Mendrisiotto

Più moltiplicatore a Mendrisio: ‘Una scelta di responsabilità’

Il Municipio traccia la sua via. ‘Adesso tocca al Consiglio comunale indicare la strada politica da intraprendere’

Adesso è il tempo delle scelte
(Ti-Press)

A volte le scelte si impongono. E oggi la Città di Mendrisio si trova giusto giusto a un bivio. Per tornare nelle cifre nere con i conti occorre prendere delle decisioni, anche se scomode. Come, ad esempio, ritoccare verso l’alto il moltiplicatore di imposta. Vista dallo scranno del Municipio quella messa sul tavolo del Consiglio comunale è, di fatto, una proposta obbligata, che era nell’aria (anzi, nelle intenzioni e nero su bianco a Piano finanziario). Agli occhi dell’esecutivo (compatto su questa posizione) per contenere il disavanzo, che nelle previsioni del 2023 lievita sino a sfiorare i 4 milioni di franchi, occorre alzare l’asticella di 2 punti percentuali, passando dal 75 a 77 per cento. Mantenere lo status quo – lì dove la leva fiscale è dal 2014 – significherebbe, si rende attenti, spingere il deficit fino a 5 milioni. Non solo, il rischio, si fa capire in modo netto, sarebbe quello di non doversi limitare a potare qua e là tra le voci del bilancio, ma di dover tagliare in modo deciso servizi alla popolazione. E poi c’è da tutelare il capitale proprio, a 32 milioni, in vista delle generazioni future. Il sindaco della Città, Samuele Cavadini, non lascia spazio all’interpretazione: bastano due aggettivi. «Visto il nostro presente – chiarisce – era inevitabile: non pensarci (alla revisione del moltiplicatore, ndr) sarebbe stato irresponsabile. Del resto – ricorda –, era già negli intendimenti dell’esecutivo aumentare la pressione fiscale. A suo tempo avevamo detto che avremmo valutato attentamente e agito se strettamente necessario a fronte di una tematica che si relaziona alla cittadinanza». Il fatto è che il Municipio della Città non ha visto altra via d’uscita. O meglio la via tracciata, annota ancora il sindaco, è chiara e non va persa di vista. Anche perché, «la situazione – ribadisce – è seria». A rincuorare c’è lo spiraglio di luce che giunge dal Consuntivo 2022. Non si vogliono fare cifre (non ancora, «per scaramanzia»), ma il quadro, concede il segretario comunale Massimo Demenga, «è migliore rispetto al passato preventivo e in modo abbastanza sensibile, ma rimaniamo nelle cifre rosse».

‘È finito il tempo dei risparmi minuti’

Le difficoltà, in effetti, sono evidenti e le incertezze del momento tante. Uno stato di cose che si è riverberato nelle cifre della contabilità cittadina. Il sindaco non teme di mettere il dito là dove duole: gli effetti della pandemia, la crisi energetica e l’inflazione – «che per un ente pubblico è particolarmente drammatica e si ripercuote su più tematiche» – si sono sovrapposte a un deficit monitorato ma strutturale. A quel punto le misure di risparmio – «tuttora in atto» – non si sono rivelate più sufficienti, lasciano intendere a una voce Cavadini e il capodicastero Finanze Daniele Caverzasio. Non se l’obiettivo resta quello di correggere la rotta e contenere le cifre rosse; consapevoli che un pareggio ora come ora non è possibile.

Più su, ma non troppo

«È finito il tempo dei risparmi minuti – esplicita Cavadini –, pur mantenendo l’attenzione sulla spesa pubblica. Se si vogliono chiudere i conti nelle cifre nere o si tagliano i servizi o si aumenta il moltiplicatore». Più chiaro di così. «Ci si chiederà, allora, perché non abbiamo alzato oltre la quota – sgombra il campo Cavadini –: non volevamo eccedere nell’accrescere la pressione fiscale a fronte degli altri rincari a cui è sottoposto il cittadino. E d’altra parte, 2 punti in più per la maggioranza della popolazione non sono ‘drammatici’». A consigliare al Municipio una accelerazione moderata è, d’altro canto, il momento incerto. «A oggi non si capisce fino in fondo se questa situazione si consoliderà o meno a livello di inflazione, costi energetici e delle materie prime. Occorre attendere indicatori più chiari per assumere decisioni più ‘pesanti’».

