Inaugurato un percorso per ipovedenti nell’area del mulino del Ghitello. Stella: ‘È un patrimonio da difendere, ma anche rendere accessibile a tutti’.
Il patrimonio geologico del parco delle gole della Breggia diventa accessibile a tutti. In occasione del 20esimo anniversario dell’area verde, domenica scorsa è stato inaugurato un nuovo itinerario nell’area del mulino del Ghitello, dedicato alle persone cieche e ipovedenti, il primo in tutto il Cantone a essere spiegato in braille. «La natura del parco, con i suoi boschi, i suoi prati, i biotopi, conta più di 500 specie – ci ha spiegato il direttore del parco Andrea Stella –. È un tesoro che dobbiamo difendere a denti stretti in un territorio, quello del Mendrisiotto, che subisce un po’ il progresso. Dobbiamo difenderlo, ma anche rende fruibile a tutti».
Il primo percorso con indicazioni in braille, ma non il primo in zona agibile per tutti. «Nel Mendrisiotto – come ci ha spiegato Mario Vicari, presidente Unitas – esiste già il percorso ‘Cometa’, inaugurato nel 2005. Si tratta di un itinerario nei boschi tra Mendrisio e Castel San Pietro che può essere percorso in modo completamente autonomo da persone cieche o ipovedenti. Rispetto a ‘Cometa’, «la differenza del percorso inaugurato nel parco delle gole della Breggia è che permette non solo di passeggiare nella natura, ma anche di esplorare al tatto alcune particolarità e sedimenti geologici. È un vero e proprio viaggio attraverso i secoli. L’aspetto da sottolineare è che si tratta di un percorso inclusivo». L’obiettivo di Unitas, «non è di realizzare percorsi e visite esclusivamente riservati alle persone cieche o ipovedenti ma di vivere queste esperienze tra la gente, insieme a tutti».
Le postazioni di cui si compone il percorso in totale sono otto. Prima di cominciare l’esperienza, il visitatore trova due plastici in rilievo, che riproducono, uno l’area del parco e l’altro l’itinerario, affinché possano farsi un’idea di ciò che andranno a esplorare. Ogni postazione comprende: il nome del sedimento che si potrà toccare, scritto in braille o a grandi caratteri per le persone ipovedenti e un campione del sedimento da scoprire con il tatto. Inoltre, a ogni tappa è presente una tavola che approfondisce le caratteristiche del sedimento che potrà essere letta da coloro che fungono da accompagnatori. Il resto del cammino può essere invece vissuto in maniera completamente autonoma.
«L’idea di creare questo percorso – ci ha raccontato Vicari – è nata nel 2016 grazie all’incontro di una guida del parco con Marco Lavizzari, membro di Unitas. La proposta, nata da quella riunione, è stata poi realizzata dai responsabili del parco in collaborazione con il servizio Tiflologico di Unitas. Il servizio ha offerto la propria consulenza affinché non ci fossero ostacoli, barriere architettoniche e che le scritte in braille e per ipovedenti fossero idonee». La creazione di questo percorso si è concretizzata nel 2019, ma a causa della situazione sanitaria, non era mai stato inaugurato.
«Negli ultimi anni ci si sta muovendo per rendere agibili musei e percorsi naturalistici anche alle persone disabili o cieche e ipovedenti. In particolare – ha proseguito il presidente dell’Unitas – segnalo due progetti ideati da Supsi: il primo chiamato progetto mediazione cultura e inclusione, con lo scopo di garantire l’accessibilità ai musei d’arte ticinesi e il secondo, ancora in corso, volto a rendere accessibile il patrimonio dei musei etnografici e dei percorsi naturalistici. Recentemente, «è iniziato anche un corso per la formazione di guide specializzate, promosso dal Dipartimento del territorio e dall’Istituto per la formazione continua. Questo è un auspicio di avere una sensibilità sempre maggiore e un personale sempre più formato».
Oltre al nuovo percorso per ipovedenti, ci sono altri sogni nel cassetto. Per quanto riguarda il parco, Andrea Stella ci ha spiegato che «sono tanti i progetti che stanno prendendo forma su carta. Uno di questi è la valorizzazione archeologica dei ruderi del castello in zona chiesa rossa a Castel San Pietro. Un castello del 1200 situato sulla collina scavata dalla Saceba, in cui vivere il vescovo di Como. L’altro invece «mirerà a collegare via sentiero il parco delle gole della Breggia, con l’alta Valle di Muggio, per offrire un percorso lontano dall’asfalto che possa portare i visitatori per esempio dal Generoso alvalle, attraverso i boschi e villaggi e tramite ponti sospesi le gole a monte del parco».