Confermato l‘episodio avvenuto all’esterno del Cpc di Chiasso. La municipale Colombo-Regazzoni: ‘In questi casi bisogna denunciare’
Su quanto accaduto in pieno giorno all’esterno del Centro professionale commerciale (Cpc) di Chiasso il mercoledì dell’altra settimana nessuno si sbottona. La situazione, si fa capire, è delicata: uno scambio di battute (da ciò che si vocifera per motivi banali), poi i cazzotti e quel pugno che manda in frantumi la mascella di un alunno, costretto, come riferito giovedì sera da Tio, a ricorrere alle cure dell’Inselspital di Berna. A colpirlo è stato un altro giovane, a quanto pare un ex allievo ora maggiorenne, già conosciuto in zona per le sue intemperanze.
La scuola, finita in mezzo suo malgrado, si è chiusa a riccio – anche fra i docenti vi è la consegna del silenzio – e rimanda al Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport. Il quale non può e non vuole, ci spiegano dalla direzione, aggiungere nulla in questa fase. Di certo l’episodio non lascia indifferenti. Ne è a conoscenza pure la Polizia cantonale. Contattata da ‘laRegione’, dal comando ci fa sapere che «sono in corso i necessari accertamenti». Come dire che «al momento è prematuro fornire ulteriori informazioni». Sin qui, poi, come risulta da nostre verifiche, non è stata sporta denuncia.
Contorni della vicenda e ragioni del pestaggio, insomma, restano ancora tutti da chiarire. Non di meno, questo ultimo atto di violenza va ad aggiungersi a un lungo elenco. «Si tratta di un fatto increscioso – commenta Sonia Colombo-Regazzoni, a capo del dicastero Sicurezza pubblica della cittadina –. Queste sono cose che non possono e non devono essere tollerate: le mani addosso non si mettono». Ciò che è successo al Cpc è la spia di un malessere più ampio? «Dopo gli episodi legati a una ‘gang’ locale, la situazione è andata migliorando – illustra –. Anche durante il lockdown dettato dalla pandemia non sono giunte segnalazioni simili. Il fenomeno appare arginato e ristretto. Purtroppo ogni tanto capitano eventi del genere». Il punto, lamenta la municipale, è che la politica a volte si ritrova con le mani legate. «Senza una denuncia – chiarisce – non possiamo fare niente. Davanti all’uso della violenza è doveroso denunciare, per chi subisce e per la collettività».