Il sindaco Cavadini: ‘Il responso è stato chiaro. Ora spero che il progetto possa unire’. I contrari: ‘È stato un eccezionale esercizio civico’
Ragazze e ragazzi di Mendrisio possono preparare gli skate. Ancora un paio di anni circa di pazienza, poi, dal 2025, potranno lanciarsi. La Città avrà, infatti, la sua area di svago e proprio lì all'ex Macello, all'ingresso del Borgo, dove l'hanno immaginata le istituzioni locali. Per la maggioranza della popolazione votante il progetto del Comune non solo ha convinto, ma ha in sé tutti gli elementi per unire la risposta alle necessità tecniche e di servizio del vicino Centro di pronto intervento con le aspettative dei giovani, che da tempo ormai attendevano di poter avere un luogo dove dare libero sfogo alle loro passioni, su rotelle e no. In quel triangolo di territorio non si farà spazio solo a uno skate park, ma pure ad attività come workout e parkour, riuscendo al contempo, forti di un investimento globale di 2,6 milioni, a riqualificare una porzione di Quartiere che, in futuro, potrà fungere anche da porta d'accesso al comparto della stazione ferroviaria, al centro di una analisi pianificatoria che dovrebbe consegnare le sue risultanze prossimamente.
Il popolo, insomma, ha parlato. E lo ha fatto in modo netto: quasi il 58 per cento dei cittadini ha dato, in effetti, il suo sostegno al cosiddetto skate park con 3'089 ‘sì’, a fronte del 42 per cento di ‘no’ (numericamente 2'238). Un confronto che ha portato alle urne il 52,2 per cento degli elettori, anche sull'onda del ballottaggio per gli Stati. Sta di fatto che a questa tornata il Municipio ha avuto la meglio sul referendum indetto da un Comitato civico e interpartitico. In passato, quando in discussione vi erano il destino di piazza del Ponte e delle Aziende industriali, a prevalere erano stati i referendisti. Volendo trovare un punto di contatto, in questa consultazione come nelle precedenti si possono leggere delle implicazioni politiche che vanno anche al di là del progetto in se stesso. Esecutivo e Consiglio comunale qui, alla fine, hanno superato la prova. Restano da verificare gli effetti all'interno delle singole forze politiche in campo, in particolare in casa Lega-Udc, alleati che sullo skate park erano su posizioni opposte.
Il responso, come detto, è stato chiaro. Ma non era affatto scontato. Chiuse le urne e partita la conta dei voti, nell'aula del Consiglio comunale, adibita allo spoglio, oggi, domenica, si percepiva la tensione; che si è sciolta alla lettura del risultato da parte del segretario comunale Massimo Demenga. Una ufficializzazione liberatoria per la compagine municipale e i rappresentanti dei partiti schierati a favore dello skate park, come Plr, Centro, Alternativa e Lega. «Era difficile interpretare l'esito – ammette il sindaco Samuele Cavadini –: un referendum non si sa mai come va a finire. È doveroso, quindi, esprimere un grazie a tutti coloro che hanno partecipato al voto democratico. Per Municipio e legislativo è di sicuro un buon risultato: va ad approvare quanto vogliamo riqualificare in quel comparto, dando una risposta ai giovani, ma anche un segnale legato al verde e a tutti gli aspetti tecnici che servivano per il Centro di pronto intervento, riqualificando così la porta d'entrata di Mendrisio».
Adesso si è pronti, insomma, a passare all'azione? «La licenza edilizia c’è già, dunque ripartiamo da lì. E in tempi relativamente brevi, l'anno prossimo se tutto va bene, si potrà iniziare con i lavori – che dureranno circa un anno, ndr –. Promosso il progetto così come l'abbiamo presentato, saremo comunque attenti nel considerare tutte le sensibilità emerse nel corso del dibattito, pur andando avanti nella direzione indicata – spiega Cavadini –. Sperando che ora possa essere un progetto capace di unificare. È un peccato vedere, infatti, delle divisioni su un'opera che vuole dare delle connotazioni positive e un senso di unione per la riqualifica di quel comparto della Città. Adesso, lo sottolineo, cercheremo di unirci su questi interventi, legittimati appunto dal voto popolare».
