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Due furti gli costano sette mesi di carcere

Alle Correzionali di Mendrisio un 24enne che ha sottratto vestiti alla Manor di Balerna. La Corte lo ha espulso cinque anni dalla Svizzera

L’aula penale di Lugano
(Ti-Press)
13 giugno 2024
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Ha ammesso le sue responsabilità il 24enne algerino comparso davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio per rispondere dei reati principali di ripetuto furto e violazione di domicilio. Al momento dei fatti, tra l'ottobre e il dicembre scorsi, l'uomo era ospite del Centro federale per richiedenti l'asilo di via Motta, a Chiasso. La giudice Francesca Verda Chiocchetti gli ha inflitto sette mesi di detenzione, una multa di 100 franchi per la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti e ha ordinato 5 anni di espulsione dalla Svizzera.

I furti sono stati commessi alla Manor di Balerna e in un'abitazione di Zurigo. La refurtiva – parzialmente recuperata e restituita – è stata di circa 11mila franchi. Nel caso di Balerna a essere sottratti sono stati capi d'abbigliamento; in Svizzera interna anche dispositivi elettronici, contanti, carte di credito e documenti d'identità. Dall'atto d'accusa della procuratrice Petra Canonica Alexakis si apprende che la Manor aveva diffidato il richiedente l'asilo pochi giorni prima dei fatti. La rappresentante dell'accusa ha proposto una condanna a sei mesi di detenzione e cinque anni di espulsione. Quest'ultimo punto è stato contestato dall'imputato e dalla sua legale, l'avvocato Chiara Villa. Di recente il 24enne ha subìto un'operazione alla mano, a seguito di un infortunio in carcere, e ha manifestato il desiderio di poter rimanere in Svizzera per ricevere cure adeguate. «La mia paura è che se vengo espulso la mia mano potrebbe rimanere infortunata», ha detto l'imputato. La legale ha quindi chiesto l'applicazione del «caso di rigore per permettergli di riprendere la piena mobilità della mano».

La Corte, come detto, ha ordinato cinque anni di espulsione «vista l'assenza di contatti familiari e privati sul territorio svizzero, dove in definitiva è arrivato e rimasto per delinquere». Pur «non avendo dubbi che in Algeria riceverà cure adeguate», ha però applicato il «principio di proporzionalità e deciso di non iscrivere la condanna al Sistema informativo di Schengen, tenuto conto che l'imputato ha un fratello che vive e lavora in Francia». La pena è stata aumentata di un mese rispetto alla proposta. «A suo svantaggio è stato tenuto conto della reiterazione dei reati – ha concluso la giudice Verda Chiocchetti –. A suo favore della collaborazione processuale».

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