Il Ppd va alla carica anche del Consiglio di Stato. Il Cantone, chiedono tre deputati, è disposto a sostenere il Distretto?
Già alle prese con il progetto della terza corsia dinamica fra Lugano e Mendrisio, il Mendrisiotto non ha proprio digerito la determinazione dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) di riservare un’area di sosta ai Tir lungo il tratto meridionale dell’A2. Neppure davanti alla reazione dei Municipi toccati per territorio – ovvero Mendrisio, Coldrerio, Balerna e Novazzano – e della Commissione regionale dei trasporti, in effetti, Ustra ha fatto marcia indietro. Lo aveva fatto capire a chiare lettere nella missiva recapitata agli stessi esecutivi e negli ultimi tempi non ha cambiato idea. Per dar manforte al Distretto il Ppd, tanto a livello cantonale che federale, sta cercando di far uscire allo scoperto sia il Consiglio federale che il Cantone. Seguendo il consigliere nazionale Marco Romano, oggi, lunedì, tre deputati Ppd della regione – Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Luca Pagani – hanno messo il dossier sul tavolo del Consiglio di Stato. Tra le righe dell’interrogazione emerge infatti la richiesta di affiancare il Mendrisiotto nella sua nuova battaglia.
Agli occhi dei tre granconsiglieri “risulta incomprensibile l’atteggiamento di Ustra che dinanzi a un’unanime presa di posizione degli amministratori locali ha ritenuto di non dover concedere nessuna apertura, non ‘ammorbidendo’ in alcun modo il progetto”. Per Fonio, Agustoni e Pagani – che si fanno portavoce del Distretto – si tratta di “una posizione irrispettosa”. La richiesta, quindi, è chiara: “Un intervento deciso da parte del Dipartimento del territorio e del Consiglio di Stato”. Quanto agli interrogativi rilanciati dai banchi del parlamento sono due. Con il primo si mira a misurare il grado di informazione del Cantone sull’intenzione di creare una corsia ad hoc per i mezzi pesanti tra l’area di servizio di Coldrerio e il viadotto di Bisio a Balerna. Con la seconda ci si prefigge di sapere quale sia la posizione sul piano cantonale. Ma soprattutto, il CdS “è disposto a sostenere la regione nei confronti di Ustra?”.
D’altro canto, come evidenzia anche il Ppd distrettuale in una nota, si va a incidere su un territorio “già fortemente sotto pressione dal traffico e dalla qualità dell’aria” e che dunque “non può permettersi di realizzare una nuova infrastruttura per la sosta dei camion che aggraverebbe ancora di più i problemi della nostra regione”.
L’Ustra, da parte sua, ha giocato sin qui la carta della sicurezza. Nella risposta alla lettera degli esecutivi i tecnici federali hanno fatto presente la necessità di una operazione che non solo pianifica il risanamento e la messa a norma di un tratto autostradale aperto nel 1966, ma sana una lacuna.