Mendrisiotto

Chiasso, ‘Spesso si parla solo di guerra e poco di cultura’

Quattro opere dell’artista ucraino Ivan Turetskyy sono esposte fino al 24 luglio al m.a.x. museo, Spazio Officina, Biblioteca comunale e Municipio

‘Perfume N°8’ allo Spazio Officina
(Ti-Press/Pablo Gianinazzi)
17 luglio 2022
|

«La volontà di guardare all’Ucraina anche come espressione artistica e come espressione d’arte è nata dal fatto che troppo spesso si parla solo di guerra e poco di cultura». Le parole di Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo di Chiasso, sono chiare: nonostante l’attuale crisi ucraina, il paese non dev’essere associato unicamente a uno stato di guerra, ma è importante ricordarsi del suo forte valore culturale e artistico. Visti i riflettori puntati sul Cantone nati dalla conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina del 4-5 luglio scorsi, la direttrice ha colto l’occasione – grazie a una collaborazione tra il Centro Culturale di Chiasso e una struttura privata che conserva patrimoni di collezioni – per aprirsi alla grande radice di cultura che l’Ucraina ha saputo, e sa dare, al mondo. Il Comune di Chiasso si è visto molto toccato dall’emergenza umanitaria ucraina, e il suo intento è quello di mostrarsi vicino alle persone direttamente toccate. Il progetto ha permesso di scegliere un artista ucraino vivente, Ivan Turetskyy, e di esporre quattro sue opere in quattro luoghi diversi, aperti al pubblico fino al 24 luglio, nel comune di Chiasso. La direttrice Nicoletta Ossanna Cavadini è molto riconoscente a Oksana Filonenko e Riccardo Fuochi, presidente della Swiss Logistics Center di Chiasso, che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.

Ma chi è Ivan Turetskyy?

Turetskyy è nato nel 1956 a Krasnojarsk (Russia) in una famiglia dissidente al regime sovietico, ha un curriculum di tutto rispetto e ha il ruolo di rappresentare la disciplina dell’arte per la sua nazione, infatti è co-fondatore dell’Unione araldica ucraina e membro dell’Unione Nazionale degli Artisti dell’Ucraina. Come artista si muove principalmente nella città ucraina di Leopoli e la sua contrarietà non è volta solamente verso i metodi d’imposizione dell’Unione Sovietica, invero è affascinato dal movimento hippie, dalla cultura underground, dalla metafisica o ancora, per la nostra cultura intellettuale, da Alberto Savinio.

Il nesso tra opere e luogo d’esposizione

La scelta dei lavori di Turetskyy è stata fatta personalmente da Nicoletta Ossanna Cavadini secondo un criterio ben preciso, quello del Genius loci. La sua intenzione era infatti quella di avere un legame profondo tra lo spirito del luogo e la rispettiva opera. Il m.a.x. museo è dedito alla grafica, al design e alla comunicazione visiva, e il quadro ‘Kiss of the Flower’ che si può ammirare all’ingresso rispecchia perfettamente queste caratteristiche. «Un lavoro di massimo fulgore, un festival di colori», dove l’elemento cromatico e l’interesse dell’artista verso la grafica saltano inevitabilmente all’occhio. Si tratta di «un tondo con una forza visiva evidente causata dalla frammentazione, che ha la particolarità di evidenziare la luce, le vibrazioni e l’energia che la cultura plurisecolare, come quella dell’Ucraina, può dare in una chiave di lettura contemporanea». ‘Perfume N°8’ si trova nell’atrio dello Spazio Officina e viene definita da Turetskyy come un’opera totale data dalle vibrazioni dell’anima: luce, colore, forme, musica e profumi formano una danza continua che porta l’osservatore a rimanere incantato. «Un panneggio colpito dalla luce – dice la direttrice – che sembra quasi un lucernario che nella sua frammentazione riesce a dare la luce della speranza». Nella Biblioteca comunale, luogo di sviluppo di idee, curiosità e ricerca, è presente ‘The Garden of memories’, da cui «traspare la reminiscenza storica alla luce della conoscenza». L’ultima opera ‘Rosso’ si trova all’entrata del Municipio e fa parte di una serie chiamata ‘Italian Diary’, ovvero il diario italiano che Turetskyy ha sviluppato in seguito alla sua visita in Italia per farsi ispirare dal rinascimento, radice della cultura latina. A detta di Nicoletta Ossanna Cavadini il lavoro dell’artista è di «una forza prorompente, data sia dalla dimensione che dal color rosso acceso che rimanda al colore del sacrificio». La conoscenza del rinascimento del passato è quindi riletta con una chiave attuale, che si lega alla tragedia che sta colpendo il popolo ucraino in questo momento, alla quale è difficile rimanere indifferenti.

‘Vibrazioni dell’anima’

Un elemento sorprendente delle opere di Turetskyy è il «motivo del tessuto stropicciato», infatti le sue opere sembrano tutte delle stoffe raggrinzite. Ciò che fa l’artista è «rileggere il panneggio classico in una maniera contemporanea», in lui c’è quindi un importante «substrato culturale poiché guarda molto alla dimensione simbolica e materiale». Inoltre, s’ispira particolarmente a dalle opere di Oleksandr Archypenko, artista ucraino astratto, che definisce l’arte come qualcosa che abbiamo dentro di noi e non come qualcosa che vediamo. Infatti, nonostante la nostra mentalità figurativa sia alla continua ricerca di un oggetto, nei quadri di Turetskyy ci si perde, perché si ha l’impressione di vedere qualcosa con un aspetto materiale conosciuto quando in realtà non c’è nulla di concreto. Si tratta quindi di un’opera astratta che continua ad attrarci in virtù di una fortissima vibrazione di frammenti colpiti da luce e colori. «A Turetskyy interessano i ritmi dinamici, la rotazione, la struttura compositiva non precostituita, bensì iconica: ognuna delle sue opere ci rimane impressa nella mente senza essere però uguale all’altra». Quella dell’artista ucraino è una filosofia molto complessa poiché presuppone un gioco di luce «dato dal sentire filosofico»: il colore e lo spazio sono gli elementi principali che, rivelati dalla luce, permettono alle persone di provare un’ampia gamma di emozioni. L’intenzione dell’artista è quella di creare un labirinto di colori e «texture pittorica» che, in base al proprio stato d’animo, alla sensibilità e alla percezione del mondo, facciano sorgere all’interno di ciascuna persona, attraverso delle vibrazioni dell’anima, un’interpretazione personale della storia. Una componente fondamentale di ciascun opera di Turetskyy è la musica: lui stesso infatti dice che un sottofondo musicale non manca mai mentre dipinge. La musica ha il potere di «coinvolgere e sprigionare nel dipinto un sentimento che poi, una volta terminato, si percepisce nel guardarlo», conclude Nicoletta Ossanna Cavadini. Il messaggio di speranza che Turetskyy vuol far passare è molto potente: infondere fiducia. Anche in un periodo così delicato come quello attuale, non bisogna dimenticare l’arte, che secondo la sua visione metafisica è come un faro nella notte, una lanterna che guida nel buio.