Chiuso il Punto di affluenza alla stazione, la Sem si orienta verso una ridistribuzione verso altri Centri dentro e fuori la Regione d’asilo
Le rivendicazioni dei Comuni del Basso Mendrisiotto sembrano aver fatto breccia nella strategia della Segreteria di Stato della migrazione (Sem). A Berna si è pronti, infatti, non solo a chiudere il Paf, il Punto di affluenza ricavato alla stazione ferroviaria di Chiasso, a partire da gennaio, ma pure a iniziare a ridistribuire i richiedenti l’asilo su altri Centri federali. La geografia delle strutture che verranno utilizzate, soprattutto nella regione, ancora non è stata definita: le valutazioni sono in atto e la situazione è in divenire. A quanto pare, però, la visita poco più di una settimana fa della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider nel sud del Ticino sta aprendo nuovi spiragli. Quanto basta per allentare un po’ la tensione con le autorità locali.
Imbucata la missiva subito dopo l’incontro con la ‘ministra’ di Giustizia e polizia, la disdetta vergata dal Municipio di Chiasso per gli spazi alla stazione diventa, dunque, operativa a tutti gli effetti. Una comunicazione ufficiale da Berna, ci conferma il sindaco Bruno Arrigoni, non è ancora giunta a Palazzo civico. Certo è, commenta, che «per noi è una buona notizia. In fondo, è ciò che abbiamo sempre chiesto», ricorda. Le intenzioni dell’esecutivo, in effetti, erano già state manifestate il giugno scorso a fronte anche delle condizioni logistiche del Paf; che Sonia Colombo Regazzoni, a capo del dicastero Sicurezza pubblica, non ha esitato a definire «indecenti».
In quell’occasione, ci fa sapere il sindaco, non era giunta risposta. Uno scritto era stato recapitato dalla Sem a inizio novembre, precedendo la visita della consigliera. E a quel punto la posizione di Chiasso era stata perentoria: niente proroghe. Ecco che l’orientamento odierno della Sem «per noi rappresenta un passo avanti. Qualcosa, insomma, abbiamo ottenuto», commenta ancora il sindaco.
Scritta la fine del Paf alla stazione Ffs, resta ora da riorganizzare l’accoglienza dei richiedenti l’asilo, che nelle strutture federali alla frontiera sud continuano a veleggiare attorno alle 600 unità. Quello stabile sin qui ha messo, infatti, a disposizione 300 posti – al momento ne sono occupati 240 –, che bisognerà sostituire. E qui la Sem si è orientata verso una soluzione già auspicata dalle autorità comunali e cantonali. «Le persone – ci fanno sapere, da noi contattati, i portavoce della Segreteria – saranno trasferite verso altri Centri federali d’asilo della Regione Ticino-Svizzera centrale oppure in altre Regioni d’asilo». Ciò chiama in causa, dentro i confini ‘regionali’, le strutture temporanee di Glaubenberg (inserita nella pianificazione ordinaria) o di Eigenthal o Emmen (quali ubicazioni di emergenza), o, al di fuori, le altre cinque Regioni di riferimento a livello nazionale.
Di conseguenza, ci fanno notare i portavoce, la chiusura di un centro inciderà sul tasso di occupazione degli altri. Richiedendo quindi uno sforzo maggiore nella pianificazione degli alloggi a disposizione a fronte di una situazione migratoria che viene definita sempre «tesa». In più, si ribadisce, la rinuncia al Paf potrà avere un impatto negativo pure «sull’efficienza delle procedure d’asilo e sulla loro durata», rallentando di fatto i processi. I richiedenti, in effetti, dovranno essere riportati di nuovo a Chiasso – prevedendo dei trasporti fra la cittadina e la nuova collocazione – per svolgere le procedure di rito. Un occhio attento lo si avrà pure per il personale impiegato adesso dalla Confederazione nel comprensorio. A seguito dei trasferimenti, ci spiegano, «la Sem farà tutto il possibile per impiegare il personale in altri Centri, nel limite del possibile».
Rimane poi fluida altresì la destinazione dell’ex Centro di registrazione, in via Motta a Chiasso, e lo stabile a Pasture usato oggi come soluzione temporanea in vista del varo, dalla primavera prossima, del nuovo Centro federale d’asilo a Balerna-Novazzano. Che destino avranno i due fabbricati provvisori? «Al momento non è possibile dirlo – ci rispondono i portavoce della Sem –. Ciò che è vero è che i due edifici di proprietà del governo federale saranno disponibili per un uso futuro, ancora da definire, a partire dal maggio 2024».
In ogni caso, sono previste delle consultazioni sul piano cantonale e comunale. Giro d’orizzonte atteso dai Municipi di Chiasso, Balerna e Novazzano. Il timore, come ci fa memoria ancora Arrigoni, è che si intenda mantenere l’attuale struttura di Pasture accanto a quella ora in costruzione Dal canto loro, gli esecutivi locali, come ribadito anche alla consigliera federale, non vogliono che si concentri nello stesso luogo un numero di richiedenti superiori ai 350 previsti. Come dire che le trattative saranno ancora lunghe.