L’esecutivo di Castel San Pietro ribadisce il suo impegno nella risoluzione dell’importante tematica locale, regionale e cantonale
Il Municipio di Castel San Pietro avrà a disposizione un gruppo di lavoro a supporto del suo operato per la Masseria di Vigino. Questo gruppo avrà "compiti sia propositivi che di carattere consultivo su eventuali progetti o possibilità che si svilupperanno a favore della ricostruzione della Masseria di Vigino". Riunito in seduta lunedì sera, il Consiglio comunale ha respinto – con 2 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti – la mozione di Donatella Lavezzo (Sinistra e Verdi) e cofirmatari che chiedeva appunto la creazione della commissione speciale per la salvaguardia della Masseria con lo scopo di raccogliere e coordinare idee e iniziative che permettano di recuperare il manufatto di rilevanza storica e culturale per l’intera regione. Come spiegato dal Municipio di Castel San Pietro nel suo preavviso, e come stabilito dall’articolo 69 della Loc, le commissioni del Consiglio comunale "non sono commissioni studio con ruolo propositivo, ovvero non è loro compito studiare problemi, trovare e avanzare soluzioni. Hanno unicamente il compito di esaminare, discutere e preavvisare un oggetto che viene loro sottoposto dal Municipio con un messaggio o da parte dei Consiglieri comunali per il tramite di una mozione". In assenza di questi aspetti, "le commissioni del legislativo non hanno la base legale per operare". L’articolo 65 del Regolamento comunale stabilisce che il Municipio può nominare altre commissioni facoltative per lo studio di oggetti di particolare importanza. Nel suo preavviso, l’esecutivo spiega che "non ha nulla in contrario a che il gruppo di lavoro, prevalentemente tecnico, sia composto da massimo 10 persone, residenti o meno nel nostro Comune, motivate e con competenze professionali interessanti per lo sviluppo di soluzioni concrete per la valorizzazione di questo bene culturale". L’autorità comunale specifica inoltre che "da diversi anni si è sempre impegnato, e continuerà a farlo, nella risoluzione di questa importante tematica locale, regionale e cantonale".
Dopo il via libera delle commissioni, la costituzione della Fondazione C.Lab ha incassato anche il consenso unanime del Consiglio comunale, che ha concesso un credito di 100mila franchi da destinare a capitale iniziale dell’ente che sarà chiamato a gestire una parte degli spazi dello stabile ex Diantus. Tra i suoi scopi ci sarà quello di promuovere e sostenere attività che pongano particolare attenzione a un armonioso sviluppo territoriale, orientate a una crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente, della cultura, della storia e del territorio, anche attraverso l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative, orientate alla ricerca della qualità di vita, tanto degli imprenditori e delle imprenditrici e dei loro collaboratori e collaboratrici, che dell’utenza e degli altri residenti.