Dalla Val Calanca al Mendrisiotto, la scelta di vita di Monica Capoferri, tra sfide e difficoltà
Formaggini e yogurt prodotti direttamente sul posto. Ecco cosa offre la nuova attività aperta a Castel San Pietro pochi giorni fa di fronte al percorso vita. Una piccola realtà che appena varcata la porta propone un piccolo negozietto e un altrettanto piccolo caseificio nel medesimo posto. I clienti possono così acquistare prodotti freschi e genuini, sapendo che sono stati realizzati... in casa.
La proprietaria dell’attività, Monica Capoferri, è arrivata a questo risultato quasi per caso. «La storia è lunga. È una passione che ho scoperto tardi», ci racconta. Prima, a causa di necessità familiari, svolgeva diversi lavori, che però erano ben lontani dalla produzione agricola. «Ho cambiato vita totalmente quando ne ho avuto l’opportunità», aggiunge la nostra interlocutrice. Dopo aver incontrato un contadino, e così la realtà dietro un mestiere che conosceva poco, si è appassionata al mondo agricolo. Decide così di tornare sui banchi di scuola e di fare una qualifica come agricoltrice. Le sue ambizioni si rivolgono alla Val Calanca, dove in un primo momento pensa di lavorare in un caseificio; questa intenzione, tuttavia, non si è concretizzata. «Ho deciso allora di comprare il latte a un contadino e di iniziare a produrre formaggi e yogurt». Sulle prime si è trattato di un hobby, che piano piano però ha cominciato a trasformarsi in un progetto più concreto. «Il sabato vendevo i prodotti ai miei parenti. Mi piaceva e ho deciso di aprire una piccola attività», ci spiega con semplicità
Tutto prende forma, dunque, in Val Calanca. In quei luoghi, però, si sente una straniera. A quel punto pensa di tornare nel Mendrisiotto, la regione in cui è nata e cresciuta e dove sono presenti la maggior parte dei suoi affetti. «Qui conosco tutti e il passaparola è uno strumento importante in questo mestiere», ci conferma. Inoltre, gli amici rappresentano un grande sostegno visto che lavora in totale autonomia. «Il supporto non mi è mai mancato. Devo dire grazie a Pietro Lazzaretti, che mi ha permesso e aiutato a creare questo mio spazio».
Certo, la concorrenza non manca nella nostra regione, soprattutto in Valle di Muggio dove lavorano altri produttori. Ci sono però anche tante feste, mercatini e attività che consentono di trovare un proprio spazio; i clienti spesso girano tra le varie bancarelle e ognuno ha l’opportunità di vendere il proprio prodotto. E sono proprio queste le speranze della proprietaria: «Sopravvivere nel mio piccolo e trovare il mio angolo».
Le difficoltà e le sfide sono tante in questo mestiere. «Mi sono appassionata e sono partita in quarta. La difficoltà più grande? Sono da sola e devo svolgere diverse mansioni». Monica Capoferri si occupa, infatti, di tutto il processo che parte dal latte e arriva al prodotto finito nelle mani del cliente. Questo comprende sicuramente anche la vendita, una fase complicata che presuppone la relazione con il cliente. Oggi, poi, ci si confronta anche con una realtà nuova che coinvolge i social e la pubblicità.
«Io preferisco lavorare e produrre nel mio piccolo caseificio, il mio arem – continua Monica Capoferri –, cercando di fare del mio meglio». Le sue prospettive future sono di continuare nella sua piccola sfera quotidiana che le garantisce un’ampia autonomia: non punta ai grandi marchi, fatto che le assicura la possibilità di sperimentare. «L’altro giorno mi sono svegliata con l’idea di produrre un formaggio rosa con la barbabietola, e così ho fatto», ci dice.
Al centro rimangono quindi la creatività e la volontà di soddisfare i gusti dei clienti, proponendo prodotti freschi, di qualità e con un pizzico di fantasia.