Il presidente della manifestazione chiassese rimanda al mittente le critiche. ‘Da tempo tra chi ci aiuta a montare il villaggio ci sono richiedenti asilo’
Tacciare il Carnevale Nebiopoli di ‘solonostrismo’ è ingeneroso agli occhi del suo presidente Alessandro Gazzani. Sono arrivate dritte al cuore le parole che Mendrisiotto Regione Aperta ha affidato a una lettera inviata al nostro giornale e a Mauro Stanga. «Ho letto affermazioni dure nei nostri confronti», esordisce Gazzani, al quale abbiamo sollecitato una reazione. In realtà a spingere la neonata Associazione di cittadini a far sentire la sua voce su un tema che le sta a cuore (quello dei migranti) è stato il passaggio di una intervista televisiva del presidente, rilasciata in vista dell’imminente nuova edizione carnascialesca. Contesto in cui il responsabile si è detto preoccupato per “la gestione sul suolo comunale degli asilanti”. Morale: c’è chi ha avuto l’impressione che il Nebiopoli anziché accogliere, escluda. «In primo luogo Nebiopoli è inclusivo, nella maniera più assoluta, verso chiunque – tiene subito a sgombrare il campo Gazzani –. Del resto, è sempre stato ed è aperto a tutti. Tanto ne è che viviamo in una città di confine, dove lavoriamo con le scuole. Una città che conta, tra i banchi, oltre una cinquantina di nazionalità diverse. Vi è, insomma, un concetto di apertura intrinseco alla realtà locale».
Cosa vi è allora dietro quella affermazione? «Voglio stare sui dati oggettivi – ci risponde il presidente –. Ebbene, l’anno scorso abbiamo emanato, da prassi, 21 diffide – in due casi sfociate in un procedimento penale –, più della metà di queste riguardavano persone ospiti in quel momento del Centro federale d’asilo. In più durante la manifestazione del 2023 è emersa tutta una serie di problemi legati alla gestione dell’ordine pubblico e che rimandavano a richiedenti l’asilo. Le ragioni che ci hanno portato alle diffide? Di varia natura. Ovvero dall’episodio più ‘banale’ al furtarello, alle vie di fatto. Inoltre, ci siamo resi conto della presenza di gruppi di persone che si erano organizzati all’interno del villaggio per rubare bicchieri riutilizzabili e nuovi dai clienti e dai nostri depositi. Infatti, molte delle persone che abbiamo fermato e dovuto allontanare (in questo caso senza pronunciare una diffida) erano legate al Centro. Ora io non intendo generalizzare, ma il problema esiste»
La preoccupazione raggiunge anche il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni? «Non ho presente nello specifico i casi a cui si fa riferimento, ma a memoria si è trattato di alcuni piccoli furti, che non mi risultano essere stati gravi – annota il sindaco –. Del resto, la Polizia era subito intervenuta e anche quest’anno sarà prestata la massima attenzione. D’altra parte, ricordo che per i richiedenti l’asilo vige l’obbligo di rientrare nelle strutture alle 18.30: la sera di problemi non se ne erano presentati. Anche i casi sporadici legati all’alcol non avevano coinvolto dei migranti».
In ogni caso Nebiopoli rivendica la sua inclusività. A testimoniarlo, richiama Gazzani, c’è la collaborazione ormai ventennale nata nel solco dei lavori di pubblica utilità promossi dal Comune per coinvolgere, su base volontaria, gli ospiti del Centro di accoglienza, oggi a Pasture. «È divenuta una consuetudine per noi integrare dei migranti nelle squadre di operai che ci aiutano a montare o posare le diverse infrastrutture sotto la supervisione dell’Ufficio tecnico – chiarisce il presidente –. Anche questa mattina (ieri per chi legge, ndr) un gruppo stava dando una mano per la sistemazione del capannone in piazza. In passato, nel mio ruolo di responsabile della sicurezza o del corteo, sono stato il primo a ritrovarmi fianco a fianco di questi ragazzi a sistemare striscioni e recinzioni. Ed è stata una iniziativa di cui già altre volte abbiamo parlato in senso positivo.
«Oltre a essere una esperienza arricchente sul piano personale, anche per l’organizzazione lavorare con persone che arrivano da altre culture e dai Paesi più disparati è stato molto interessante: condividono la loro storia, e anche tu racconti la tua. Oserei dire che è affascinante – conferma –. Non posso dimenticare l’incontro con cittadini africani di lingua madre francese, con i quali era possibile comunicare facilmente, curiosi di sapere cosa è il Carnevale e di fare domande sulle maschere, il corteo. È stata una occasione per conoscerci reciprocamente e per conoscere il nostro territorio, e al contempo per raccontarsi e spiegare i motivi che li avevano portati in Svizzera. Mi ha sempre colpito molto sentirli dire che i soldini guadagnati con quel lavoro avrebbe permesso alla famiglia in Africa di sfamarsi. Quindi, sentir dire che non siamo inclusivi sulla base di una frase estrapolata da un pezzo di intervista, forse uscita in maniera un po’ infelice, fa dispiacere. Credo che per noi parli anche la nostra storia».
Detto questo, il presidente di Nebiopoli non può, fa capire, fare astrazione dai dati di fatto. «Abbiamo avuto problemi seri nel corso dell’edizione scorsa – ribadisce –. Il Comitato direttivo del Carnevale alla fine manifestazione ha esposto questa tematica al Municipio di Chiasso e alla Polizia comunale, preoccupato appunto del fatto che ci potesse essere, complici i maggiori afflussi registrati, tutta una serie di problematiche da gestire nel corso dell’edizione 2024. Non lo possiamo nascondere. Ne abbiamo parlato di recente pure con gli enti di primo intervento che ci accompagnano. E c’è una coordinazione tra noi».
Anche le istituzioni locali hanno potuto costare che i richiedenti problematici rappresentano comunque una piccola minoranza a fronte, in media, delle 600 persone accolte nel comprensorio nel corso dei mesi. «Infatti, come detto, non generalizzo: lo abbiamo riscontrato anche noi – riconosce Gazzani –. Parliamo di una decina di casi, che non sono rappresentativi a fronte del numero di persone che l’evento attira. D’altro canto, il dato è oggettivo e per noi è un tema come per le autorità locali. Se qualcuno si è sentito toccato dalla mia affermazione, me ne dispiaccio. Non era quello l’intento. Ciò che conta per noi è chiunque prende parte al Nebiopoli si comporti bene».
Dal canto suo Mendrisiotto Regione Aperta non poteva lasciar passare la cosa sotto silenzio. «Vedo anch’io il binomio Carnevale-sicurezza – fa presente Stanga –. Aggiungere però il riferimento ai richiedenti l’asilo è stato di troppo e fuori luogo. Oltre che la spia di una preclusione che andava segnalata».