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Alle palestre comunali di Chiasso c'è la legionella

Chiusi la piscina scolastica e l’accesso all'acqua. Messo in campo un piano d'azione per debellare l'agente patogeno

‘Stiamo facendo tutto il possibile per debellare il batterio’
(Ti-Press/Archivio)
24 febbraio 2024
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Alle lente del microscopio è persino affascinante. Eppure la legionella resta un nemico da cui guardarsi e che sa annidarsi lì dove meno ci si aspetta, tra tubi dell’acqua e soffioni della doccia. Questo batterio, causa della cosiddetta malattia del legionario, ha trovato casa di recente anche negli impianti delle palestre comunali di Chiasso. A scovarlo, a ridosso delle vacanze scolastiche, sono stati gli esperti del Laboratorio cantonale, impegnati nella campagna annuale. Subito è scattato il piano d’azione per debellare questo agente patogeno. E la prima misura è stata quella di chiudere la piscina scolastica – utilizzata anche dalla vicina scuola media e da società sportive – e stringere i rubinetti: dall’inizio della settimana gli alunni non hanno nessun accesso alle fonti d’acqua. Mentre le palestre, al rientro in classe lunedì, sono rimaste agibili per le consuete attività ginniche. La pausa di Carnevale, in questo caso, ha aiutato le autorità a mettere in campo i provvedimenti necessari e ad arginare i possibili problemi, anche di carattere sanitario.

‘Nessuno è stato esposto al batterio’

Ad alleggerire il cuore del direttore dell’Istituto scolastico, Andrea Lavezzo, c’è comunque il fatto che nessuno degli alunni, da quanto si sa, è entrato in contatto con il batterio. In ogni caso i vertici della scuola hanno scelto di comunicare in modo chiaro e onesto la situazione dopo aver fatto il punto. Venerdì mattina, infatti, le famiglie delle Elementari hanno ricevuto una circolare esplicativa, condivisa anche con le Medie (che in questo periodo però fanno capo al ‘pallone’ per le discipline natatorie). Nota nella quale si sono precisate le informazioni utili, per sapere come comportarsi, e si è illustrata la profilassi in atto; quanto alle società sportive che frequentano la struttura, erano state avvisate subito.

‘Prese tutte le misure necessarie’

«Da quando siamo venuti a conoscenza del problema più nessuno è stato esposto al batterio – garantisce il direttore –. Nel frattempo, sono già state intraprese tutte le misure per debellare la legionella, che ci occuperanno per parecchio tempo: i trattamenti necessari sono piuttosto lunghi. In questo processo, coordinato dall’Ufficio tecnico comunale, possiamo pure contare sul grande supporto di Age e sul contributo dei nostri custodi. Mi sono anche confrontato sul piano sanitario con il medico cantonale – conferma –, che ci ha rassicurato: la legionella infatti non si contrae per contatto o bevendo l’acqua, bensì per aerosol, e il rischio nel periodo precedente alle vacanze era praticamente nullo. È vero che negli edifici pubblici, come in tante strutture, dove può esserci del ristagno può capitare che si riscontri questo batterio».

Rivelatore un punto doccia

Adesso tutti gli sforzi sono concentrati, quindi, nella bonifica di condotte e impianti. Rivelatore della presenza dell’agente patogeno che, come si ricorda nell’ultimo rapporto del Laboratorio cantonale, pubblicato in gennaio, è “naturalmente presente in ambienti acquatici e umidi” e prolifera “particolarmente bene in sistemi idrici in cui l’acqua non si rinnova costantemente e la cui temperatura oscilla tra 25 e 45 gradi (condotte dell’acqua, rubinetti, soffioni della doccia, vasche idromassaggio, installazioni di trattamento dell’aria ecc.)”, è stato proprio un punto doccia della piscina al piano interrato delle palestre. Piscina che rimarrà chiusa sino a quando non saranno ripristinate le condizioni ideali.

«Tutto quello che potevamo fare – ribadisce il direttor Lavezzo – è stato fatto». Non a caso per raggiungere l’obiettivo si è attivato un lavoro di squadra. «Anche in questo caso è emersa chiaramente l’utilità nelle situazioni di crisi – lo si è visto anche con il Covid – di poter contare su una rete efficace di competenze a livello comunale e cantonale: il nostro tessuto sociale reagisce, dà risposte adeguate e nessuno si chiama fuori».

Il Ticino in cima alla statistica svizzera

Del resto, la legionella in Ticino è una osservata speciale. Basta gettare uno sguardo alle cartine della Divisione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica per rendersi conto che il cantone, segnalato con il colore più scuro, dal 2018 ha il più elevato tasso di dichiarazione e un elevato numero di casi. Solo nel 2022 il primo veleggiava attorno al 21,5 ogni 100’000 abitanti, il secondo si assestava a quota 88 (alle spalle di Zurigo, con 96). È in questo scenario che si inserisce la campagna ‘Acque, piscine e docce’ del Laboratorio cantonale. Attività di controllo che in questo inizio del 2024 ha interessato (in modo provvidenziale) anche le palestre chiassesi.

«Di fatto – ci spiega Nicola Forrer, direttore del Laboratorio cantonale –, anno dopo anno analizziamo tutti gli esercizi che sono soggetti alla nostra legge. Quindi a rotazione tutti gli edifici che hanno delle docce accessibili al pubblico e che comprendono scuole, palestre, piscine e alberghi. Poi, in base all’ispezione valutiamo la modalità del controllo». Nel 2023, come si riferisce nel documento riassuntivo, i campioni di acqua analizzati sono stati 53, prelevati da docce (51) e idromassaggi (2) di scuole, centri wellness, centri sportivi e alberghi; ovvero 47 attività su tutto il territorio cantonale.

Tra questi quelli non conformi (in modo “moderato”) all’Ordinanza del Dfi sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico sono stati 3 – “2 campioni di acqua da docce e 1 campione prelevato da un idromassaggio” –, pari al 6 per cento, ma non si sono rese necessarie delle misure drastiche (come divieti o chiusure). Tirate le somme, i risultati, commenta il direttore, sono «abbastanza positivi nell’ambito delle nostre campagne: non troviamo grandi tassi di non conformità. E siamo in linea con i dati nazionali». L’attenzione resta, però, alta.