Niente tagli ai servizi

Ciò che più sta a cuore all’esecutivo cittadino, arrivati sin qui, è mandare un «messaggio forte e coraggioso» alla popolazione. «I servizi, anche importanti per la cittadinanza, non saranno tagliati – scandisce il sindaco –. Anche perché rappresentano, in taluni casi, degli ammortizzatori utili per superare meglio questa crisi. E mi riferisco alle prestazioni sociali o alla cultura e al tempo libero». In altre parole, se si interverrà lo si farà unicamente attraverso ritocchi e miglioramenti». Mendrisio terrà la barra dritta pure sugli investimenti, che non verranno rallentati, «pur stringendo i denti», chiosa Cavadini. Nella breve lista consegnata dall’esecutivo spiccano i 4,5 milioni per la casa anziani Santa Lucia ad Arzo, i 2,2 milioni destinati all’alveo del fiume Laveggio o il milione e 300mila franchi per il Parco Sanc a Besazio.

Cifre ingovernabili e costi

Il resto la Città lo affida alle altre cifre, che parlano chiaro. Di numeri ne bastano tre per restituire le asperità del momento. «Calcoliamo – esemplifica Caverzasio – che su ogni franco di spesa possiamo governare 30 centesimi, gli altri 70 sono governati da leggi superiori e contratti di prestazioni. Quindi nell’esercizio del contenimento della spesa è complicato tagliare sulla parte gestita dal Comune». Lo è ancor più davanti a 4 milioni di costi supplementari. L’elenco consegnato dal capodicastero Finanze è emblematico. «Abbiamo registrato 2 milioni in più alla voce anziani, 650mila franchi per tassi d’interesse, 300mila per l’energia e 100mila per le materie prime. In totale si parla appunto di circa 4 milioni». Senza trascurare le ricadute di oneri dettati dai piani superiori: la spesa per gli anziani, da sola, ‘vale’ un quinto del gettito fiscale complessivo (di 60 milioni). Quota, fa presente Demenga, che va a sostegno di questa fascia della popolazione. Allo stesso modo l’introduzione a livello cantonale di nuove misure a favore della scuola (come i docenti di appoggio) ha comportato da un giorno all’altro mezzo milione in più.

Uno studio sul potere d’attrazione

Essere una città polo, d’altro canto, ha i suoi oneri, anche nei confronti del comprensorio di riferimento e della regione. Una Città, Mendrisio, che sta cambiando, come fa memoria Caverzasio, ma soprattutto dinamica. In effetti, rilancia il capodicastero, «le carte da giocare le abbiamo tutte». E non solo tanto per dire. Oggi l’autorità locale ha delle «conferme scientifiche», come assicura lo stesso sindaco, sulle potenzialità del Comune quanto a potere di attrazione sulle imprese e sulle famiglie. A «lasciar bene sperare», infatti, ci sono le risultanze di uno studio che il Municipio ha commissionato a un gruppo di consulenti esterni. I segnali, almeno su trasferimenti e nuovi insediamenti di aziende già ci sono, anche se ancora non sono chiari gli effetti che avranno sulla contabilità comunale.

