Dopo il varo dell’Ala Sud, la riorganizzazione si concentra sullo stabile principale. Pensando già all’Ospedale di Giorno
Una ‘tessera’ alla volta all’Ospedale regionale della Beata Vergine di Mendrisio si ri-costruisce la ‘cittadella’ della salute. Condotto in porto il progetto della nuova Ala Sud, aperta nel 2022 e realizzata accanto all’edificio dell’Obv, adesso tocca al reparto di Medicina 1 ‘conquistare’ spazi moderni e funzionali, in cima ai pensieri il benessere dei pazienti. Il trasloco è avvenuto oggi, venerdì, quale atto finale di questa ulteriore tappa di ammodernamento del nosocomio, concretizzata, si conferma dall’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), con “rinnovato slancio, professionalità e attenzione” verso i degenti. Ma l’operazione di revisione della realtà ospedaliera del Mendrisiotto, avviata negli anni scorsi, non è ancora ultimata. E come testimonia il trasferimento del reparto, si sta concentrando adesso sul blocco principale – con i suoi ormai 34 anni di vita – e sui suoi servizi.
A un anno dalla progettazione, nella giornata odierna personale e pazienti hanno dunque lasciato il primo piano e preso possesso del quarto. Un passaggio avvenuto in punta di piedi e ufficializzato dall’Ente a cose fatte, ma che vale un nuovo traguardo dopo, appunto, il varo dell’Ala Sud, una operazione da circa 41 milioni di franchi (autosilo incluso). Ma gli investimenti, come detto, non si esauriscono qui. In effetti, la ristrutturazione e l’ammodernamento dell’edificio principale, si conferma in una nota ufficiale dell’Eoc, ha come obiettivo quello di “migliorare il comfort dei pazienti, grazie alla creazione di spazi rinnovati, moderni e accoglienti, con un’attenzione particolare anche ai pazienti che necessitano di un accompagnamento specifico”. E proprio alla prima degente spostata di... piano, la signora Patrizia, è spettato l’onore di tagliare il nastro di rito. Un momento a cui hanno partecipato alcuni dei responsabili della struttura, a cominciare dal direttore Pierluigi Lurà. Erano presenti, infatti, Gianmaria Bertoli, responsabile del Servizio Infermieristico, Irene Canavesi, caporeparto infermieristico di Medicina 1, il dottor Lorenzo Macchia, capoclinica di Medicina 1, Matilde Arnaboldi, infermiera di Medicina 1, Erika Carrara, caposettore infermieristico, il dottor Ken Galetti, neo direttore sanitario e Alissa Borner, esperta Clinica II. L’avanzamento della riorganizzazione interna all’Obv e i futuri progetti nei giorni scorsi sono stati condivisi tanto con i sindaci e i municipali del Distretto che con il Circolo medico del Mendrisiotto. Due momenti per altrettanti incontri che di sicuro hanno permesso di fare il punto sull’evoluzione della politica ospedaliera. Un tema sul quale nella regione si è mostrata una particolare sensibilità e si è dimostrato di essere pronti a battersi, come nel caso dei cosiddetti posti letto Rami, ovvero del Reparto acuto di minore intensità, che oggi occupa il terzo piano dell’Ala Sud.
Con il trasferimento di Medicina 1, pure in corsia non mancano le novità rispetto al ‘vecchio corso’. Con l’attuale approccio, di fatto, come si annuncia “sono state eliminate le camere a tre e a quattro letti, a favore di un maggior numero di camere singole e doppie, anche per rispondere – si fa notare – alle esigenze di una maggiore privacy e per la cura di malati necessitanti di isolamento protettivo”. Un aspetto quest’ultimo non trascurabile, alle spalle una pandemia che insegna. Non solo, un altro aspetto innovativo è l’introduzione, si illustra, di una ‘camera con ospite’. Ovvero “provvista di un posto letto per eventuali accompagnatori, pensata per consentire al paziente con fragilità, disabilità particolari o al malato terminale, di beneficiare della vicinanza continua di un famigliare”; decisamente un ulteriore passo avanti.
D’altro canto, il riposizionamento di Medicina 1 all’interno dell’ospedale restituisce, si annota ancora, “un progetto di rilevanza organizzativa”, che si prefigge di “ottimizzare i percorsi interni” e al contempo “liberare gli spazi che consentiranno la futura realizzazione del nuovo Ospedale di Giorno e il rinnovo delle sale operatorie al primo piano”. Non a caso il cosiddetto ‘day hospital’ è già stato al centro di una domanda di costruzione e prospetta una spesa ulteriore di 7 milioni di franchi per la creazione di 17 letti secondo i dati ancorati ai piani. E anche la scelta di collocarlo accanto alle sale operatorie e alle cure intense non è causale. “In considerazione del crescente trend di crescita della chirurgia ambulatoriale – si spiega dall’Ente –, il potenziamento dell’Ospedale di Giorno e l’avvicinamento al blocco operatorio, permetteranno di migliorare la presa in carico dei pazienti”.