Il caso del professore esautorato con effetto immediato finisce davanti al Cantone. Per il Movimento atto ‘abusivo e ingiustificato’
Sta agitando anche la politica cantonale il caso del docente di elettrotecnica della Spai di Mendrisio esonerato e sospeso da un giorno all'altro dalle sue funzioni perché ‘reo’ di aver tenuto "un atteggiamento irrispettoso verso i suoi superiori". A porsi delle domande - e a interpellare, di conseguenza, il Consiglio di Stato - è il Movimento per il socialismo (Mps) che, giusto in questi giorni, ha recapitato un atto parlamentare che, di fatto, mette in discussione la gestione della vicenda da parte del Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport.
Agli occhi dell'Mps il prospettato licenziamento del professore del Centro professionale tecnico, Roberto Caruso, è stato "abusivo e ingiustificato". Tant'è che Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, firmatari dell'interpellanza, profetizzano che il provvedimento sarà "cassato dai tribunali, anche solo per la procedura adottata, che fa a pugni con le disposizioni legali vigenti nel nostro Cantone e Repubblica". Una previsione che potrebbe essere centrata. Non resta che attendere la sentenza che pronuncerà il Tribunale cantonale amministrativo (Tram), annunciata a breve, per scoprirlo. In ogni caso vi sono ragioni sufficienti per esortare l'insegnante ad avere "il coraggio e la forza d’andare fino in fondo". E questo anche se la via della giustizia, rimarcano i due gran consiglieri, può richiedere anni prima di giungere a una parola finale e ha i suoi costi, con tutto quello che ciò comporta.
Sta di fatto che questa vicenda, tengono a rendere attenti Pronzini e Sergi, rimane "preoccupante, non solo dal punto di vista del diritto, ma anche da quello delle implicazioni finanziarie che potrebbe comportare per il Cantone". Quanto è avvenuto al docente dopo 35 anni di professione - 12 dei quali trascorsi alla Spai - a poco più di una manciata di giorni dalla fine dell'anno scolastico non ha lasciato l'amaro in bocca solo al protagonista, che però non si è arreso. Il professore ha da subito confidato nel pronunciamento dei giudici del Tram, ai quali il suo legale, l'avvocato Stefano Fornara, ha chiesto l'effetto sospensivo. Del resto, come emerge dal ricorso, in questo caso si è davanti a una "palese e crassa violazione del principio cardine di ogni procedura amministrativa: il rispetto del diritto di essere sentito della persona toccata". Tanto da parlare nel memoriale di "“lacune formali macroscopiche”. E qui sta il punto...debole, anche secondo i parlamentari dell'Mps.
La domanda che ci si pone, si rilancia nell'atto parlamentare, è "se il governo ha piena coscienza delle conseguenze, potenzialmente costose, di questo atteggiamento arrogante e prepotente adottato dalla direzione del Decs". In effetti, si ricorda, "dallo scorso mese di giugno Roberto Caruso è sospeso dall’insegnamento con diritto al versamento del salario". Ora in uno dei possibili scenari, annotano i due deputati, "immaginiamo che nel corso dei prossimi mesi, esperita la procedura conciliativa – prevista questa settimana, ndr –, gli verrà intimato il licenziamento con un termine di disdetta di sei mesi (indicativamente il prossimo 30 aprile 2025)".
Quindi, nell'ipotesi peggiore per il professore, "per la sua sostituzione dovrà venir ingaggiata una nuova o un nuovo docente". Ergo, si ribadisce nell'interpellanza, "indipendentemente dal fatto che Roberto Caruso contesti il licenziamento, il costo a carico dell’ente pubblico, conseguenza del modo di agire del Decs, sommerà a diverse decine di migliaia di franchi". D'altro canto, "nel caso di una contestazione davanti alle istanze giudiziarie, il danno per l’ente pubblico corrisponderà al salario fino al pensionamento, dunque fino al 2028".
Ed è qui che si innestano gli interrogativi di Pronzini e Sergi. "Il collegio governativo – esordiscono i due gran consiglieri Mps –, vista anche la rilevanza mediatica avuta dalla vicenda, ha già discusso del licenziamento del docente Roberto Caruso?". E soprattutto, "condivide la linea seguita dalla direzione del Decs?". Non da ultimo, il, Cantone, "è consapevole che, in base alla legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici e degli agenti pubblici, vi è il rischio che i singoli consiglieri di Stato possano dover passare alla cassa?".
In questi mesi, d'altra parte, sono stati in molti - a cominciare dallo stesso docente - a porsi delle domande su quanto accaduto. Non a caso a manifestare la loro solidarietà e vicinanza a Caruso sono state innumerevoli persone, in prima fila i suon stessi ragazzi della Spai e i colleghi, colti di sorpresa dalla misura che ha travolto il ‘sore’. Per loro stessa ammissione questi giovani hanno vissuto l’allontanamento del professore come un intervento «ingiusto e inopportuno», a tal punto da rivolgersi direttamente al Dipartimento e chiedere di annullare l'esonero. Quanto agli altri insegnanti sono rimasti perplessi e hanno esternato la loro preoccupazioni e proprio per le modalità e le tempistiche utilizzate. Sullo sfondo un malessere che affonda le sue radici a un paio di anni fa, quando il docente con altri professori hanno documentato ai vertici del Decs - al loro fianco il Sindacato Ocst - la situazione di malessere latente presente all’interno del Centro professionale tecnico. Dal canto suo il Dipartimento sin qui ha preferito, come da prassi, non entrare nel merito della situazione specifica, anche a tutela delle persone direttamente coinvolte.