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Ente regionale di sviluppo: ‘Sosteniamo i negozi di paese’

Dall’incontro con i rappresentanti delle varie realtà è emersa la volontà di trovare strategie comuni per riuscire a far fronte alle difficoltà

Il direttore Claudio Guidotti dell’Ente regionale di sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio
(Ti-Press)
20 settembre 2024
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Motivazione, propositività e confronto costruttivo. Sono queste le parole chiave che hanno caratterizzato l’incontro tra l’Ente regionale di sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Ers) e i rappresentanti dei negozi di paese della regione avvenuto a inizio settembre. Un primo colloquio nel corso del quale tutti hanno condiviso ‘gioie e dolori’, idee e buone pratiche con l’obiettivo di individuare i punti comuni da risolvere o sviluppare in maniera sinergica e sostenibile. A raccontare a ‘laRegione’ di quanto avvenuto a settembre è Claudio Guidotti, direttore dell’Ers. Sette le realtà presenti, che da quel giorno «hanno potuto constatare di avere le stesse idee e i medesimi obiettivi, rendendosi conto che non sono sole».

‘Sono anche punti aggregativi’

Gioie e dolori si diceva. Entrambi emersi durante l’incontro, entrambe emozioni che caratterizzano l’attività di chi in quei negozi lavora e ci crede. Come i rappresentanti della Cooperativa popolare di Balerna, della Cooperativa di consumo di Coldrerio, della Credenza di Vacallo, della Bottega MEA di Rovio, di Ul Neguziett di Tremona, della Dispensa di Caneggio e Muggio e del negozio di alimentari di Castel San Pietro.

«La gioia – afferma Guidotti – è quanto prova chi porta avanti questo tipo di attività che spesso e volentieri sono anche dei punti aggregativi e di riferimento, soprattutto per la popolazione più anziana. Fascia abituata a vivere il paese e i suoi servizi». Tra i dolori «ci sono la concorrenza ammiccante di oltre confine e la convinzione comune che in una cooperativa i prezzi siano sempre più cari. Un fondamento di verità in questo pensiero esiste, ma non vale per tutti i prodotti...».

Tra le sfide: ‘Sfatare il mito dei prezzi più alti’

Spesso, aggiunge, «la gente si reca al negozio di paese perché all’ultimo momento si accorge che gli manca qualcosa. Ecco, questa è una filosofia di pensiero che, a mio parere, conduce alla scomparsa di queste attività. Non può certo stare in piedi grazie alle impellenti necessità dell’ultimo minuto». Di conseguenza, «una delle sfide più grandi che si presenteranno in futuro sarà di riuscire ad attirare anche una clientela più giovane e per acquisti più frequenti e chiaramente sfatare il mito dei prezzi più alti».

Unirsi nell’ordinare la merce e unificare i prezzi

Ma per far fronte a tutti questi ostacoli alcune soluzioni esistono. Una di queste, per esempio, «che potrebbe essere vincente, è quella di unirsi nel comandare la merce dal grossista. In questo modo potrebbero spuntare un prezzo migliore e vantaggioso. Come Ers noi potremmo aiutarli nel trovare un magazzino in cui depositare la merce. Secondo i negozianti e secondo l’Ente è la soluzione con maggiori probabilità di successo, ed è forse quella più incisiva nell’immediato».

Un’altra soluzione «potrebbe essere l’unificazione dei prezzi di vendita. Spesso capita di trovare il medesimo prodotto con delle differenze anche significative di prezzo da un negozio all’altro. E questo fa sì che i cittadini si interroghino su dove sia più conveniente andare, soprattutto con la facilità di spostamento odierna». Per Guidotti, è qualcosa su cui si può lavorare insieme. «La concorrenza della grande distribuzione invece esiste e bisogna conviverci. Bisogna riuscire a dare rilievo al valore aggiunto che hanno questi negozietti rispetto ai supermercati».

Previsto un secondo incontro

Come Ente regionale di sviluppo, «dopo questo incontro abbiamo deciso di riunire tutte le idee in un documento e a fine inverno o inizio primavera dell’anno prossimo proporremo un secondo incontro nel quale stabiliremo come procedere». Dall’incontro con i rappresentanti «ci siamo accorti di quanto siano eterogenei, anche nella forma giuridica. Dovremo dunque tenere conto di quanto siano realtà diverse tra loro e trovare soluzioni confacenti per ciascuna di esse».

Ers, una volta individuate delle strategie da applicare, potrà e vorrà fornire a queste realtà un concreto sostegno finanziario. «Il nostro compito è anche quello di assicurare che – soprattutto nelle zone più discoste come la Valle di Muggio e la Val Mara – questi piccoli negozi, che costituiscono una sorta di servizio di base, possano proseguire la loro attività. Altrimenti come si fa a contrastare lo spopolamento delle valli se non si mantengono almeno queste piccole realtà che, se gestite nel modo opportuno, possono dare un contributo al paese?».

In altri casi, «come per la Credenza di Vacallo, abbiamo fornito un sostegno per quanto riguarda l’allestimento e l’arredamento del negozio e dei macchinari per poter portare avanti l’attività. Oppure in situazioni come quella della Cooperativa popolare di Balerna siamo intervenuti per cambiare tutti i frigoriferi perché ormai giunti alla fine del loro ciclo di vita. Sono investimenti che costano decine di migliaia di franchi e difficilmente sono sostenibili per commerci di questo tipo».

L’Ente regionale di sviluppo, conclude il direttore, «si è sempre interessato al destino e alle richieste delle cooperative e dei negozi di paese. Negli anni abbiamo sostenuto ripetutamente queste attività e siamo sempre aggiornati sulle problematiche che affrontano. L’ultimo incontro è stato un segnale di questa nostra volontà di supportarle e garantirne la sopravvivenza». Per le cooperative la vita non è facile. Tuttavia, in casi come questi, non è la speranza l’ultima a morire, ma la resilienza.

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