Il Consiglio comunale si appresta a votare la costituzione della Fondazione. In pubblicazione il progetto che porterà alla rivitalizzazione del complesso
Si avvicinano due passi importanti nella procedura che porterà lo stabile ex Diantus Watch di Castel San Pietro, acquistato dal Comune nel 2020, alla sua seconda vita. Lunedì 17 ottobre il Consiglio comunale voterà la costituzione della Fondazione C.Lab, i suoi statuti e lo stanziamento di un credito di 100mila franchi quale patrimonio iniziale. Da qualche giorno è inoltre in pubblicazione la domanda di costruzione per la rivitalizzazione del complesso. Ipotizzando un iter senza intoppi, all’orizzonte si annuncia già la prossima tappa: nelle prossime settimane il Municipio di Castel San Pietro presenterà la richiesta di credito per i lavori. Un investimento che si aggira intorno ai 4 milioni di franchi sul quale il legislativo si esprimerà nella seduta del mese di dicembre e che sarà in parte sussidiato. L’esecutivo ha infatti già avuto i primi contatti con il Dipartimento per i finanziamenti cantonali destinati a progetti di recupero e rivitalizzazione di edifici dismessi promossi da Comuni. «Anche l’Ente regionale di sviluppo appoggia il nostro progetto e darà il suo benestare affinché il Cantone finanzi parte della ristrutturazione – commenta Alessia Ponti, sindaco di Castel San Pietro –. Questo ci fa pensare che siamo sulla buona strada».
Come spiegato negli statuti, la Fondazione C.Lab ha tra i suoi scopi quello di promuovere e sostenere attività che pongano particolare attenzione a un armonioso sviluppo territoriale, orientate a una crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente, della cultura, della storia e del territorio, anche attraverso l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative, orientate alla ricerca della qualità di vita, tanto degli imprenditori e delle imprenditrici e dei loro collaboratori e collaboratrici, che dell’utenza e degli altri residenti. I rapporti rilasciati dalle commissioni della Gestione e delle Petizioni sono favorevoli. «I primi commenti sembrano essere positivi, c’è stato un bel confronto – commenta ancora Alessia Ponti –. Non ci resta che attendere l’esito positivo del Consiglio comunale che ci permetterà di costituire questa Fondazione, con lo scopo di gestire una parte dello spazio». Per il comune, aggiunge il sindaco, «si tratta di un passo innovativo e importante. È infatti la prima volta che viene ristrutturato uno stabile secondo questi concetti e che viene costituita una Fondazione che si occuperà della gestione di un concetto architettonico legato al paesaggio. Questo rappresenta un unicum in Ticino». Quello in corso a Castel San Pietro è un progetto che sta facendo breccia. «Il messaggio sta raccogliendo tanto consenso in generale – conclude Alessia Ponti –. Tutte le persone e gli interlocutori che abbiamo coinvolto sono davvero molto entusiasti del progetto. La Fondazione ha già raccolto quasi 400mila franchi di finanziamenti. Stiamo ottenendo un bel successo: ci crediamo molto, e anche le persone a cui abbiamo presentato il tutto ci stanno seguendo».
La domanda di costruzione può essere consultata all’Ufficio tecnico fino al 25 ottobre. Nella relazione tecnico-descrittiva presentata dall’Atelier Ribo Sa di Cadenazzo viene spiegato che "il progetto prevede la rivitalizzazione della proprietà tramite il rinnovo sia dello stabile esistente che degli spazi esterni di pertinenza". Per quanto riguarda l’esterno, le superfici asfaltate esistenti saranno demolite e sostituite con superfici a prato, a grigliato erboso e a pavimentazione da esterni nella zona d’ingresso. "La memoria storica dell’edificio viene preservata tramite un restauro conservativo delle facciate e una sostituzione di elementi finestrati e sistemi di oscuramento con prodotti di pari resa estetica e prestazioni energetiche maggiorate". L’intervento architettonico, si legge ancora nella relazione, "individua nel punto di passaggio carico-scarico il nuovo punto di accesso all’edificio. L’ingresso viene così ridisegnato, con l’integrazione di una scala esterna, la quale porta a un atrio riscaldato di ingresso". Definite anche le destinazioni d’uso interne. Al pianterreno ci saranno un centro del movimento per la prevenzione degli infortuni e un micronido inclusivo che prevede di ospitare fino a 10 bambini da 0 a 3 anni, dei quali 2/3 disabili. Al piano superiore ci saranno una sala riunioni, uno spazio salute attrezzato per supporto di carattere infermieristico pubblico, un ampio spazio gestito dalla Fondazione C.Lab dedicato all’inserimento nel mondo del lavoro di neodiplomati nell’ambito di architettura, pianificazione, territorio e paesaggio. Nel sottotetto ci saranno gli spazi tecnici dello stabile, mentre il locale deposito al -1 verrà chiuso per mancanza di accessibilità. Le analisi effettuate sulla struttura hanno infine fatto emergere che "i solai del pianterreno e del primo piano sono incompatibili con la nuova destinazione d’uso, sia per la loro intrinseca capacità portante che per la volontà progettuale di eliminare muri portanti interni". Il progetto prevede quindi la loro "demolizione e nuova costruzione delle solette interessate, che riguardano unicamente il volume sul lato est".