Nel dossier presentato alla Commissione politica sul progetto PoLuMe le ragioni suffragate dalla perizia degli esperti. Le reazioni dei cittadini
Le popolazioni del Mendrisiotto e Basso Ceresio se lo sentono ripetere da un po’. Del PoLuMe, il progetto per il potenziamento del tratto autostradale fra Lugano e Mendrisio, non si può fare a meno. Non se si vogliono ridurre le colonne sull’A2 e ci si prefigge di alleggerire strada cantonale e collegamenti interni nei Comuni della regione. Stessa cosa per il nuovo svincolo a Melano: l’opera è necessaria per diminuire il traffico di attraversamento sulla Cantonale. L’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, l’ha messo nero su bianco e ha controfirmato la perizia tecnica che suffraga la sua tesi. Tant’è che in settembre anche il Cantone ha apposto il suo sigillo dopo le resistenze iniziali su un’opera – lo snodo in più tra Lugano e Mendrisio, appunto – che suscitava qualche perplessità pure nelle istituzioni. Lo ha fatto confermando il suo sostegno a un progetto definito “importante” e al contempo la disponibilità a contribuire con 84 milioni di franchi a fronte di un investimento da quasi 2 miliardi. È tutto nel dossier presentato, sempre il mese scorso, alla Commissione di accompagnamento politico. Dossier di cui siamo entrati in possesso e che rimanda a fine 2022 per il prossimo punto della situazione.
In quella riunione l’Ustra ha informato sulla consultazione che ha coinvolto governo, enti locali e Commissioni regionali dei trasporti di Mendrisiotto e Luganese e messo sul tavolo altresì le risultanze dell’analisi condotta dagli specialisti del traffico. Alla fine si è tornati al punto di partenza: la verifica dei flussi di traffico e dei diversi scenari e i numeri che ne sono scaturiti agli occhi dell’Ufficio federale delle strade non fanno altro che ribadire che non solo quello svincolo in più – oltre a quello previsto a Grancia – va realizzato, ma che agevola il viavai veicolare e favorisce l’intermodalità come i residenti. A Melano e dintorni non sembrano pensarla tutti così, però. I cittadini che giovedì sera si sono ritrovati all’Orto il Gelso per dibatterne su invito del Comitato ‘No alla terza corsia tra Lugano e Mendrisio!’ e del Ps Mendrisiotto e Basso Ceresio, pendevano da ben altra parte. I timori per l’impatto che l’intera operazione avrà sul territorio e la vita delle persone (anche in corso d’opera) sono maggiori dei benefici ventilati dall’alto. Lo ha fatto capire bene Marzio Proietti del Comitato al tavolo dei relatori con il presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto Andrea Rigamonti, più favorevole all’intervento ma sempre scettico. Del resto, non è che a Grancia l’abbiano presa a cuor leggero l’idea di uno svincolo, che pure da quelle parti lascerà il segno.
Il secondo parere commissionato a livello federale, però, vale una prova regina per l’Ustra. Gli esperti hanno messo a confronto due scenari, il primo con lo svincolo – in realtà tre quarti di svincolo – il secondo senza, durante gli orari di punta della mattina e della sera, sullo sfondo l’assetto ridisegnato da Polume con la terza corsia dinamica e le opere previste a corredo dell’infrastruttura stradale. Il punto di partenza? Che tanto sulla strada verso il lavoro che su quella del ritorno a casa i maggiori utilizzatori sono gli abitanti dei Comuni del Basso Ceresio, lì fra il ponte diga e la fine del lago Ceresio. Insomma, per gli specialisti lo snodo è stato immaginato nel punto di maggiore necessità. Ma c’è di più: calcoli e variazioni del traffico dimostrano che senza lo svincolo di Melano nelle ore di punta si avrebbe un aumento del carico veicolare sull’intera strada cantonale tra Mendrisio e Melide e la sera da nord a sud i problemi raggiungerebbero Paradiso e la forca di San Martino. Senza trascurare, si evidenzia nella perizia, l’effetto sull’attraversamento del nucleo del paese.
Dall’osservatorio dell’Ustra le conclusioni sono presto tirate. Lo studio non fa altro che certificare l’assoluta opportunità di realizzare questo intervento lungo l’A2 nel segno di una buona funzionalità di tutta la rete stradale. In altre parole, per i tecnici federali a pesare a favore ci sono elementi come un minor transito dal centro di Melano e un calo del traffico nel comprensorio, verso Mendrisio, come verso Lugano e il Pian Scairolo. Ergo si avrà un minore impatto sul territorio. Con la concessione di una parziale copertura delle tre rampe pianificate – a una quarta si è rinunciato – e una rotonda di raccordo con la strada cantonale. Resta l’apertura, con la stesura definitiva del progetto, ad apportare ulteriori ritocchi suggeriti dalle autorità cantonale e comunali. Tutto ciò, certo, avrà un costo. Si è pronti ad aggiungere al preventivo 50 milioni.
Per Ustra, quindi, senza svincolo di Melano non si può stare. Ma servirà almeno a rendere più agevole un prolungamento in galleria a sud del paese del tracciato autostradale? Tra chi lo chiedeva c’era anche la Crtm di Rigamonti assieme al Comune di Melano stesso. I tecnici federali hanno confermato la compatibilità delle due opere: una data sul calendario ancora non c’è. Anche perché, hanno precisato alla Commissione di accompagnamento politico che il proseguimento verso sud non può essere finanziato con PoLuMe. Sarà forse anche per questi motivi che una Città come Mendrisio e un villaggio come Rovio non si sono lasciati convincere. Sulla qualità di vita delle popolazioni locali non la pensano come Ustra.
Del resto non sono i soli dalle parti del Mendrisiotto. A tornare alla carica giovedì sono stati anche i Cittadini per il territorio per voce dei coordinatori Grazia Bianchi e Ivo Durisch. L’assemblea dell’associazione ha ribadito, in effetti, la sua contrarietà al potenziamento dell’A2. Un potenziamento, si rimarca in una nota, “considerevole della capacità stradale che non possiamo accettare. Infatti oltre agli ampliamenti autostradali anche la strada cantonale, passando sull’attuale tracciato della A2, diventerà una superstrada e di fatto subirà anch’essa un potenziamento”. Per non parlare dello svincolo di Melano che “sottrarrà ulteriore terreno a un Comune che tra il villaggio e il lago è attraversato dalla ferrovia, dall’autostrada e dalla Cantonale”. Non ha mancato, a sua volta, di sollevare la problematica davanti al Touring club svizzero Matteo Muschietti, che ha definito la terza corsia un “cerotto che non porterà nessun miglioramento di fluidità nel Mendrisiotto”.
Chi vive lungo gli assi stradali nord-sud ha bisogno di ben altro. Per i Cittadini adesso servono “interventi volti al miglioramento della qualità di vita che si otterrà solo scoraggiando l’uso del veicolo privato invece di favorirlo con più strade”. Secondo Muschietti “l’unica situazione praticabile è quella di diminuire il traffico proveniente dalla vicina Italia con il potenziamento del trasporto pubblico e invitare le autorità italiane a spingere i lavoratori frontalieri a condividere l’auto”, richiamando altresì le aziende alla responsabilità sociale. A maggior ragione, fanno capire da entrambe le parti, è arduo riuscire a digerire un altro progetto Ustra: la creazione di una corsia ad hoc per i Tir fra Coldrerio e Balerna. I Cittadini sono pronti quindi a sostenere azioni di sensibilizzazione e a vigilare “sui prossimi passi di Ustra”. Il Distretto potrebbe anche mobilitarsi come ai tempi di Sos Mendrisiotto ambiente.