Il Comitato a favore di piazza del Ponte avanza le sue richieste per una vera riqualifica. ‘Ora è tempo di agire’
Oggi uno studio di fattibilità sul ‘cuore’ di Mendrisio Borgo c’è. E che sia un passo avanti lo riconosce anche il Comitato promotore, nel 2016, del referendum che, sull’onda del voto popolare, ha fissato a ‘verbale’ che piazza del Ponte dovrà essere restituita alla vita dei cittadini.
Ora, però, è giunto il tempo di dare un’accelerata al processo. Una esigenza che si è rafforzata anche dopo l’incontro, recente, al tavolo del Municipio della Città.
Diciamo subito che il Comitato referendario per "Un’effimera Piazza del Ponte? No grazie" condivide gli obiettivi dell’analisi sul comparto centrale di Mendrisio che l’autorità comunale ha affidato allo studio di architettura Otto Krausbeck di Salorino. Ma ancora di più apprezza, nero su bianco, la volontà mostrata dall’esecutivo di "avviare celeri passi concreti per una sistemazione definitiva" dell’area. E questo lungo un percorso deciso a "favorire una fruizione più attenta alla qualità di vita, alla mobilità lenta e ai servizi pubblici lungo l’asse via Industria-via Lavizzari-via Zorzi".
Il motivo del rammarico (dichiarato) è semmai un altro. Il punto è che lo stesso studio, che risale al febbraio del 2020, è stato presentato "solo due anni dopo". In più, come si rimarca, dalla demolizione dello stabile ex Jelmoli il dossier non ha conosciuto altri progressi, di cui il Comitato sente ora il bisogno.
Due sono, quindi, le mosse che ci si aspetta in questo momento dal Municipio cittadino, forti anche del fatto che il progetto risulta già essere inserito nel Piano prioritario delle opere nell’ambito della pianificazione finanziaria, orizzonte il 2024. La prima fa riferimento al concorso di idee per la progettazione della riqualifica futura, la seconda richiama la necessità di aggiornare il Piano regolatore (Pr) nel segno della volontà popolare.
Andiamo, però, con ordine. Innanzitutto, il, Comitato presieduto da Giampaolo Baragiola sollecita l’avvio della procedura del bando di concorso, preludio alla "realizzazione di una soluzione definitiva di piazza del Ponte". Agli occhi dei promotori del referendum, come si ribadisce in uno scritto, ciò vale una garanzia ai fini della creazione di una piazza "destinata all’incontro, alla socializzazione e all’organizzazione di eventi pubblici, libera da costruzioni di qualsiasi genere (eccetto gli elementi d’arredo previsti dal progetto selezionato) e accessibile sul piano veicolare solo per l’accesso ai residenti e operazioni di carico/scarico".
Quindi che ne sarà di quanto oggi ‘riempie’ l’area? La soluzione c’è, si fa notare ancora. "Le infrastrutture che oggi ostano a questo obiettivo – della nuova piazza, ndr – potranno trovare spazio nelle adiacenze nell’ambito della nuova pianificazione del comparto considerato nello Studio di fattibilità". Comparto che si estende dalla rotonda della Filanda alla rotatoria del Centro di pronto intervento.
Va da sé che il Comitato si attende altresì, si sottolinea, di essere coinvolto "attivamente sin da subito nella formulazione del bando per il concorso di idee, nella composizione della giuria e nell’iter del concorso". Un coinvolgimento sul quale, peraltro, il Municipio ha già dato delle assicurazioni. Esecutivo che, giusto nei giorni scorsi, rispondendo a una interrogazione della Lista civica Per Mendrisio, ha fatto presente come prima di procedere con il bando ci sono dei passaggi da definire e condividere con tutti gli attori in campo: dai posteggi al transito veicolare, passando per la zona 30.
Vi è poi, come detto, un altro nodo del dossier, quello relativo alla pianificazione. Dall’osservatorio del Comitato appare, come prima cosa, "inaccettabile quanto fissato nel Piano regolatore vigente, che consente a una zona R5 di penetrare, attraverso la zona di piazza del Ponte e la parte alta di via Lavizzari, direttamente nel cuore del nucleo, comparto protetto e iscritto tra i beni culturali di importanza nazionale".
A maggior ragione risulta essere "improcrastinabile", si tiene a far notare, una lettura anche in chiave pianificatoria. In altre parole, chi difende una piazza degna di questo nome chiede che, in parallelo al bando di concorso, si concretizzi "una revisione di Piano regolatore dell’area di piazza del Ponte e della parte alta di via Lavizzari che tuteli e valorizzi le preesistenze storiche". Esercizio che va inserito nella riflessione del Piano direttore comunale, ora in consultazione.
In questo modo, osserva in conclusione il Comitato referendario, sarà possibile legittimare il responso uscito dalle urne nel 2016.