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Le parole fanno la differenza: dentro la violenza di genere

La Città di Mendrisio accende i riflettori in un convegno. Obiettivo: smontare gli stereotipi e sensibilizzare la cittadinanza

7 ottobre 2023
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«Mi sovviene una frase della scrittrice italiana Michela Murgia, che le parole risalgono la corrente». Tiziana Madella, delegata alle pari opportunità della Città di Mendrisio, sa bene che le parole sono importanti. E che possono rivelarsi un’arma a doppio taglio. Per combattere stereotipi e pregiudizi occorre, infatti, oggi più che mai coltivare un linguaggio diverso. Ecco perché il Comune ha voluto aprire una riflessione, partendo proprio dalle parole: «Che veicolano ciò che siamo, il modo in cui viviamo, creando delle narrazioni. Non è vero – ci fa capire subito Madella – che ‘verba volant’, per dirla con i latini: le parole lasciano un segno». Lo lasciano pure nella quotidianità. Anche le scelte linguistiche, insomma, possono alzare muri e alimentare comportamenti che, spinti all’estremo, rischiano di sfociare nell’odio e nella violenza. E allora bisogna squarciare i veli e parlarne. Nasce proprio dalla volontà di spronare a una riflessione a tutto tondo sulla violenza di genere il convegno che la Città, al suo fianco Zonaprotetta e la Supsi, propone per mercoledì 11 ottobre – appuntamento dalle 13 al Mercato Coperto –, nel solco del Piano d’azione comunale delle politiche di genere, avviato nel 2022. La parola d’ordine di quello che sarà il primo di due momenti di sensibilizzazione – il secondo seguirà il 28 novembre, focus gli abusi in ambito domestico – sarà, non a caso, ‘non violenza’. «Nei nostri intendimenti – ci spiega la delegata – sarà un incontro importante per comprendere che tra le vittime oltre alle donne vi sono bambini e bambine, anziani e anziane, come le forme al maschile un po’ diverse dai modelli generali. Quindi l’obiettivo è quello di porci un focus più ampio».

Questione di scelte e dignità

Ad aiutare a contestualizzare il tema nella società contemporanea, primo ospite del convegno – che sarà aperto dal sindaco Samuele Cavadini, la capa dicastero Politiche sociali e Politiche di genere Françoise Gehring e dalla direttrice del dipartimento Educazione, cultura e sport Marina Carobbio –, sarà il professor Raffaele Bianchetti, giurista nonché specialista in criminologia clinica. «La violenza di genere, del resto – ci rende attenti Tiziana Madella – riguarda le scelte, la dignità, la libertà e ha spesso una matrice molto culturale. Ecco perché abbiamo pensato di declinare i vari argomenti pure sulla base di alcuni temi che noi consideriamo quasi degli automatismi: molto spesso ci sono degli stereotipi e delle visioni molto limitate». Scelte e visioni, anche linguistiche, che, richiama ancora, possono «pregiudicare l’accesso ad alcune categorie o fare in modo che talune categorie non si sentano rappresentate».

E di gabbie formative

Sarà, quindi, utile ascoltare ciò che avrà da dire anche la professoressa Annamaria Astrologo dell’Istituto di diritto dell’Usi. Ben consapevoli che linguaggio e parole ci portano dritti al tema delle gabbie formative. Non a caso si è pensato di invitare Rita Beltrami, per anni direttrice dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale, proprio perché ha lavorato molto sul tema. «Anche qui: maschi e femmine avviano un percorso scolastico uguale, fanno un cammino e poi – rimarca una volta di più Madella – a un certo punto le strade si dividono. Forti di analisi e ricerche, sarà interessante capire perché le ragazze vengono indirizzate verso studi di tipo umanistico e, viceversa, i ragazzi sono orientati verso formazioni tecnico scientifiche. E questo con motivazioni che non sono mai neutre, ma arrivano dalla società, dai docenti e non da ultimo dalla famiglia. Quindi ci sembrava importante creare una narrazione diversa».

Dentro l’universo maschile

Non ci si fermerà, però, lì. Tra i relatori il convegno annovera, infatti, pure Stefano Ciccone, dell’Associazione Maschile Plurale, nonché funzionario all’Università di Roma Tor Vergata. «A lui – anticipa la delegata della Città – chiederemo di dirci cosa sta succedendo nell’universo maschile. Si tratta di un tema poco affrontato: negli ultimi 20-30 anni, in effetti, i rapporti fra uomini e donne sono cambiati in maniera radicale. E c’è stata anche una grande trasformazione a fronte delle conquiste al femminile. Queste spesso vengono associate a forme di disagio maschile. Ciccone ha concentrato l’attenzione da un lato sull’importanza di evitare posizioni di vittimismo, dall’altro sulla tutela di forme diverse di maschile». Allo stesso modo con l’ultimo ospite, il sociologo Marco Coppola, responsabile di Identità Plurale di Zonaprotetta, ci si soffermerà sugli strumenti che ci possono permettere di aprire un po’ lo sguardo. Tornando così al nodo dell’educazione. A quel punto si aprirà il dibattito, moderato da Lorenzo Pezzoli, professore Suspi in psicologia applicata.

Una discussione quanto mai necessaria per andare alla radice del problema, sullo sfondo una piattaforma di confronto aperta a tutti (basta annunciarsi a www.supsi.ch/go/conferenza-violenza). «Stereotipi e pregiudizi condizionano ancora oggi pensieri e azioni sia sui maschi che sulle femmine. Per usare una metafora, sono un po’ come dei mattoni che costruiscono muri fra le persone e impediscono la conoscenza e a volte influenzano scelte e giudizi», ribadisce Madella.

Ma qual è l’esperienza dentro Palazzo civico? «Non abbiamo rilevato problematiche particolari, perché spesso si tratta di automatismi, radicati nella società, verso i quali abbiamo una certa sensibilità e sui quali stiamo cercando di lavorare con il personale e la cittadinanza. Nel nostro piccolo stiamo cercando di porre attenzione a questi temi, al linguaggio, inclusivo. E abbiamo iniziato a dialogare con alcuni docenti di materne ed elementari sull’educazione alle differenze di genere e al rispetto». Come dire, un piccolo grande passo, alla volta.