli anni percorsi socio-lavorativi e formativi significativi”. Questa svolta si è rivelata però ineluttabile, poiché la scelta, si spiega, si è resa “necessaria per garantire a L’Idea e a tutti i collaboratori operanti nei diversi settori un accompagnamento socio-lavorativo adeguato, garantito da operatori sociali con competenze sia tecniche, sia educative”.
Al momento, in effetti, è il settore artigianale, si rimarca, che “accoglie e opera con il maggior numero di collaboratori a beneficio di una rendita Ai”. Sono minori, invece, “le possibilità di inserimento nel settore dedicato alla ristorazione”. Di conseguenza, si motiva, “questo aspetto, congiuntamente alle importanti risorse necessarie alla gestione dell’osteria, ha determinato la decisione di chiudere L'Uliatt a fine anno, per poter così potenziare la presenza di personale educativo negli altri settori di attività”.