In attesa che il Consiglio degli Stati si esprima sulla mozione Romano, il consigliere nazionale ammonisce: ‘Impensabili due fermate’. Chi la spunterà?
Rischia di accendersi la rivalità fra Chiasso e Mendrisio. Motivo del contendere sono le fermate dei treni InterCity. Pochi giorni fa il Consiglio nazionale ha approvato la mozione che chiede al governo federale di inserire il distretto nella rete di collegamenti. Ma al clima di festa potrebbe presto sostituirsi un teso braccio di ferro. E non perché l’atto parlamentare prima di arrivare eventualmente al governo federale deve passare dal Consiglio degli Stati. All’orizzonte si profila infatti una potenziale disputa a livello locale: dove far fermare i futuri convogli a lunga percorrenza? Nel capoluogo o nella cittadina di confine?
Ad accendere il dibattito, è stato chi la mozione l’ha elaborata: il consigliere nazionale Marco Romano (Ppd). «Il Cantone deve scrivere alla Confederazione e quest’ultima dare a sua volta mandato alle Ffs. Però serve un Mendrisiotto che abbia il coraggio di profilarsi. Mendrisio è la prima vera fermata cittadina su una linea internazionale ed è il punto nevralgico del Mendrisiotto: tutto il trasporto degli autopostali ruota attorno alla città, i capolinea dei bus per la Valle di Muggio o il Monte San Giorgio sono lì, come lì si trovano la Supsi e l’Usi. Ci sono dei dati oggettivi che ci dicono che bisogna unire le forze e concentrarsi su Mendrisio». Una posizione che naturalmente non fa l’unanimità. «Quella di Romano è un’opinione legittima, d’altra parte lui è di Mendrisio – osserva il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –. In generale quello degli InterCity è un problema rilevante per l’intera regione. Il fatto che i treni finiscano le corse a Lugano e poi vadano a riposare a Chiasso è un controsenso».
E quindi? «Riteniamo che di base andrebbero ripristinate le due fermate che c’erano già una volta: Chiasso e Mendrisio. Un’alternativa valida potrebbe anche essere intercalare fra le due città, proponendo fermate a determinati orari a Chiasso e ad altri orari a Mendrisio». E se da Berna dovesse arrivare la richiesta di scegliere un’unica località, che frecce avreste al vostro arco? «La nostra freccia principale non c’è ancora. Ma è d’attualità: l’aggregazione del Basso Mendrisiotto. Avremmo un peso politico maggiore e avremmo anche più popolazione rispetto a Mendrisio. Consideriamo poi che a Chiasso prendono anche il treno molte persone che arrivano dalla zona di Como e si tratta di un bacino notevole. Inoltre, in prospettiva c’è da considerare anche l’istituzione della scuola di moda: sono previsti circa 300 studenti. Di potenziale nel futuro ce n’è. E in fin dei conti, se anche dovesse restare Mendrisio, resterebbe il paradosso di far riposare i treni a Chiasso senza prevedere la fermata come già è oggi». Farete dunque dei passi formali come Comune? «Al momento no, intendiamo coordinarci con la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto (Crtm)».
Per certi versi simile, ma inevitabilmente più orientata verso Romano, la posizione del sindaco di Mendrisio. «Come Crtm si punta alle due fermate – premette Samuele Cavadini –. Chiaramente, dovendo scegliere, Mendrisio ha delle potenzialità maggiori come ben descritto dal consigliere nazionale. La città è inserita su due assi importanti, uno verso Como e l’altro per Varese. Tra residenti, pendolari e studenti, i numeri degli utenti sono importanti e anche le prospettive future di crescita sono positive. Si tratta di una collocazione strategica anche geograficamente: come snodo regionale ha la sua importanza, dettata dai fatti. E poi alla nostra stazione sono stati fatti molti investimenti ultimamente. Vedo il senso di una fermata anche a Chiasso, ma se bisognerà scegliere evidenzieremo le peculiarità di Mendrisio». Ecco, ma sarà davvero necessario scegliere? Torniamo dunque al punto di partenza.
«Dalle discussioni che ormai da qualche anno ho a Berna sia con le Ffs sia con l’Ufficio federale dei trasporti (Uft), mi dicono tutti che è impensabile fermarsi nel raggio di 10 chilometri due volte. Bisogna quindi determinarsi su una fermata: è impensabile andare a chiederne due. Bisogna evitare ‘teatrini’ del politicamente corretto e profilarsi. I tempi sono stretti, ma oggi: si sapeva da anni che si sarebbe dovuto fare questa battaglia». Per Romano, il distretto deve avere coraggio nel profilarsi, e saper fare squadra: «Faccio un esempio pratico: nel Canton Uri è stata fatta una battaglia simile alla nostra, ma si sono uniti segnalando come località per una fermata il capoluogo Altdorf, a scapito della storica fermata di Flüelen». Ma la critica è rivolta anche a Bellinzona: «Comincio a non capire cos’abbia fatto il Cantone in questi anni, a giudicare da quanto dice la Confederazione, sembrerebbe che non abbia mai davvero perorato la nostra causa».
Il consigliere nazionale, infine, evidenzia che adesso i tempi sono stretti. Perché? «La mozione andrà al Consiglio degli Stati durante l’estate, quindi ci sono poche settimane di tempo per prendere posizione. O i consiglieri ricevono una lettera da parte del Cantone, coordinata con la Crtm, che dice chiaramente cosa si vuole, oppure si ritorna ai piedi della scala. Quanto mi è stato detto dall’Ufficio federale dei trasporti è: se il parlamento lo vuole e ci dice cosa vuole, noi il mandato alle Ffs lo diamo. Io credo che tutti gli elementi siano dati e non lo dico perché risiedo a Mendrisio. Il Consiglio di Stato dovrebbe mandare una lettera entro metà luglio». Il distretto sarà in grado di viaggiare nella stessa direzione?