Approda in Appello il caso dell'uomo condannato nel 2022 per aver sottratto con l'inganno oltre 13 milioni a tre imprenditori momò
Il sedicente discendente dell'ultimo imperatore di Etiopia non si arrende. E continua a professare la propria innocenza. Dopo essere stato condannato nel 2022 a una pena detentiva di sei anni, e dieci anni di espulsione dalla Svizzera, per aver sottratto con l'inganno a tre importanti imprenditori del Mendrisiotto una cifra superiore ai 12 milioni di franchi, Aklile Berhan Makonnen Hailé Selassié ha deciso di fare appello. Questa mattina alla Corte d'appello di Locarno, presieduta dalla giudice Giovanna Rogger-Will, il supposto principe ha rivendicato la propria onestà e la propria innocenza, presentando anche un certificato di nascita etiope a dimostrazione della sua discendenza reale.
I soldi che Makonnen, oggi 67enne, richiedeva alle sue vittime sarebbero serviti, stando a quanto raccontava, per far fronte a spese processuali di varia natura, oltre che a finanziare progetti umanitari nel suo Paese, l'Etiopia. Questo in attesa che riuscisse a riscuotere dei ‘gold bond’ emessi dal governo tedesco a cavallo tra le due guerre mondiali, e che avrebbero avuto un valore di oltre 175 miliardi di euro. I bond, va da sé, non hanno alcun valore; e i soldi ricevuti dai tre imprenditori sono stati spesi, per usare le parole della procuratrice pubblica Chiara Borelli, «per vivere nei vizi e nel lusso».
«Anche se stamattina avessi davvero creduto che era un principe, vedendo quell'atto di nascita mi sarebbero venuti dei dubbi», ha detto in aula l'avvocato Luigi Mattei, che rappresenta la principale vittima delle trame di Makonnen, fattasi accusatore privato. «È la prima volta che vedo un atto di nascita che riporta anche le generalità del nonno, in particolare quello materno». Sia l'accusa privata che la pp non hanno avuto dubbi nel ribadire la colpevolezza del 67enne, che per oltre vent'anni (le sue trame sono infatti iniziate già a metà degli anni '90), ha ingannato, mentito, e sfruttato la fiducia concessagli da questi imprenditori, che hanno continuato a versargli soldi, convinti di aiutare una persona nobile e di partecipare a un progetto grandioso, ossia quello della ricostruzione dell'Etiopia.
Nel pomeriggio si dovrebbe concludere la requisitoria, mentre la difesa prenderà la parola domani.