Per il Comune il caso delle vessazioni è chiuso. Adesso, però, si presta più attenzione alla relazione con gli ospiti e alla selezione del personale
Per il Comune di Balerna il caso è chiuso. Dopo quasi dieci anni cala, quindi, il sipario sulle vessazioni (accertate e no) consumate all’interno del Centro degli anziani di Balerna. L’ultimo atto è stato il verdetto pronunciato di recente dalla Corte d’appello e di revisione penale (Carp), che ha prosciolto due ex dipendenti (poi trasferiti ad altri incarichi con "piena soddisfazione dei loro superiori"), dopo la conclusione degli iter giudiziari che hanno visto al centro dei fatti anche una ex assistente di cura (condannata in via definitiva) e un ex infermiere (assolto dal Tribunale federale). L’autorità comunale archivia, dunque, non senza dire la sua: "Con questa sentenza – si commenta in una nota –, giunta dopo un iter giudiziario inspiegabilmente lunghissimo, si chiude una vicenda che risale agli anni 2013-2015, che è stata fortemente mediatizzata e strumentalizzata politicamente mettendo in cattiva luce la Casa anziani comunale e i collaboratori che hanno sempre operato con competenza e dedizione in condizioni molto difficili".
E adesso? Ora si guarda avanti, "con ottimismo", forti anche del responso positivo consegnato dall’analisi condotta dalla Supsi sulla qualità percepita da ospiti e familiari. Morale? È stato "riconfermato l’elevato livello di apprezzamento delle cure e dei servizi del Centro anziani di Balerna", si tiene a informare. La verifica, in programma ogni tre o quattro anni e assai dettagliata, è parte integrante delle procedure imposte dal Cantone nell’ambito del contratto di prestazione siglato con le strutture. L’adesione da parte degli utenti interpellati è facoltativa e in genere, ci fanno sapere dal Comune, partecipano dal 40 al 60 per cento delle persone interessate. Quest’ultimo dossier è stato recapitato poche settimane or sono e ha rincuorato l’ente locale sulla conduzione della casa, restituendo altresì indicazioni utili, ci concedono, al titolare dell’istituto (in questo caso il Comune, appunto).
Test superato, quindi?, chiediamo. Le informazioni ricevute, ci rispondono dalle stanze di Palazzo civico, vanno a sommarsi ad altre e contribuiscono a comprendere meglio il quadro della situazione. Del resto, ci fanno memoria, non è l’unico ‘esame’ a cui è stato sottoposto il Centro in questi ultimi anni. La stessa Supsi, a scadenze regolari, è chiamata pure a ‘misurare’ la soddisfazione dei collaboratori, senza trascurare, si annota, il fatto che per ottenere il rinnovo dell’accordo sull’esercizio le strutture passano attraverso l’ispezione dell’Ufficio del medico cantonale.
Al di là degli aspetti giuridici, questa esperienza, rilanciamo, ha lasciato degli insegnamenti per la gestione della casa e del personale? «Per cominciare – si ricorda – tra il 2016 e il 2017 il Centro anziani ha partecipato al progetto cantonale denominato ‘bientraitance’ promosso dalla Supsi per sensibilizzare tutto il personale sull’importanza di questo modello di cura che pone al centro il rispetto incondizionato della persona. Una sensibilizzazione che è cresciuta in questi anni, dentro e fuori l’istituto. Il tema – ci assicurano dal Comune – è sempre più presente».
Quanto è capitato ha modificato il modo di selezionare il personale? «I bandi di concorso definiscono requisiti e referenze, senza dimenticare i periodi di prova e le valutazioni periodiche durante le quali si presta molta attenzione all’approccio del dipendente nella relazione con gli ospiti e al modo di porsi, soppesati al pari delle capacità tecnico-professionali». Di fatto, nel tempo si è assistito, ci confermano, a un cambiamento culturale.
E non si manca, oggi, di prestare una attenzione particolare anche al benessere degli operatori. «Se si lavora bene e in un buon clima – ci spiegano –, sussistono pure le condizioni quadro per dare all’ospite una buona qualità del servizio». E sul piano quantitativo, le risorse umane a disposizione sono sufficienti? La risposta è chiara: nessuna sottodotazione. I margini per far fronte a sostituzioni temporanee come sul lungo periodo ci sono. Certo, si riconosce, vi sono delle giornate critiche, ma gestibili. Così come sono reperibili, si sottolinea, le figure professionali. Del resto, emerge anche dalle cifre allineate a consuntivo per il 2021 (e dai deficit di esercizio): in questo campo, insomma, non si fanno economie.