Costruito un impianto di trasbordo delle merci dalla gomma alla rotaia. Ma sin qui le Ffs non hanno ancora pubblicizzato il servizio
La grande spianata distesa per diverse centinaia di metri accanto ai binari al momento è vuota. Ma promette di saper fare posto a un bel viavai di camion. Una illuminazione all’avanguardia getta un fascio di luce su una infrastruttura un po’ discosta dalle vie di comunicazione, ma per anni invocata come strategica per la realtà del Mendrisiotto. Di fatto, lungo il fascio U della stazione smistamento di Chiasso – per la geografia locale in realtà lì tra Balerna e Novazzano, nel comparto del Pian Faloppia – c’è tutto quello di cui una piattaforma per il trasbordo delle merci ha bisogno; inclusa una sorta di braccio meccanico che non attende altro che di entrare in azione. Rimasto nel cassetto per un paio di decenni, pubblicato nel febbraio del 2002, oggi il progetto delle Ffs è una realtà. Lo è dopo che il cantiere era stato varato nell’ottobre del 2018 immaginando circa un paio di anni di lavori. Nei fatti ce n’è voluto uno in più.
Tra gli addetti ai lavori l‘hanno sempre ribattezzato terminale ‘huckepack’, in buona sostanza si tratta di un impianto per trasferire il traffico dei container dalla gomma alla rotaia. Certo le dimensioni sono a misura di Distretto – niente a che vedere con la struttura di Busto Arsizio, per capirci –, ma utili a incentivare l’intermodalità sul territorio. Del resto, nelle intenzioni iniziali vi era proprio l’obiettivo di realizzare un servizio a carattere regionale. E il primo a crederci è stato l’Ufficio federale dei trasporti, che ha finanziato l’opera. Un intervento per il quale da subito si era prospetto un investimento di circa 10 milioni di franchi.
Il dossier, d’altro canto, girava sui tavoli di autorità locali e addetti ai lavori da un po’, fin dal 1988, e con alterne fortune. Scomparso, poi riapparso; era stato tolto dal cassetto e rispolverato nel 2017 dall’allora Ceo delle Ferrovie Andreas Meyer quando, in agosto, si era fermato a Chiasso per annunciare nuovi investimenti di peso – per oltre 250 milioni, orizzonte temporale il 2040-2050 – a favore del comparto. Una operazione, da ciò che si vede adesso, coronata da successo dopo aver riservato quell’area all’"esercizio ferroviario".
In realtà, come ci confermano dalle stesse Ferrovie, il terminale è operativo già dal settembre dell’anno scorso ed è «a disposizione di tutti gli attori del traffico merci su rotaia».
Sinora le Ffs non hanno, però, pubblicizzato in modo evidente la presenza del nuovo impianto. Anche se tra gli specialisti del settore è conosciuto e, a quanto pare, ha suscitato interesse. Nonostante le apparenze le sollecitazioni, insomma, non mancano e sarebbero diverse. Il portavoce Patrick Walser, per ora, preferisce non sbilanciarsi.
«Oggi il nuovo sito di trasbordo non è ancora usato regolarmente. Ma queste strutture sono molto ben utilizzate – ci conferma –. È comune nel settore ferroviario che sia necessario un certo tempo di avviamento prima di poter sviluppare un nuovo traffico. Ci sono già alcune richieste in tal senso per la nuova struttura di carico, ma attualmente non possiamo darne conto per motivi di riservatezza», spiega ancora a ‘laRegione’ il portavoce Ffs.
Il meccanismo, poi, è quello proprio alla gestione della rete su rotaia. «La capacità – precisa Walser – viene definita attraverso il processo di assegnazione delle tracce». Agli operatori basta annunciarsi e prenotarsi: l’impianto di carico, in effetti, è gratuito. Quanto farà breccia fra i trasportatori resta ancora da vedere. Nei piani del 2002 si stimavano 120 spedizioni giornaliere, nei due sensi. Ma al momento possiamo rifarci solo alle stime inserite nella documentazione, peraltro voluminosa, che, a suo tempo, aveva accompagnato la presentazione dell’iniziativa, in particolare ai due Comuni toccati per territorio. Tant’è che l’accesso all’area avviene da una strada comunale che incrocia con via Passeggiata e introduce, superato un ponte a doppio senso di marcia a cavallo del riale Raggio, al grande piazzale delle Ferrovie. Uno spiazzo da oltre 9mila metri quadrati.
Le Ffs, in ogni caso, hanno ben chiaro quale sarà il ruolo del terminale al fascio U nella rete ferroviaria in Ticino. «L’impianto – ci spiega ancora il portavoce – serve come estensione delle strutture di trasbordo esistenti a Chiasso e in sostituzione delle strutture di carico libero di Stabio e Mendrisio (a suo tempo in conflitto con le nuove linee ferroviarie per Varese)». Al contempo, aggiunge Walser, «gli impianti di trasbordo esistenti a Chiasso (binari del fascio Z) sono utilizzati da Hupac e RailCare per il trasporto combinato e, in misura ridotta, per altre merci».
E a proposito di gruppi che operano nell’ambito del trasporto combinato, in passato – quando ancora il terminale era solo sulla carta – Hupac si era fatta avanti, ma poi nel 2006 aveva rinunciato all’idea e si era ritirata. Aver concretizzato questa nuova piattaforma potrà riaccendere l’interesse? La domanda per adesso resta in sospeso.
Ciò che conta, oggi come ieri, agli occhi delle Ferrovie è aver costruito un nuovo piazzale di carico e scarico a vantaggio della clientela del trasporto merci nella zona di Chiasso smistamento. Come detto già a suo tempo e ribadito ora, colmerà l’assenza di impianti a sud della galleria di base del Monte Ceneri a seguito della dismissione delle strutture di Mendrisio e Stabio, chiusi con la realizzazione della linea Mendrisio-Varese. Tant’è che quattro anni or sono si prefigurava un movimento giornaliero di 1’600 tonnellate di merce, in arrivo e in partenza.
Quanto agli sviluppi futuri, sono legati al prolungamento di AlpTransit a sud. Un capitolo, però, ancora tutto da scrivere.