Le resistenze politiche

Le argomentazioni all’esecutivo, insomma, non mancano. Tra i banchi del legislativo, però, le resistenze nei confronti di un moltiplicatore al rialzo ci sono, eccome. Nell’ultimo anno abbondante si sono fatte strada soprattutto dalle parti del Centro (già Ppd). Come si pensa di veicolare il messaggio? «Lo ripeto – ci risponde il sindaco –, per noi è stato un intendimento di responsabilità: non siamo più in una situazione in cui un moltiplicatore al 75 per cento ci mette in tranquillità. Il fatto di aver previsto un leggero aumento e di comunque continuare con un’attenzione alla spesa, con i processi di riorganizzazione interna, è quella via tracciata che continuiamo a perseguire. «Se il Consiglio comunale – richiama ancora Cavadini – riterrà che questo non è sufficiente e che bisogna risparmiare di più, allora nel dibattito politico dovremo capire dove si vuole andare a colpire e chi. Ma deve essere una scelta politica. Noi al momento non abbiamo valutato di procedere con dei tagli, ma è una possibilità che resta. Se sarà necessario agire perché le finanze perderanno completamente il governo o il rientro in cifre ragionevoli, sarà il Municipio per primo a chinarsi in maniera più marcata». E qui Caverzasio va dritto al punto. «Capiamoci, ora come ora con un disavanzo ventilato – con il moltiplicatore al 75 per cento, ndr – a circa 5 milioni, non si tratta più né di tagliare sulla carta, né di spegnere le luci. Faccio un solo esempio, se oggi dovessimo chiudere tutto a livello della voce ‘Museo e cultura’, licenziando il personale (cosa impossibile e che non vogliamo di certo, sia chiaro) ne ricaveremmo 2,6 milioni sulle spese correnti. Questo fa comprendere che trovare 5 milioni di tagli all’interno del bilancio attuale, a fronte di cifre che non gestiamo in toto noi, non è semplice avendo poco margine di manovra. L’unica via, quindi, è mantenere servizi di qualità al cittadino e cercare di accrescere, dove possibile, l’attrattività della Città per attirare contribuenti, a tutto vantaggio dei bilanci».

Morbio Inferiore

Meno pressione fiscale

Il moltiplicatore d’imposta di Morbio Inferiore passerà dall’86 all’84%. È quanto emerge dal preventivo 2023 presentato dal Municipio. Sarà il Consiglio comunale a dover approvare la misura nell’ambito dell’esame dei conti che stimano un disavanzo pari a 738’000 franchi a fronte di un fabbisogno valutato in 11,3 milioni di franchi (spese per 17,4 milioni e ricavi per 5,8) e di un gettito fiscale stimato in circa 10,6 milioni. L’esecutivo spiega le ragioni alla base della proposta: "Alla luce dei risultati positivi registrati ormai da diversi anni, tenuto conto anche delle sopravvenienze ancora da realizzare e del capitale proprio accumulato in questi anni, il Municipio ritiene che esista il margine per proporre una riduzione del moltiplicatore già a partire dal 2023". La percentuale proposta porterebbe sì a un disavanzo ma "considerata la prudenza con la quale le diverse voci di preventivo sono state valutate e alla luce delle importanti riserve stimate sulle imposte degli anni precedenti, risulta ampiamente sopportabile". Per quanto riguarda la variazione delle spese effettive, diminuite di circa 845mila franchi rispetto al preventivo 2022, "è riconducibile allo stralcio delle spese riguardanti il servizio di approvvigionamento idrico per oltre un milione di franchi". La gestione idrica verrà affidata al nuovo Consorzio servizio idrico del Basso Mendrisiotto (Sibm), la cui entrata in funzione è prevista per il 1º gennaio. Andiamo più nel dettaglio. I costi del personale registrano una leggera contrazione, con un minor costo rispetto al preventivo di quest’anno di circa 22mila franchi. Le spese per beni e servizi registrano, nel complesso, una diminuzione di oltre mezzo milione di franchi. Diminuiti anche gli ammortamenti ed eliminati i costi delle voci introdotte precauzionalmente nel 2022 riguardanti la pandemia di Covid 19. "La stima dell’evoluzione dei ricavi fiscali in sede di preventivo risulta come sempre estremamente complicata". Nonostante queste incognite, "l’evoluzione delle entrate fiscali non desta al momento particolari preoccupazioni".

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