Il complesso residenziale progettato accanto al Centro di pronto intervento suscita nuove opposizioni
Porta il nome di un fiore (la peonia), che tradotto significa ‘tesoro viola’. Ma ciò non è bastato a far digerire ad alcuni cittadini di Mendrisio il fatto che avranno per vicino un nuovo complesso residenziale, ribattezzato appunto ‘Shikou’. Neppure la terza versione del progetto presentato di recente al Municipio della Città ha, infatti, convinto tutti tra i confinanti. Almeno due le opposizioni recapitate martedì ai servizi comunali. A impensierire sono, innanzitutto, le dimensioni dell’operazione immobiliare prospettata accanto al Centro di pronto intervento su una superficie di 3’600 metri quadrati. L’edificio, disegnato a forma di ‘V’, agli occhi di chi lo contesta appare, infatti, manifestamente ‘fuori scala’ per i suoi volumi e le sue altezze, oltre che per i suoi 61 appartamenti, 6 commerci, 19 uffici e 2 esercizi pubblici. Il tutto per un investimento, quello annunciato da BB Group Sa, di 18 milioni di franchi circa.
Visto da vicino, c’è più di un aspetto a lasciare delle perplessità nelle persone che hanno deciso di contestare i contenuti del dossier che, presentato una prima volta nella primavera del 2020, mira a staccare una licenza edilizia. Oltre a essere voluminoso, lo stabile, che si sviluppa su tre fondi a cavallo tra via Castellaccio e via Vignalunga, non convince per talune sue scelte a fronte della sua ubicazione. Ovvero lì all’ingresso del Borgo, con due stazioni a poca distanza (Mendrisio e Mendrisio San Martino), e accanto il cimitero. E per gli opponenti quella visuale sul camposanto stride un po’ con la presenza, giusto giusto sul tetto-giardino dell’immobile, di un ‘cocktail bar’.
L’analisi di chi è determinato, al momento, a mettersi di traverso a questa nuova operazione immobiliare, però, va oltre. Ad attirare l’attenzione nel dossier importante (anche nelle dimensioni dei faldoni) è stata una lettera di poche righe, che ai più poteva anche sfuggire durante l’esame della documentazione in pubblicazione sino a martedì. Nella missiva promotori e progettisti confermano, in effetti, di riservarsi la possibilità di iscrivere per intero il pacchetto delle abitazioni ricavato nel complesso tra le residenze secondarie. E questo facendo leva sul contingente di case di vacanza ‘assegnato’ a Mendrisio.
Una quota comunale non ancora esaurita e che, nello scritto imbucato all’indirizzo del Municipio cittadino, viene definita come "favorevole". In buona sostanza, si fa sapere ancora, in linea di massima gli appartamenti "verranno venduti quale residenza primaria e secondaria a seconda delle esigenze di mercato". Salvo poi comunicare, si annota, per tempo "la percentuale esatta di residenze secondarie al termine delle vendite". Ma prendendo le mosse da un discorso turistico.
Sta di fatto che questo orientamento preoccupa i vicini contrariati dal progetto. La scelta di optare per alloggi per vacanzieri appare, si motiva, problematica. A maggior ragione in una zona che a Piano regolatore viene indicata come residenziale intensiva e si trova, come detto, nelle vicinanze delle infrastrutture ferroviarie ed è vocata a prime case e domiciliati. Alla fine se altri dovessero attingere alle abitazioni per le ferie, il contingente, si lascia intendere, verrebbe presto ‘consumato’.
Sullo sfondo si palesa, infine, un’altra riflessione che si lega al Piano direttore comunale, ancora sotto esame commissionale. Uno strumento che per il comparto in cui si innesta la ‘Residenza Shikou’ prevede alberature e passaggi pedonali, il che fa ipotizzare un possibile contrasto con le intenzioni dei promotori.
Ora le argomentazioni di chi si oppone si confronteranno con le motivazioni dei costruttori. Dal punto di vista di questi ultimi, infatti, il complesso, "si pone a confine tra zone diverse (artigianale, residenziale) e lungo assi di comunicazione principali (strada cantonale, ferrovia), assumendosi l’onere di ricucire lo strappo urbanistico sulla porta nord di Mendrisio". Detto altrimenti lo si propone come un intervento di urbanizzazione. Intervento che, come emerge dall’incarto, abbina la presenza di alloggi a quella di ‘take away’, una lavanderia automatica, un tabaccaio e bar, ma anche spazi di svago, aree verdi e una piazza. Ora non resta che attendere gli sviluppi della pratica.