Un’interrogazione leghista solleva il tema delle persone in cerca d’asilo che ricevono un decreto d’espulsione, ottenendo ciononostante la cittadinanza
Da richiedenti asilo con decreto d’espulsione a cittadini svizzeri. È successo a oltre 7’000 persone in Svizzera negli ultimi vent’anni, come indicato dalla Segreteria di Stato della migrazione. Queste persone sono tuttavia “state naturalizzate ai sensi della vecchia legge sulla cittadinanza svizzera, in vigore fino alla fine del 2017”, precisa un’interrogazione leghista – primo firmatario: Stefano Tonini – che chiede lumi sul tema al Consiglio di Stato.
L’atto parlamentare ricorda inoltre che “le persone la cui domanda d’asilo è stata respinta possono comunque richiedere un permesso di soggiorno per casi di rigore. La persona riceve quindi un permesso di soggiorno di tipo B, che normalmente si rinnova annualmente. Dopo un soggiorno di dieci anni con un permesso B, un soggetto può ottenere un permesso di domicilio permanente C e, teoricamente, potrebbe anche richiedere la naturalizzazione”. Pertanto, si chiede al governo:
- In Ticino ci sono altri casi simili di richiedenti asilo con decreto d’espulsione con domanda pendente di cittadinanza Svizzera?
- Quanto costa mediamente una persona in questa situazione alle casse del Cantone?
- Di questi 7’000 casi quanti erano residenti in Ticino?
- Vi erano soggetti con precedenti penali che sono diventati cittadini svizzeri tra questi casi?
- Se vi sono stati casi in Ticino, ora le persone che sono diventate svizzere partecipano al benessere della nazione lavorando e pagando imposte?