A sollevare le criticità il Plr, che invita a rinviare il dossier. Centro e Sinistra e Verdi, invece, ci credono, sullo sfondo il centro civico
Su un punto a Balerna la politica, da Sinistra a Destra, è pronta a convergere: l’edificio, lì nel cuore del paese, che sino a poco tempo fa era occupato dall'Ufficio postale è strategico e di sicuro interesse. Così come lo è il comparto urbanistico nella geografia del Comune, sullo sfondo la possibilità di riprendere in mano le sorti del centro civico. Il nodo da sciogliere, lunedì prossimo, per il Consiglio comunale è piuttosto un altro: l’acquisto della quota di stabile messa in vendita dalla Posta urge davvero? Sul tavolo, pronti per essere investiti nell’operazione immobiliare, il Municipio ha messo 510mila franchi, che ora attendono il via libera consiliare. Prima, però, l’aula sarà chiamata a votare su una proposta di rinvio.
Il quesito, rimasto in sospeso, ha già fatto discutere e dividere le Commissioni della gestione e delle opere pubbliche. A iscriversi tra gli scettici, in questo caso, sono i rappresentanti del Plr, autori di due rapporti di minoranza. In chiara dialettica con loro le altre forze politiche, ovvero il Centro e la Sinistra e i Verdi. A oggi, come rilevano per le Opere pubbliche i liberali radicali Edy Muscionico ed Ezio Crivelli, “ci troviamo a dover votare su un messaggio di richiesta di credito che dal nostro punto di vista è incompleto e che lascia diversi dubbi e punti interrogativi”.
Dopo essere stati sul posto e aver effettuato un sopralluogo, i commissari del Plr non si sono lasciati convincere, anche se riconoscono la valenza strategica della proprietà “dal punto di vista urbanistico per la sua posizione centrale, e per la vicinanza al comparto Municipio/scuole”. Del resto, l'area – a esclusione della palazzina residenziale – è già inserita nell'attuale Piano regolatore in una zona Ep, ovvero destinata a edifici pubblici, e figurerà vincolata a una zona per Costruzione di interesse pubblico (Cp) nella pianificazione in fase di revisione. L'aspirazione municipale che torna d’attualità? Dare forma a una vera e propria piazza.
E proprio l’interesse pubblico agli occhi della maggioranza (in particolare della Gestione) risulta essere “evidente, dimostrato e supera ampiamente il rischio maggiore che si verrebbe a creare dall’ingiustificato tergiversare che darebbe, invece, occasione concreta ad acquirenti privati di inserirsi, con successo, nelle trattative con Posta Immobili Sa e ciò indubbiamente in barba agli interessi dei nostri cittadini”, per dirla con i commissari Michele Fürst, Jessica Carvalho França, Marco Cattaneo, Fabio Canevascini e Alessandro Chiarello. In altre parole, l'acquisizione del fabbricato costruito agli inizi degli anni Cinquanta e ampliato negli anni Ottanta – peraltro, annotano, a "un prezzo equo e vantaggioso” – è “un elemento imprescindibile” e completa il fronte su cui affacciano l’ex asilo, il Palazzo comunale la casa ex Jäggli. E d'altro canto, rintuzza la minoranza, non potersi assicurare l’intero comparto depotenzia l'interesse urbanistico. Un dilemma, insomma, quello che si pone ai consiglieri comunali.
Ad alimentare, d'altra parte, le perplessità del Plr sono altri aspetti dell'incarto. Il primo a essere definito “critico” da Muscionico e Crivelli è legato al fatto che il complesso è una comproprietà, divisa tra la Posta e la Fondazione ecclesiastica San Vittore martire di Balerna. Regolamento alla mano, temono possa essere “molto difficile approntare dei progetti sul sedime o negli stabili”. E qui si apre il tema della possibile acquisizione della quota che appartiene alla Fondazione, la quale, al momento, come fa sapere la maggioranza della Gestione, non sembra intenzionata a vendere. Anche se la disponibilità a trattare è data e il Comune potrebbe beneficiare di un diritto di prelazione.
Ecco che per la minoranza appare “di estrema importanza conoscere le intenzioni della Fondazione, non solo sulla disponibilità a vendere, ma anche a che prezzo”. Tanto più che l’esecutivo era già al corrente delle intenzioni della Posta di mettere sul mercato lo stabile nel corso del 2022. Come dire che c’era tutto il tempo per andare a fondo della questione, muovendosi poi con le “giuste garanzie”, danno man forte i colleghi, in minoranza della Gestione, i Plr Carlo Valsangiacomo e Giovanni Martelli. E allora, si suggerisce, perché non prendersi da qui alla fine dell'anno per fare le verifiche del caso, assicurandosi un diritto di acquisto con la Posta forti del mezzo milione a disposizione. In più, optare per un rinvio del messaggio, concludono i commissari Plr, darebbe modo al Municipio di fornire delle indicazioni di massima sullo sviluppo futuro del comparto, fermo restando l'intenzione dei lanciare un concorso di idee utile a definire i contenuti della riqualifica dell’area.
Sposandosi sul versante dei favorevoli, anche all’interno delle Opere pubbliche Niska Maspoli Brügger, Christian Cambieri, Federico Pagani, Daniela Benzoni e Michele Riva sono convinti che “gli aspetti positivi legati all’acquisto delle quote di comproprietà della particella siano nettamente preponderanti rispetto a eventuali e ipotetiche problematiche di natura giuridica”, quali quelle legate al regime di comproprietà. Regime, sono dell’avviso i commissari, “non costituisca un concreto ostacolo ai possibili sviluppi del comparto”. Il problema, si insiste, è semmai quello di non agire in tempi brevi. L’edficio, si fa capire, potrebbe infatti “invogliare all’acquisto anche privati intenzionati a installarvi una propria azienda”, privando il Comune “della possibilità di creare situazioni di aggregazione e d’interesse comunale”.
Soppesati pro e contro toccherà al legislativo, adesso, decidere che direzione prendere.