Mendrisiotto

I quadri viventi di Morbio Inferiore cambiano veste

Dopo tre anni di pausa forzata, sabato 29 luglio tornerà la processione organizzata in occasione della festa di Santa Maria dei Miracoli

Il Santuario di Morbio Inferiore si prepara al 29 luglio
(archivio Ti-Press)
13 luglio 2023
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La tradizione è secolare. Per Morbio Inferiore il 29 luglio rappresenta il giorno della festa patronale. Una festa, quella di Santa Maria dei Miracoli, che «negli anni ha mantenuto la sua bellezza e la sua qualità di appuntamento unicamente religioso» che commemora il miracolo del 29 luglio 1594, come tiene a sottolineare don Simone Bernasconi, rettore del Santuario di Santa Maria dei Miracoli. La giornata terminerà con un evento molto atteso e sentito, fermo da ormai tre anni: la processione con i quadri viventi. Quadri che sono stati completamente ristudiati e che si presenteranno con una veste nuova. A occuparsene, con don Simone, sono stati Francesco Rizzi e Giuseppe Crivelli che, in queste settimane di preparazione in vista degli allestimenti, hanno trovato il supporto dei cittadini del nucleo, i quali hanno messo a disposizione corti e spazi privati. Ad animare la processione ci saranno una cinquantina di figuranti di Morbio. I volontari attivi lungo il percorso saranno invece una trentina. Negli anni della pandemia le celebrazioni religiose hanno coinvolto anche la chiesa di San Giorgio. L'anno scorso ci sono invece state delle proiezioni luminose dei quadri viventi sulla facciata del Santuario.

Resta lo spirito di semplicità

Nato e cresciuto a Morbio Inferiore, di professione regista cinematografico, Francesco Rizzi ha coinvolto nel progetto una piccola squadra di collaboratori professionisti e si è avvicinato all'incarico «con un sentimento di affetto: anch'io da bambino ho fatto il figurante» e l'obiettivo è quindi quello di «restituire almeno in parte le sensazioni che ho vissuto in passato». Il punto di partenza è stato la decisione di «non fare rivoluzioni o inseguire chissà quali pretese artistiche – sottolinea Rizzi –. Ho voluto mantenere lo spirito di semplicità e spontaneità popolare che da sempre contraddistingue questa manifestazione basata sul contributo volontario degli abitanti di Morbio». Nel contempo il regista ha cercato di «aggiornare il disegno generale» dato che «le vecchie scenografie erano in funzione da ormai trent'anni e, con il periodo di stop dovuto alla pandemia, si è avvertito chiaramente il bisogno di un rilancio». Al regista è piaciuta «l'idea di lavorare su un percorso visivo ispirato ai Vangeli. Una bella occasione, diversa dal solito ma stimolante, di assecondare la mia passione per il racconto».

Il regista e le sue regole

I quadri saranno nove, manterranno la loro natura di scene statiche e senza dialoghi, con figuranti disposti in pose espressive. «Mi sono imposto delle regole – ammette ancora Rizzi –. Ovvero scegliere solo episodi che avessero per protagonista, o coprotagonista, Maria, utilizzare la luce (Led, a effetto neon) come strumento principale della narrazione e limitare gli elementi in scena all'essenziale, cercando di valorizzarli al massimo». Identificati i temi – sei relativi ad alcune tappe salienti della vita terrena di Maria, tre più idealizzati della tradizione iconografica mariana – è iniziata «la ricerca di immagini di riferimento, opere d'arte di varia epoca e natura che rispondessero anche agli altri due criteri scelti e che potessero fungere da base di ispirazione». L'obiettivo, tiene ancora a sottolineare Rizzi, «non è quello di una riproduzione perfetta o di accostamento a queste opere, ma quello di catturarne, in semplicità, l'essenza o alcuni aspetti peculiari».

L'ultimo quadro all'esterno del Santuario

Le varie postazioni della processione saranno distribuite nel nucleo di Morbio. «Il percorso sarà inverso a quello tradizionale – conclude Rizzi –. La processione partirà dal Santuario intorno alle 21.30 per poi avviarsi in via Mons. Noseda, via Cereghetti, via Francesco Chiesa e tornare in Santuario», dove ci sarà l'ultimo quadro. Il blocco dei sei quadri relativi alla vita di Maria sarà compatto e quindi separato dagli ultimi tre. Durante la processione l'illuminazione pubblica verrà spenta per valorizzare al meglio il lavoro svolto. Proprio per questo motivo, per quest'anno è stato pensato anche il cosiddetto ‘piano B’: in caso di maltempo, la processione verrà rinviata a domenica 30 luglio (indicazioni in merito verranno fornite sul sito del Santuario o telefonando al 1600). «Un'occasione unica, mai successa e che non si ripeterà – commenta don Simone Bernasconi –. Essendo il 29 luglio sabato, e volendo presentare al meglio i nuovi quadri viventi, ci siamo dati questa opportunità». Per l'occasione, via Francesco Chiesa sarà chiusa al traffico (con deviazioni alla rotonda di Santa Lucia e a Morbio Superiore) dalle 20.30 alle 23.

La storia: era il 29 luglio 1594

I documenti storici che attestano quanto accaduto nel 1594 a Morbio Inferiore sono custoditi nell'archivio diocesano di Como (una copia autenticata è depositata nel locale archivio parrocchiale). Dagli stessi emerge che sul colle di Morbio, dove ora s’innalza il Santuario di Santa Maria dei Miracoli, sorgeva anticamente un castello, attestato nel 1198 e demolito nel 1517 dagli svizzeri, che l’avevano ricevuto da Lodovico il Moro, signore di Milano. Del castello venne conservata per alcuni anni la cappella dedicata a San Bernardino da Siena, abbandonata nel 1550. Di quel piccolo oratorio rimase però l’affresco quattrocentesco della Vergine rappresentata in atteggiamento materno, mentre allatta Gesù. La storia del Santuario di Morbio inizia da questa icona, davanti alla quale, il venerdì 29 luglio 1594, si inginocchiarono due madri giunte da Milano con le loro figlie gravemente malate, Caterina e Angela. Erano salite fino a Morbio per essere benedette dal viceparroco, don Gaspare dei Barberini, conosciuto nell’intera regione quale esorcista. Quel giorno però era assente e bisognava attendere il suo rientro da Cernobbio, dove era sceso per la festa di Santa Marta. Improvvisamente le due fanciulle ebbero una crisi e le loro madri, aiutate da alcune donne subito accorse, le condussero davanti all’effigie della Vergine dove furono guarite. Otto giorni dopo l'evento, la Curia vescovile di Como istruiva il regolare processo canonico, che riconosceva, dietro la deposizione giurata dei testimoni oculari, la verità dei fatti accaduti e la loro natura prodigiosa e soprannaturale.