Il ricordo di una figura legata indissolubilmente al Monte Generoso e alla Grotta dell’orso di cui è stato scopritore
Sabato 27 novembre Sergio Vorpe di Melano è volato via, lasciandoci increduli, storditi sgomenti e soli come mai. Per chi lo conosceva “il Seo”, o “Seofone” per altri, era una figura mitica, leggendaria, legata indissolubilmente al Monte Generoso di cui era il massimo conoscitore e interprete. Eroe insostituibile delle Mille e una Note della musica della Montagna, ne faceva parte come “la Giovanna”, “il Clericetti”, la “Vetta”, “il Perostabbio”, “la Bellavista”, e “l’Alpe di Melano” divenuta suo simbolo e dimora.
Oltre a conoscere come nessuno i sentieri e gli angoli più reconditi della montagna, ha scoperto e svelato l’esistenza di un mondo sotterraneo straordinario, arricchendo in maniera significativa il patrimonio naturalistico del Generoso, del Mendrisiotto e del Ticino. Sue le scoperte di Nevera, Sua Maestà, Meltemi, Immacolata, Araba Fenice, Eterea, Grotta del Canalone, Generosa (o Grotta dell’orso) e tante altre grotte ancora, per chilometri e chilometri di gallerie sconosciute, fiumi sotterranei, luoghi fiabeschi e tesori inestimabili.
Seo Vorpe ha portato, con le sue scoperte, la reputazione naturalistica e scientifica del Monte Generoso a livelli internazionali, grazie, per esempio, al rinvenimento del sito paleontologico della Generosa nel maggio del 1989. In questa grotta sono stati in seguito portati alla luce decine di migliaia di reperti, oltre 500 orsi delle caverne vissuti ed estinti sul Monte Generoso tra gli oltre 30’000 e i 50’000 circa anni fa (che ne fanno uno dei più importanti siti paleontologici d’Europa), la pantera e il leone delle caverne, e anche alcune selci attribuite all’Uomo di Neandertal. La voce fioca di Seo Vorpe è stata, in realtà, forte e vibrante come poche, tanto che la Grotta dell’Orso ormai dovrebbe portare il suo nome. Momenti indimenticabili di scoperta, di entusiasmo, di vita, di luce e di amicizia.
Sergio Vorpe ha regalato a tutti la magìa, la conoscenza e il rispetto del mondo sotterraneo, Piange la montagna, piangono le grotte e le sorgenti, piange l’Alpe di Melano. Come un Eroe leggendario e amato da tutti, ha preso il suo ultimo sentiero. Parafrasando Leopardi egli è ora oltre l’ermo colle (…) che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude (…) da interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi; se ne è andato a esplorare l’Infinito.