Da esche nei tombini si è passati a scatolette di metallo sulle strade contenenti sostanze nocive per i roditori
Chi passeggia per le strade di Chiasso, nelle ultime settimane avrà notato delle scatole bianche mai viste finora. A guardarle bene si può notare che sono trappole per topi. Siamo in presenza di un’invasione di roditori? Abbiamo chiesto delucidazioni al Comune riguardo ai motivi dell’introduzione di questa nuova strumentazione.
Da come rassicura Rudy Cereghetti, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, c’è stato un cambio di metodologia, e nulla più: «La derattizzazione l’abbiamo sempre fatta. Prima mettevamo delle esche all’interno delle canalizzazioni comunali, ma capitava spesso, soprattutto con il maltempo, che c’erano problemi tecnici con le esche e si staccavano dai tombini finendo nell’impianto di depurazione delle acque. Abbiamo dunque optato per questo sistema più efficiente e che viene utilizzato anche in altre città, come a Lugano o a Bellinzona». Un cambio che ha portato anche a costi minori per la cittadina: «Sono più appariscenti però ora è molto più facile sia il controllo che la posa della trappola. Anche dal punto di vista finanziario sono migliori: con il metodo precedente il costo era attorno ai 30mila franchi all’anno, mentre ora per questo primo anno, che abbiamo acquistato gli erogatori, si ruota intorno ai 25mila franchi, una cifra che calerà nei prossimi anni». Anche Davide Lurati, capodicastero Pianificazione, trasporti pubblici e ambiente, sottolinea che «il sistema di prevenzione che avevamo e che abbiamo usato per diversi anni, non ha dato i risultati sperati. Di recente ci è stato segnalato questo sistema innovativo che funge come deterrente e quindi abbiamo deciso anche noi di utilizzarlo da circa un mese. È ancora presto per giudicare i risultati, ma apparentemente i primi segnali sono incoraggianti». Anche il municipale è sulla stessa linea dell’ufficio tecnico e sottolinea che «a Chiasso non è in corso un’invasione di ratti».
Dentro questi erogatori di ferro è posta un’esca contenente il Bromadiolone, un anticoagulante utilizzato dagli anni 80 come rodenticida. Lo scopo è essenzialmente quello di “contrastare il proliferare di topi e ratti sul territorio comunale” e l’esca all’interno “appetibile solo per i roditori, è agganciata ad appositi supporti che evitano il rischio di fuoriuscite accidentali”, viene spiegato nelle informazioni presenti sulle scatoline. Nonostante questo, la sostanza può essere velenosa anche a cani e gatti e agli stessi umani, ma avendo un peso molto superiore rispetto a un topo di città, il rischio di avvelenamento è molto minore se non perfino nullo.