Un progetto, nato dalla collaborazione tra il Politecnico di Zurigo e la Supsi, punta a ridurre al minimo gli sprechi
Una stampante 3d che utilizza il materiale di scarto delle cave. È questa l'idea nata dalla collaborazione tra il Politecnico federale di Zurigo (Eth) e l’Istituto scienze della Terra della Supsi, per far fronte alla sfida di smaltire grandi volumi di scarti delle cave, che in Ticino possono raggiungere addirittura il 40% della produzione totale.
“Fra marzo e aprile 2023, per una durata di circa cinque settimane – si legge nel comunicato diffuso da Supsi –, la stampante 3d è stata trasferita nella suggestiva cornice delle cave di Arzo. Partendo dagli scarti della cava stessa, la stampante produce elementi architettonici ornamentali che hanno la caratteristica di essere personalizzabili; l’estetica che ne risulta è, inoltre, particolarmente apprezzabile perché simile, nella composizione e nel colore, alla pietra originale”.
Per chi fosse interessato, sarà possibile scoprire di più su questa tecnologia, martedì 11 aprile alle 10.30, nella suggestiva cornice delle cave di Arzo, dove è prevista una presentazione da parte dei ricercatori con la possibilità di vedere la stampante in funzione.
Chi fosse interessato è pregato di annunciarsi a media@supsi.ch.