Mendrisiotto

Alex Farinelli, ‘La Svizzera siamo noi, è la nostra festa’

Il consigliere nazionale (Plr) è stato ospite del Comune di Chiasso in occasione del Natale della patria. Non è mancata una riflessione sui migranti.

Il consigliere nazionale
(Ti-Press)
1 agosto 2023
|

L’ospite d’onore di Chiasso in occasione del Natale della patria è stato il consigliere nazionale Alex Farinelli. In piazza Colonnello Bernasconi, dopo il tradizionale suono delle campane e alle produzioni della Civica Filarmonica di Balerna, hanno risuonato le sue parole di gratitudine ma anche di riflessione sui temi attuali, come quello dei migranti. C'è stato poi un momento dedicato all'inno patrio, seguito da una festa al Grotto Grütli/Casa Urani in zona Sottpenz.

‘Nata per dare sicurezza e prosperità alla popolazione’

«A fianco alle bandiere, alle lanterne, ai fuochi d'artificio o alle tante manifestazioni che simboleggiano il nostro orgoglio di essere svizzeri, il Natale della patria è soprattutto un momento in cui ci fermiamo un attimo a riflettere sul nostro paese». Fermarsi un attimo e «ragionare su quello che abbiamo intorno è importante, anzi oserei dire necessario». Sì, «perché la Svizzera non è sempre esistita, e il suo embrione, che ha preso vita 732 anni fa, è nato per un motivo molto semplice: dare sicurezza, e assicurare prosperità, alla propria popolazione». Da allora «sono cambiate moltissime cose: il mondo è diverso, la Svizzera è diversa, la popolazione è diversa. Lo scopo e l’obiettivo invece sono rimasti esattamente gli stessi: garantire prosperità e sicurezza alla propria popolazione».

Tema migranti: ‘La situazione è preoccupante’

«E a questo proposito – ha proseguito il consigliere nazionale – permettetemi di aprire qui una parentesi: sappiamo bene quanto viene fatto in tutto il Mendrisiotto, e qui a Chiasso in particolare, per affrontare la tematica dei migranti. E sappiamo anche quanto voi siate persone solidali. Per questo non si è atteso, come deputazione, quando la municipale Sonia Colombo-Regazzoni ci ha contattato per informarci della situazione: ci si è dati subito da fare».

«Non si trattava però di semplice marketing elettorale, proponendo ciò che non si può realizzare – ha precisato Farinelli – ma piuttosto rendere da subito attenti coloro che si occupano di questi temi, in particolare la Segretaria di Stato e la Consigliera federale, sul fatto che la situazione attuale è preoccupante e che si teme possa peggiorare». Non è infatti «accettabile che il peso di un problema venga lasciato semplicemente là dove si manifesta, per l’Europa il rischio è che sia l’Italia, ma per la Svizzera non può e non deve essere il Ticino e il Mendrisiotto». Solidarietà e impegno comune, «questi sono due elementi fondanti del nostro Paese. Siamo forse la nazione che più di ogni altra ha fatto della volontà di aiutarsi e sostenersi l'un l'altro il motivo della propria esistenza. Siamo una nazione piccola ma abbiamo una grande forza, ben superiore a quella dei nostri numeri: siamo uniti».

‘Fondamenta ancora più solide che 732 anni fa’

«Permettetemi di raccontarlo con un’immagine. Avete presente quando siete in coda all’aeroporto, ognuno con in mano i propri documenti? Siete lì e aspettate il vostro turno quando, in maniera inattesa, vedete un passaporto rosso in mano a un’altra persona. Non la conoscete, non sapete nulla di lei... eppure in quel momento sentite che vi è qualcosa che vi accomuna. Sentite in qualche modo di condividere qualcosa. Ed è proprio così. 26 cantoni 4 lingue 3 culture e 2 religioni principali. Eppure, la Svizzera, è una sola, e le nostre fondamenta sono solide, oggi ancor più che 732 anni fa quando nel mito tutto cominciò».

‘Il nostro Paese è composto da noi cittadini’

«Credo che la Svizzera, la nostra nazione non sia fatta in primis di valori astratti o dei loro simboli: il nostro Paese è fatto innanzitutto da noi, le cittadine e i cittadini che ogni giorno ne rappresentano l’esistenza. Ognuno di noi partecipa, giorno dopo giorno, a costruire questo paese. Ognuno di noi, con il suo agire, e con i suoi comportamenti, permette alla Svizzera di essere quello che è. Lo si fa lavorando, crescendo i propri figli, dedicandosi al volontariato, rispettando gli altri e le regole della società, tutto questo anche con gesti apparentemente insignificanti come quello di non gettare una cartaccia per terra o imbrattare un muro. La Svizzera siamo Noi, e in realtà oggi celebriamo la nostra festa: la festa di una popolazione che crede fortemente nel proprio modo di essere. Per questo sta a noi decidere, con il nostro modo di vivere, quale sarà il futuro del nostro paese, con l’auspicio che resti sempre quella Svizzera che ovunque siamo, orgogliosamente, ci portiamo nel cuore».