Saranno felici ragazze e ragazzi, che hanno seguito da vicino pure il confronto consiliare. «Sì, sono soprattutto contento – tiene ad annotare il sindaco – per i giovani. Perché erano emerse pure in passato delle necessità di dare spazi informali, all'aperto, dove si potessero ritrovare e aggregare: è da trent'anni che si richiedeva uno skate park. Infatti, questo progetto è frutto di un processo partecipativo che ha coinvolto ragazzi e ragazze fin dall'inizio. E questo credo sia pure un approccio democratico importante. E sono contento, ribadisco, che anche loro avranno una risposta a quanto chiedevano».
Questo referendum, promosso sul versante politico anche da esponenti di Udc-Udf, Lista civica e alcuni rappresentanti del Centro, da parte sua e del Municipio è stato vissuto un po’ come un test dell'operato dell'autorità locale? «A mio avviso non lo è stato – ci risponde il sindaco –. Questa consultazione era legata al progetto in sé, che essendo all'ingresso di Mendrisio poteva suscitare anche dei timori. È normale che quando si va a votare su interventi di riqualifica non vi sia sempre una maggioranza assoluta. Qui è positivo che il responso sia netto: non ci sono dubbi su come proseguire. Penso sempre comunque che occorra considerare chi ha espresso il ‘no e far sì che il risultato finale sia soddisfacente per tutti. Per il Municipio è importante e lavoreremo di sicuro con questa sensibilità e attenzione».
La cittadinanza ha detto ‘sì’, come referendisti contavate, invece, prevalesse il ‘no’? «Sapevamo che il compito sarebbe stato arduo – riconosce Gianluca Padlina (Centro) –. Rimettere in discussione una decisione approvata dal Municipio e quasi all'unanimità dal legislativo non era semplice. Il Comitato si è scontrato su questo tema con tutti i partiti rappresentati nelle istituzioni di Mendrisio. Quindi sapevamo che il risultato non sarebbe stato facile da raggiungere. Va detta una cosa: avevamo la sensazione che il progetto fosse più controverso di quello che era emerso in Consiglio comunale. Alla prova dei fatti, essendo arrivati al 42 per cento, è risultato essere così. Chiaro che la maggioranza ha deciso di sostenerlo. Noi ne prendiamo atto serenamente. Eravamo convinti che si potesse fare di meglio per i giovani. Così non sarà, sarà realizzata la proposta del Comune».
Per i referendisti, chiariscono, finisce comunque qua. «Quando il popolo parla, il popolo ha ragione – rimarca dal canto suo Roberto Pellegrini (Udf) –. E la cittadinanza ha espresso il suo voto; ed è molto chiaro. Certo veglieremo sul controllo della spesa prevista. Riteniamo, in ogni caso, sia stato fatto un eccezionale esercizio civico. Anche perché un 40 per cento abbondante di ’sì' mostra che c’erano persone le quali, a differenza di legislativo e Municipio, avevano una opinione diversa. Quindi hanno potuto partecipare a quello che è il tipico atteggiamento svizzero. Ovvero che, nel limite del possibile, sia il popolo a decidere».
Da parte del Municipio si auspica che ora si possa trovare un punto di unione. «Per i punti di incontro ci sono sempre – ci risponde Pellegrini –. È chiaro che il nostro intento era differente. Del resto, non siamo mai stati contrari tout court al progetto, ma all'ubicazione. Spero che, nonostante questo, l'ex Macello possa diventare un luogo di incontro e che tutta la popolazione possa beneficiare, nonostante le nostre perplessità, di un investimento importante».
Che ne sarà della mozione per un freestyle-park? «Aveva senso quale alternativa alla soluzione del Comune – ci ricorda Padlina –. Verosimilmente andrò a ritirarla».