Il presidente della Società commercianti del Mendrisiotto Carlo Coen fa il punto della situazione dopo due anni di pandemia e parla delle prossime sfide
«La Città di Mendrisio si dà molto da fare per i commercianti. Caratteristica che sta mancando a Chiasso». Ne è convinto Carlo Coen, presidente della Società commercianti del Mendrisiotto (Scm) che abbiamo incontrato per fare il punto dopo due anni di pandemia. «A Chiasso serve un progetto di rilancio per quanto riguarda le attività perché si è un po’ troppo settoriali e le ultime attività che hanno aperto sono tutti negozi di seconda mano. Non sono contrario – sottolinea subito il presidente della Scm –, ma che in un centro cittadino le uniche nuove attività siano negozi di seconda mano non è proprio un bel segno. Ecco perché Chiasso ha veramente bisogno di un rilancio cittadino per trovare attività commerciali diversificate che possano aumentare l’attrattiva della città e renderla vivibile a livello interpersonale e di famiglia». Più che un aiuto finanziario, a mentre di Carlo Coen deve essere creata «l’offerta, attirando attività che possano incrementare la varietà e la differenziazione economica commerciale. Dobbiamo riuscire a fare un progetto di rilancio territoriale con un esperto che valuta, studia e vede peculiarità e vantaggi che già ci sono per cercare quello che manca e lavorare per riempire queste mancanze». Mancanze che «a Chiasso, anche se abbiamo tantissimi servizi, ci sono: l’offerta commerciale è calata e su questo bisogna assolutamente lavorare». Per il presidente della Scm, «Mendrisio offre di più, basti pensare ai negozi di alimentari in pieno centro. Invece che rimanere chiusi, dobbiamo guardare quello che fanno gli altri, e anche copiare e portare da noi quanto c’è di positivo».
È passata ormai qualche settimana dall’abolizione delle restrizioni annunciata dal Consiglio federale. Queste decisioni hanno riportato i clienti nei centri cittadini? «Abbiamo avvertito dei timidi cambiamenti, ma prima di poter dire che le persone hanno ricominciato a fare acquisti ci vuole ancora tempo – risponde Coen –. Le città non si sono ancora ripopolate come prima: gran parte delle persone continua con il telelavoro. C’è più tranquillità nell’entrare nei negozi, ma parlare di ripresa è troppo presto. Anche se abbiamo riscontrato più clienti italiani del solito, provenienti dalla fascia di confine e qualcuno dalla zona di Milano, e in questo periodo sono proprio loro ad approfittare di più di saldi e offerte». Il cauto ottimismo non deve trarre in inganno. Anche perché, è notizia di pochi giorni fa, il cambio uno-a-uno tra franco ed euro «rende il tutto più difficile. È soprattutto una soglia psicologica: sentendosi ‘forte’ con il cambio, la gente va, acquista senza badare alla differenza tra i prezzi e rischia di spendere di più, convinta di risparmiare». Nel complesso, «sarà comunque un anno difficile per i problemi internazionali che stanno mettendo molta paura e hanno causato anche un fortissimo aumento dei costi dell’energia. Dovremo fare attenzione agli acquisti per la primavera perché non possiamo permetterci aumenti di prezzo. Credo che i commercianti stiano cercando di tirare un po’ la cinghia, spalmando quello che possono essere gli aumenti di certi costi per mantenere invariati i prezzi, altrimenti non si vende». Durante i due anni di pandemia «ho sentito che qualcuno è riuscito a fidelizzare la clientela locale e che qualche attività commerciale ha anche incassato più dell’anno scorso. Ma la maggioranza dei commerci è ancora in forte difficoltà». Quello ticinese «è un cliente un po’ difficile da fidelizzare e in questi mesi ha imparato a utilizzare l’e-commerce». Per questo la Scm intende continuare a proporre corsi di formazione per l’utilizzo di social ed e-commerce per poter vendere i prodotti della propria attività. «Da quello che sento – aggiunge Coen – se prima il timore era verso i negozi italiani, ora questi fanno forse ancora più fatica di noi. Il vero avversario, se così possiamo chiamarlo, adesso è proprio il commercio online».
Il ritorno alla normalità, l’arrivo della bella stagione, la Legge cantonale sugli orari di apertura dei negozi e i recenti tentativi messi in atto a Bellinzona e Lugano riportano d’attualità anche nel Mendrisiotto la domanda sull’apertura domenicale dei negozi. «Rispondo esprimendo il parere dei commerci – annuncia il presidente della Scm –. Tenere aperto un negozio ha un costo e, soprattutto nelle piccole attività, ci sono sempre le stesse persone che lavorano dal lunedì al sabato. Una piccola attività fa il sacrificio se ne vale la pena, se non ci sono abbastanza clienti che possono entrare in negozio, non si tiene aperto ed è più che comprensibile». Per Coen, «invece che criticare chi lavora 6 giorni su 7, bisognerebbe immedesimarsi in quell’attività e caso mai dare un supporto, creando un sistema di aiuto per trovare persone che possano sostituire o stare in negozio in certi momenti». Per una realtà come quella del Mendrisiotto, «tenere aperto la domenica è inutile, anzi se continuiamo così sarà inutile tenere aperto anche al sabato perché siamo diventati una città di uffici». Per cercare di migliorare la situazione, «credo che commerci, cultura e turismo debbano collaborare, con un lavoro di maggiore interazione nella promozione affinché indotto e opportunità possano essere pienamente sfruttati».
Restando in ambito, una sfida ghiotta è quella del 16 giugno, quando Novazzano e tutto il Mendrisiotto accoglieranno la quinta tappa del Tour de Suisse. «Sarebbe bello riuscire a organizzare qualcosa in occasione di questo importante evento – sottolinea ancora Coen –. I tempi sono molto stretti, ma se ci fosse un trait d’union con la tappa, avrebbe veramente senso approfittarne e tenere i negozi aperti». Il comitato della Scm ha varie idee e progetti che sta cercando di portare avanti, «ma non è detto che le idee buone siano solo nostre: se qualcuno ne ha ed è pronto a dare una mano, siamo pronti ad ascoltare. Basta farsi avanti».
L’attività della Scm non si è mai fermata. «A favore dell’intera categoria del commercio e delle attività commerciali, desideriamo essere veramente rappresentativi nei rapporti con enti e istituzioni. Per questo, tra i membri di comitato abbiamo concordato la ripartizione dei compiti e delle cariche rappresentative all’interno dei diversi consessi istituzionali. Un’occasione per allacciare migliori rapporti di collaborazione». Tra i prossimi progetti che verranno concretizzati, verosimilmente dal mese di settembre, c’è il ritorno del mercato settimanale di Mendrisio in piazza del Ponte. «Il venerdì per Chiasso è diventato il giorno con più gente in giro. Da Mendrisio c’è stata una forte richiesta da parte dei commerci per riavere il mercato. In collaborazione con il Municipio di Mendrisio, stiamo studiando fattibilità e problematiche prima di partire con le iscrizioni». Tra i dossier c’è anche un progetto legato al mercato che arriva dagli altri Comuni, «ma prima di attivarci – conclude Carlo Coen – stiamo aspettando di avere qualcosa di concreto da parte loro perché sforzo organizzativo e finanziario non sono indifferenti».