Per il Municipio si tratta di ‘situazioni da non enfatizzare oltre misura’. Non saranno introdotte misure di protezione per accedere alle aree
Cosa fare per limitare gli abusi nei centri di raccolta rifiuti? Sono molti i Comuni confrontati con questa domanda. Sollecitata da un’interrogazione di Daniele Raffa e Manuel Aostalli (Ppd), la Città di Mendrisio ha fornito le sue spiegazioni. Quello introdotto nel 2009 è “un sistema capillare e di libero accesso” che “offre vantaggi e agevola la cittadinanza ma inevitabilmente si presta a qualche abuso, la cui portata non deve tuttavia essere enfatizzata oltre misura – sottolinea il Municipio –. Ridurre l’accesso ai punti di raccolta rischierebbe di far riprendere l’abbandono dei rifiuti sul territorio, generando inquinamenti e costi ben maggiori a tutta la comunità”. Le indicazioni raccolte grazie alle piattaforme dedicate, così come i controlli effettuati dal personale dell’Ufficio tecnico, “non hanno evidenziato situazioni di crescente degrado o un aumento delle anomalie”. Per questo l’esecutivo non è intenzionato a introdurre misure di protezione. “Con il nuovo modello contabile analitico ogni spesa del settore rifiuti deve essere coperta con la tasse sui rifiuti. Per cui per eliminare un fenomeno marginale, seppur fastidioso per una piccola parte della cittadinanza sensibile a questi aspetti, dovremmo penalizzare tutta la popolazione costretta a coprire i costi di questi provvedimenti, con in più una riduzione dell’accessibilità ai punti di raccolta”. Anche l’ipotesi di una tessera magnetica, “oggi fattibile solo per l’ecocentro di Mendrisio, presidiato durante gli orari di apertura” richiederebbe “un investimento abbastanza importante che andrebbe comunque a ricadere sulle tasse di raccolta e smaltimento rifiuti, senza portare benefici risolutivi o stanziali”.
A preventivo 2022, il Municipio di Mendrisio ha inserito un costo procapite di 163,55 franchi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (nel 2009 era di 209,83 franchi). Nel corso degli anni sono stati registrati “aumenti imposti a livello cantonale che sono in parte stati compensati da un severo contenimento delle spese complessive”, stimate nel preventivo 2022 in 2’535’000 franchi. Una cifra che corrisponde ai 2’517’986 franchi del 2009 “nonostante un netto aumento della popolazione e la realizzazione di un sistema di raccolta ben più performante, sia in termini qualitativi che quantitativi”. Come detto, i citati aumenti “hanno imposto un contenimento delle spese e l’ottimizzazione degli introiti legati alla valorizzazione dei materiali riciclati e derivanti dalla raccolta”. Per adeguarsi al Cantone, “si rendere comunque necessario un aumento, seppur modesto, delle tariffe” così come “un aumento contenuto anche delle tasse base per permetterci di riequilibrare il fondo smaltimento rifiuti”. Passando ai numeri, il Municipio indica che la produzione di rifiuti solidi urbani “si è stabilizzata” attorno ai 200 chili annui a testa (il picco, registrato nel 2012, era di 700). Discorso inverso per rifiuti riciclabili e raccolte separate, passate dai 270 chili a testa nel 2009-2010 ai circa 400 chili procapite all’anno nel periodo 2021-2022. “Stiamo parlando ci circa 6’200 tonnellate di raccolte separate, mediamente 120 tonnellate alla settimana, oltre 17mila chili al giorno che corrispondono mediamente a circa 400 chili al giorno per ogni singolo punto di raccolta”.
Considerato il volume di rifiuti raccolti, “gli ecopunti vengono controllati e vuotati più volte al giorno per garantire la possibilità di smaltimento corretta, sull’arco di tutta la settimana, assicurando indirettamente un controllo degli accessi e degli smaltimenti”. Nel corso dei controlli “sono state comminate due contravvenzioni per due aziende della regione”. Il Municipio aggiunge anche che lo scorso anno sono stati effettuati picchetti di controllo al di fuori di giorni e orari di lavoro canonici nelle aree più esposte a possibili abusi. In Città ci sono una cinquantina di punti raccolta: “è evidente che anche solamente 10 minuti di sorveglianza giornaliera supplementare per punto, porta a costi di oltre 120mila franchi all’anno”.
Morbio Inferiore ci riprova. Dopo l’annullamento del Consiglio di Stato, a seguito di un ricorso su un’irregolarità ravvisata nella procedura di approvazione, sui banchi del Consiglio comunale torna la richiesta di credito di 2’260’000 franchi per l’edificazione di un ecocentro comunale e la relativa convenzione con il Beneficio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria dei Miracoli concernente la costituzione di un diritto di superficie. Il tema verrà discusso dal Consiglio comunale lunedì 13 dicembre. Nell’esame del messaggio le due commissioni – Gestione ed Edilizia e opere pubbliche – si sono divise. “Si è delineata la possibilità di una nuova aggregazione nel Basso Mendrisiotto – si legge nel rapporto di minoranza della Gestione –. Se avrà luogo renderà inutile l’ingente investimento, dato che il nuovo comune disporrà già degli spazi e delle strutture adatte allo smaltimento dei rifiuti”. A essere criticata è anche l’ubicazione. La zona di via Lischée, afferma il rapporto di minoranza dell’Edilizia, “presenta numerose criticità”. Tra queste, i commissari evidenziano “come l’ecocentro sia un grande generatore di traffico: il Municipio stima si tratti di 170 auto al giorno, ma considerando un utilizzo quindicinale della struttura, si superano facilmente le 200 auto al giorno, in una zona che dovrebbe essere restituita alla popolazione”. La maggioranza della Gestione “è concorde nell’evidenziare che il progetto proposto non sia perfetto per la comunità; tuttavia è l’unica soluzione attuabile rispetto alla situazione odierna”. Concordi anche i colleghi dell’Edilizia. “Purtroppo l’ecocentro non sarà il rimedio a tutti i mali, causerà un aumento del traffico in via Lischée che comunque potrà essere disciplinato con un regolamento comunale chiaro in maniera che non crei problemi ai ragazzi che iniziano e terminano scuola”.