Basso e Alto Mendrisiotto si accingono a procedere con studi separati. A seguire Vacallo sono altri quattro Comuni. Novazzano resta indeciso
L’aggregazione comunale è uno dei temi che in questi anni ha fatto più discutere nella regione. E ancora accende il dibattito. Rispolverata dopo una quindicina di anni l’idea di riaprire il discorso, almeno nella parte sud del Distretto, si è capito che Basso e Alto Mendrisiotto, per il momento, percorreranno strade diverse. Sondato il terreno, è emerso in modo chiaro che i Comuni di mezzo, così come quelli più a nord – Mendrisio in testa – non hanno intenzione di ragionare su un processo aggregativo allargato. Semmai il capoluogo riprenderà in mano il dossier lì dove lo ha lasciato, ma senza sconfinare al di fuori del comprensorio. Quanto al Comune unico del Mendrisiotto – così come lo si è prefigurato nel Piano cantonale delle aggregazioni – resta musica di un futuro che appare sempre più lontano.
Esplorando la geografia regionale, nel Basso Mendrisiotto, per ora, si è pronti quindi a procedere un passo alla volta e con quella circospezione dettata dalla necessità di non rompere equilibri comunque fragili. La speranza, dichiarata dallo stesso sindaco di Vacallo – Comune che ha rotto gli indugi e oggi fa da capofila –, Marco Rizza, è che la regione muova «compatta» verso quello che si prospetta come uno studio preliminare delle virtù di una futura possibile aggregazione. «In questa fase – spiega a ‘laRegione’ in qualità di portavoce – è molto importante per avere una visione di ciò che sarà».
Ecco che la decisione di non dare una risposta definitiva (per ora) da parte del Municipio di Novazzano ha un po’ spiazzato. Iscritto nell’agenda dell’esecutivo di martedì sera, la tematica ha alimentato un dibattito, fra pro e contro, che non si è ancora chiuso. Le valutazioni sono in corso. «La nostra posizione va affinata», ci fa sapere il sindaco Sergio Bernasconi. Si scioglieranno le riserve sulla partecipazione allo studio di opportunità “prossimamente”, come annunciato poi in una nota giunta nel pomeriggio di ieri.
Sin qui, dunque, a condividere l’intenzione di addentrarsi nel terreno, per certi versi accidentato, dell’aggregazione nel Basso Mendrisiotto, saranno Vacallo, Chiasso, Balerna, Morbio Inferiore e Breggia. Il che rappresenta, in ogni caso, un risultato incoraggiante. Lo scenario a tre - Chiasso, Morbio e Vacallo - bocciato alla prova del voto popolare e poi abbandonato nel 2007, oggi non avrebbe più ragione di essere.
Cosa tiene per adesso nel limbo Novazzano? Non tanto la proposta di avviare uno studio preliminare – e a dirla tutta il fatto di non avere la necessità di ‘fondersi’ –, ma bensì il parere espresso da Mendrisio. La Città in effetti si è chiamata fuori. Un tale esercizio non è fra le sue priorità. «Dal nostro punto di vista – annota ancora Bernasconi con rammarico – è un peccato. Sarebbe buona cosa poter avere una visione completa e non parziale dell’ipotesi aggregativa. Uno studio come quello previsto è interessante per tutti e non va lasciato perdere». Ad allettare Novazzano, però, c’è anche l’eventualità che Mendrisio possa inoltrarsi in un approfondimento simile nell’Alto Mendrisiotto.
«Come Comune – motiva il sindaco – gravitiamo anche su Mendrisio. Quindi, come confinanti, sarebbe bello essere coinvolti nell’analisi del capoluogo. Anzi, scriveremo al Municipio della Città per renderlo partecipe di questo nostro auspicio». Bernasconi non nasconde, insomma, che vedrebbe bene un Comune unico più ampio di quanto abbiano immaginato i colleghi del Basso Mendrisiotto.
In realtà, aver scritto a tutti gli enti locali del Distretto ha tutta l’aria di un gesto di cortesia. «Era giusto farlo per restituire una visione allargata», ci ricorda Rizza. Come dire nessun obbligo, nessuna aspettativa. A questo punto, appare strategico concentrarsi sul Basso Mendrisiotto e su chi aderisce allo studio preliminare. Ovvero lì dove, ribadisce il sindaco di Vacallo, «si sta delineando la volontà di acquisire quegli elementi in più utili a prendere una decisione nel futuro».
Accompagnati sin qui dalla Sezione enti locali, è difficile ora dire per quanto tempo occuperanno approfondimenti, analisi e verifiche. Per Rizza, però, si tratta di un percorso fattibile. Anche se la speranza a cui ha dato corpo il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni nel suo discorso di inizio anno – e meglio arrivare alla consultazione popolare entro questa legislatura – rischia di essere assai ottimistica. In ogni caso, ciò che conta è mettersi all’opera.
Spostandosi nell’Alto Mendrisiotto, la Città sembra pronta a riallacciare i contatti con quei Comuni che già facevano parte di un’ulteriore tappa di un processo iniziato nel 2001 e che si è concretizzato tra il 2004 e il 2013, dando vita a una Città di dieci Quartieri. Un percorso rimasto, di fatto, incompiuto. Chi è rimasto fuori? Coldrerio, Castel San Pietro, Riva San Vitale e Brusino Arsizio. I moti del Basso Mendrisiotto, in fondo, hanno indotto una reazione anche dal resto del Distretto. In un certo senso, confessa il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, il, capoluogo è stato messo un po’ alle strette.
Resta il fatto che all‘interno dell’esecutivo cittadino si vedono bene due tappe intermedie, l’una nel Basso e l’altra nell’Alto Mendrisiotto. «Vale la pena valutare due zone», chiarisce il sindaco. Da parte sua la Città intende ripartire «dagli studi già fatti e poi parcheggiati», proiettandosi oltre la ‘fase light’ realizzata sin qui ed entrando così nel merito di nuovi approfondimenti. Il perimetro dell’azione del Comune è, quindi, quello ’storico’, anche se pare possibile un coinvolgimento di Stabio. E gli altri enti locali? In altre parole, si darà udienza anche a Novazzano? «Se altri Comuni manifesteranno delle velleità se ne potrà discutere», ci risponde Cavadini senza sbilanciarsi troppo.
A questo punto l’autorità mendrisiense vedrà come sviluppare i suoi intendimenti. «Stiamo pensando di prendere un contatto preliminare anche per capire se sussiste la volontà di continuare su questa strada», ci dice Cavadini. «Non dimentichiamo – aggiunge – che nelle linee strategiche della Città il dialogo con i vicini non si iscrive solo nell’ottica dell’aggregazione, ma anche di una collaborazione legata a progetti sul territorio».
Stavolta sembra proprio che il discorso aggregativo nel Distretto non resterà parola morta o... sospesa.