Una quarantina di ragazzi afghani ha voluto protestare così contro le condizioni della struttura e le minacce ricevute da alcuni connazionali
Per farsi sentire hanno messo in atto una protesta estrema: si sono rifiutati di alimentarsi. Negli ultimi due giorni una quarantina di giovanissimi richiedenti l’asilo afghani alloggiati nel Centro federale d’asilo, in via Milano a Chiasso hanno iniziato uno sciopero della fame. Sciopero interrotto in queste ore. Cosa li ha portati a una tale scelta? Il gruppo di ragazzi – si tratta di minori – è stato spinto a tanto per manifestare contro le condizioni anguste della struttura e, come ci confermano dalla stessa Sem, la Segreteria di Stato della migrazione, per protestare contro le "presunte minacce" ricevute da alcuni connazionali.
A seguito dell’astensione dal cibo e dall’acqua, taluni di questi giovani hanno dovuto essere trasportati all’ospedale per le cure del caso visto il loro stato di salute. A prestare loro la prima assistenza, sabato, sono intervenuti sul posto i sanitari del Sam e della Croce Verde di Lugano.
A convincere i ragazzi afghani a nutrirsi di nuovo è stata, poi, la comunicazione che saranno trasferiti in altre regioni d’asilo ancora in giornata. Questo, almeno, è quanto è stato osservato dal personale della Sem.
Ad oggi, ci conferma ancora Reto Kormann, capo supplente Informazione e comunicazione, "i Centri federali per l’asilo in Svizzera sono attualmente pieni all’87 per cento".