Punto di ritrovo e di scambio culturale, adesso rischia di chiudere. Lanciata una raccolta fondi
Per anni è stato un punto d’incontro tra diverse culture, un luogo in cui avvicinarsi e approfondire il complesso, elaborato, e troppo spesso frainteso, mondo della religione islamica. E ora, l’Associazione Islam senza frontiere, presente con la propria Biblioteca islamica a Chiasso sin dalla sua fondazione nel 1999, potrebbe perdere la propria sede storica. La Biblioteca è, infatti, a rischio di sfratto a causa di ristrettezze economiche. Per cercare di porvi rimedio è stata lanciata una raccolta fondi. L’obiettivo è quello di riuscire a racimolare 10mila franchi, ma il tempo è tiranno: il termine è infatti il 15 ottobre.
«L’Associazione si è sempre mantenuta grazie alle donazioni e alle raccolte fondi, oltre che ai proventi delle nostre attività, come ad esempio la vendita di libri o del cibo che prepariamo durante gli eventi che organizziamo per favorire lo scambio interculturale», spiega a ‘laRegione’ Hassan El Araby, uno dei fondatori e attuale presidente dell’Associazione che ha la sua base in via Bossi. «Ultimamente, però, le donazioni sono diminuite, anche perché molta gente si trova in difficoltà. Infatti, il nostro non è l’unico centro ad aver registrato un calo delle entrate – racconta ancora il presidente –. Il ricavato della raccolta fondi ci è necessario per pagare i mesi di affitto arretrato e per permetterci di tirare un po’ il fiato e avere così il tempo di trovare altri sponsor».
«La nostra Biblioteca, del resto, è molto di più di un luogo dove andare a pregare, come ad esempio potrebbe essere una moschea», tiene a rimarcare El Araby. «È un luogo di scambio culturale e dal forte impatto sociale, a cui molte persone, anche non musulmane, si rivolgono quando vogliono saperne di più sulla nostra religione. Un esempio classico sono le persone cristiane o comunque di fede non islamica che ci contattano perché hanno deciso di sposare una persona musulmana e hanno bisogno di chiarimenti e aiuti. Come detto, organizziamo anche molti eventi dove condividiamo il nostro cibo e la nostra cultura, oltre a tenere lezioni di lettura del Corano e di arabo per donne e bambini».
A proposito di bambini, un momento di cui El Araby si ricorda con fierezza è una lettura di poesie in italiano da parte di bambini musulmani, che si svolgeva annualmente fino a poco tempo fa, spesso di fronte a diverse personalità di spicco della scena politica ticinese. Un emblema dell’integrazione e dello scambio tra culture, dunque, che ha ricevuto spesso gli elogi della Commissione cantonale per l’integrazione e che ha persino «accolto l’allora ambasciatore americano nel 2007, che è passato a trovarci durante un suo soggiorno in Svizzera», rivela El
Araby con una punta di orgoglio. Il presidente stesso afferma di essere molto bene integrato nella comunità locale, e di essere anche stato per ben due volte consigliere comunale a Chiasso, la prima tra il 2004 e il 2008, e poi ancora dal 2008 al 2010.
L’Associazione resiste: su questo non si discute. La raccolta fondi, però, per il momento non sta dando i risultati sperati. Viene quindi da chiedersi cosa succederà nel caso la cifra prefissata non dovesse venir raggiunta. «Al momento abbiamo ricevuto delle donazioni – conferma El Araby –, ma purtroppo sono ancora insufficienti. Ma anche se la raccolta fondi non dovesse andare a buon fine, l’Associazione non cesserà certo di esistere e manterremo comunque tutte le nostre attività: siamo un punto di riferimento per molte famiglie e molte persone, e a prescindere le nostre iniziative sociali proseguiranno.
«Anche le nostre lezioni proseguiranno, dato che possiamo svolgerle via Zoom – conclude El Araby –. La difficoltà sarebbe più che altro per le lezioni domenicali che impartiamo ai bambini: per quelle dovremo trovare degli altri spazi da affittare».