A lanciare l’allarme è il municipale Sergio Bedulli: ‘Approvate quasi 30 opere non previste. Superamento dell’importo sulle delibere vicino al 10%’.
C’è un concreto rischio di blocco del cantiere delle scuole comunali di Riva San Vitale. A dirlo, è il municipale Sergio Bedulli (Lega). Con alle spalle già un lungo cammino, iniziato nel 2009, il percorso di restauro e risanamento delle strutture scolastiche potrebbe subire infatti uno stop forzato che ne prolungherebbe ulteriormente i tempi. Il motivo? «Il Municipio ha approvato quasi trenta opere non previste a capitolato, che non sono state approvate dalla Lega tengo a sottolineare. Queste opere stanno portando a un superamento dell’importo sulle delibere vicino alla soglia del 10%. E la legge è chiara: se il limite dei lavori viene superato, i lavori devono essere sospesi».
Le scuole elementari di Riva sono state costruite nel 1964, con ulteriori aggiunte nel decennio successivo. A progettarle, gli architetti Flora Roncati Ruchat (figlia dell’allora sindaco Giuseppe), Aurelio Galfetti e Ivo Trümpy. L’edificio costruito dal prestigioso studio d’architettura, a causa della sua particolare conformazione e delle sue caratteristiche, è stato ritenuto meritevole di protezione: il 28 febbraio del 2018 il centro scolastico comunale di Riva – quindi oltre alle scuole elementari, anche la scuola dell’infanzia e la palestra – è stato inserito nell’elenco dei beni culturali d’interesse cantonale. Inserimento contro il quale Bedulli e il movimento si sono battuti. I vetusti stabili erano in ogni caso ritenuti non più funzionali già da tempo, «con infiltrazioni d’acqua e numerosi interventi da effettuare», spiega Bedulli.
Dando mandato agli stessi architetti degli anni Sessanta, con Aurelio Bianchini al posto di Galfetti, nel 2009 il Municipio ha indagato i costi di risanamento e potenziamento dei prefabbricati. Nel 2013 è stato poi pubblicato un concorso pubblico per la progettazione e la direzione dei lavori, affidate agli architetti Michele e Francesco Bardelli. Un primo progetto di massima è stato ultimato nel 2015, ma successivamente le richieste progettuali sono state estese con: lo smantellamento della cucina della scuola dell’infanzia, la formazione nel deposito della palestra di una cucina professionale, la formazione di un ascensore esterno e di passerelle interne per rendere parzialmente accessibili ai disabili alcune aule al pianterreno. A seguito di queste richieste supplementari, i costi sono nettamente lievitati: dai 6,5 milioni inizialmente stabiliti si è passati a 12,5.
Troppo per il Municipio, che si è attivato per contenere i costi. Si è così arrivati a un secondo progetto definitivo comprendente il restauro della sola scuola elementare, più vecchia e quindi considerata come tappa prioritaria mentre per asilo e palestra si procederà in un secondo momento. «Eseguire gli interventi in due fasi non è garanzia di risparmio – fa tuttavia notare Bedulli –, anzi quando si affronteranno gli altri stabili i costi saranno certamente superiori». Per la prima fase, la licenza edilizia è stata concessa a ottobre 2018. Da sostituire ci sono diversi elementi: dalle vetrate alle tubazioni degli impianti di riscaldamento e sanitario, dalle illuminazioni agli intonaci. L’investimento totale è di 6,3 milioni di franchi. L’importo netto a carico del Comune è tuttavia di circa 4,6 milioni: tra sussidi cantonali e federali, le sovvenzioni ammontano a circa 1,7 milioni. Il cantiere è stato avviato poco prima dell’inizio della pandemia.
«E fin da subito sono emerse diverse cose che non funzionavano – ricorda Bedulli –. C’erano mancanze di vario genere, una su tutti: ci si è dimenticati di andare sul tetto per verificare che la ghiaia di copertura andava sostituita o rilevata e completata. Gli artigiani hanno iniziato frequentemente a segnalare in Comune problematiche di vario tipo». All’origine dei problemi, secondo il municipale, ci sarebbe il fatto che «a livello di progettazione è mancata un’analisi approfondita degli stabili». Con il risultato che nel giro di due anni si è arrivati a quasi trenta opere non previste. E il superamento del 10% dei costi delle delibere sarebbe dietro all’angolo. «In tal caso, la direzione dei lavori dovrebbe avvisare il committente e interrompere i lavori. È la legge che lo impone. Entro fine mese chiederò i conti e se dovesse confermarsi il superamento, ci sarà il blocco». E se questo dovesse accadere? «Il Municipio dovrà commissionare una perizia esterna, affinché giustifichi il superamento e ne conseguirebbe una rivalutazione dell’intero intervento per la quale ci vorrebbe un aggiornamento dei capitolati». Uno scenario con dispendio di tempo, oltre che di soldi.
Sulla questione abbiamo interpellato anche il capodicastero Edilizia scolastica Eusebio Vassalli (Per Riva, Liberali Democratici Indipendenti). «In totale sono tre anni di lavori, uno per blocco. I primi due sono già terminati, nella tempistica che ci eravamo prefissati, a luglio si inizia con il terzo. Per quanto riguarda i finanziamenti: la situazione è sotto controllo e viene monitorata regolarmente. Qualora ci fossero delle indicazioni di un potenziale rischio di superamento del credito iniziale allora chiaramente ci fermeremmo e cercheremmo di capire cosa sta succedendo. Ad oggi però non è il caso. Se davvero ci fosse questo rischio ci saremmo già attivati. Ogni tre-quattro mesi viene effettuato un rapporto sullo stato dell’avanzamento dei lavori, il prossimo sarà a fine luglio. Lì si vedrà se effettivamente qualcosa non torna come sostiene Bedulli o meno». Ma è vero che si sarebbe potuta fare una miglior analisi degli stabili? «Effettivamente i Municipi precedenti non hanno commissionato un sondaggio dello stato reale dell’edificio, che è vetusto. E quindi strada facendo è vero che sono emerse delle problematiche non previste. Tuttavia, la situazione ad oggi contempla già, finanziariamente parlando, tutti questi imprevisti per i tre blocchi perché se – ad esempio – emergeva qualcosa nei lavori al primo blocco, il costo veniva già moltiplicato per tre e proiettato. Si tiene già conto di eventuali problematiche che si presenteranno nel terzo blocco dunque».
«Impossibile moltiplicare i costi del primo blocco per tre – sostiene tuttavia il collega leghista – difatti la prima edificazione di un blocco è avvenuta almeno dodici-quindici anni prima e presenta molte differenze e di conseguenza problematiche differenti dovute sia a materiali che tecnologie di costruzione che nel tempo sono mutate. Si dimentica di dire inoltre, che comunque il Municipio ha inviato uno scritto ai progettisti, segnalando la sua preoccupazione». Timori fondati o meno, lo si scoprirà fra circa un mese.