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Dall'arte urbana di Chiasso un messaggio di solidarietà

Durante l'estate verranno realizzate tre opere murali legate al tema del confine. Abbiamo incontrato gli artisti all'opera in questi giorni

Il muro pronto a cambiare faccia
(Ti-Press/Alessandro Crinari)
13 luglio 2023
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La loro presenza, in vicolo dei Calvi a Chiasso, non è di certo passata inosservata. Dopo aver dato uno sfondo alla parete messa a disposizione, la Truly Design si è messa all’opera per realizzare quella che sarà la prima opera di Urban Art a Chiasso. Nel corso dell’estate ne arriveranno almeno altre due – in via Odescalchi lavorerà Sir Taki (dal 28 agosto) e in via degli Albrici Mona Caron (la data deve ancora essere definita) – in attesa dell’arrivo di... Banksy allo Spazio Officina alla fine di agosto. La prima edizione della Urban Art di Chiasso rappresenta la novità dell’estate e lascerà alla cittadina opere murali che rifletteranno sul concetto di ‘confine e identità urbana’.

Chi sono i primi artisti

Come recita la sua scheda di presentazione, la Truly Design è una crew di artisti nata nel 2003 a Torino da una passione per graphic design, illustrazione e pittura. La sua produzione spazia dalle opere murali su larga scala a quelle anamorfiche fino agli interventi sui campi da basket, traducendo concetti attraverso l’astrazione geometrica, approcciando diverse superfici, decostruendo forme e spazi e contaminandoli con i colori. A Chiasso sono presenti in cinque. Al nostro arrivo sul posto, Emiliano si toglie i guanti e con il sorriso ci introduce in quello che è diventato il suo lavoro. «Emanuele, Mauro e io siamo i fondatori e a settembre saranno 25 anni che disegniamo insieme tutti i giorni – ci racconta –. Arriviamo da Torino dove, in periferia, ho iniziato a fare graffiti classici, quelli illegali». Una passione che è diventata una professione. «Grazie agli ottimi rapporti con le città, sono arrivate le prime opere pubbliche legali e, dopo qualche anno, abbiamo deciso di farlo diventare il nostro lavoro e aprire uno studio». Nell’avventura ticinese sono presenti «i nostri bracci destri» Gabriele («disegna graffiti da tantissimo») e Matteo («un illustratore incredibile»). Nello studio lavorano anche Elisa («la nostra assistente») e Giulia («una grafica bravissima che ci aiuta nella parte di comunicazione e grafica legata al nostro lavoro»). Il segreto di un’attività così longeva non può essere che nel gruppo. «Abbiamo tutti stili completamente diversi e poter essere all’interno di una squadra, di un nostro studio con una struttura particolare, ci dà l’accesso per poter realizzare dei progetti molto più grandi e molto più complessi – commenta Emiliano –. Di conseguenza troviamo tutti un compromesso e ci dividiamo i ruoli».

Quelle gru sopra le Alpi innevate

Il tema, come detto, è stato assegnato. Cosa vedranno i cittadini di Chiasso tra pochi giorni? «Abbiamo uno stile e dei colori che ci contraddistinguono – spiega ancora Emiliano –. Abbiamo uno stile geometrico in generale che si divide in due filoni: quello astratto, in cui lavoriamo sui concetti per simbologia, e quello figurativo, in cui abbiamo dei soggetti che traduciamo sempre in geometria». Nello stile «c’è un soggetto più riconoscibile. Visto che il tema riguardava i confini, abbiamo fatto le nostre solite ricerche, litigato tantissimo (ride, ndr) e abbiamo scoperto che la Svizzera è diventata una tratta di migrazione delle gru. Ci hanno stupito delle bellissime foto di gru che passano sopra le Alpi innevate. Quale messaggio più positivo e migliore degli uccelli che migrano e passano sopra i confini fregandosene altamente, visto che per loro non esistono?». Nella parte bassa dell’opera ci sarà quindi «la terra coltivata con le geometrie e tutte linee di confine e le gru che passano sopra senza che queste le tocchino». Quello che Emiliano e i suoi colleghi vogliono lasciare è quindi «un messaggio di solidarietà che vada oltre tutte le diatribe che ci sono lungo i confini». L’immagine è stata inizialmente proiettata sulla parete. «Tracciamo con gesso e pennarelli, poi diamo delle tinte per le campiture più grosse (che sono delle tinte date a pennello rullo) e tutto il resto è fatto con bomboletta spray».

‘Accoglienza (e caldo) incredibili’

Nel centro di Chiasso la curiosità per vedere l’opera terminata è tanta. Anche se sono passati pochi giorni, e non sempre a causa delle elevate temperature di inizio settimana gli artisti erano all’opera, sono state numerose le persone che si sono fermate a dare un’occhiata. «L’accoglienza, così come il caldo, è stata incredibile, non ce lo aspettavamo – ammette Emiliano –. In questi giorni alloggiamo al Tertianum e gli ospiti vorrebbero venire a vedere il disegno, ma abbiamo detto loro che a causa del caldo non era il caso». L’esperienza di Chiasso non è la prima in Svizzera per la crew. Loro opere si trovano all’interno della Vf di Stabio, ci sono state collaborazioni con il Politecnico di Losanna e la Città di Basilea. Oltre che all’estero. «Prima del Covid avevamo quasi il 40 per cento dei nostri lavori all’estero. La richiesta sta riprendendo da quest’anno». Nel corso degli anni sono cambiati anche gli sguardi con cui i lavori di Emiliano e i suoi colleghi vengono accolti. «All’inizio era un po’ più complicato – conclude il nostro interlocutore –. Adesso il nostro lavoro è molto più vicino al muralismo, che storicamente è visto con occhi diversi».

Il Municipio: ‘Vogliamo lasciare un segno quasi indelebile’

L’Urban Art dà la possibilità a tre artisti emergenti di presentare la loro arte nel contesto urbano in vicolo dei Calvi, via Odescalchi e via degli Albrici. Questi, per ora, i muri identificati e messi a disposizione. Così come accadde quasi cento anni fa, era il 1936, con il murale che Carlo Basilico realizzò sulla torre scenica del Cinema Teatro, considerato ancora oggi uno degli esempi più datati di pittura murale sul territorio elvetico. «Agganciandoci a questo precedente, e vendendo la possibilità di poter ospitare qualcosa legato a Banksy – spiega Davide Lurati, capodicastero Sport e tempo libero di Chiasso –, il Municipio ha deciso di sposare questo progetto legato a un’arte sempre più emergente che permetterà di lasciare a Chiasso un segno quasi indelebile». La parola d’ordine può essere solo una, e per Lurati è «Banksy: da una parte avremo le tre opere di Urban Art. D’altra parte Banksy sarà presente a Chiasso con una mostra cocurata da Nicoletta Ossanna Cavadini e Patrizia Cattaneo Moresi». Il Municipio, sottolinea in conclusione il capodicastero, «ha fortemente voluto e si è cercato questa opportunità grazie anche al lavoro della nostra responsabile marketing. Si tratta di un’idea nata nel maggio scorso e sviluppata nel corso di quest’anno». E in futuro potrebbero essere altri gli spazi urbani a cambiare volto. «Il cappello è proprio quello dell’Urban Art e l’idea è proprio quella di continuare anno dopo anno perché si tratta di un evento veramente all’avanguardia e di qualità per la nostra cittadina, per la nostra regione e per i visitatori, che attendiamo numerosi».