Il Municipio stima di chiudere i bilanci 2022 con mezzo milione di deficit. La città tiene il punto su moltiplicatore e servizi. Intanto, si investe
Il cielo sopra Chiasso non è più così blu. E questa volta l’inquinamento atmosferico con cui da tempo convivono i chiassesi non c’entra nulla. A offuscare l’orizzonte vi sono semmai alcune incognite economiche a cui la guida del Comune, oggi, non sa dare una risposta, un po’ per gli effetti della pandemia – ancora incerti –, un po’ perché gli equilibri finanziari fra Cantone ed enti locali restano da definire. Così la cittadina di confine stringe i denti e va avanti, allontanando la tentazione di rivedere al ribasso il moltiplicatore di imposta – che si propone di mantenere al 90 per cento –; e lo fa forte di una prudenza e di una oculatezza che in questo ultimo anno mezzo circa ha dato modo di reagire anche all’urto della crisi sanitaria da Covid-19. Il Municipio, nel frattempo, si prepara a parare il colpo di introiti fiscali in discesa e di conti in rosso: le previsioni del Piano finanziario messo un mese fa nelle mani dei consiglieri comunali, in effetti, agitano qualche sonno. Per il momento le cifre allineate a preventivo per il 2022, in ogni caso, tengono e limitano il disavanzo annunciato in poco più di mezzo milione di franchi. Tant’è che il gettito fiscale si mostra solido e gli investimenti – al netto di 7,4 milioni – vengono dati in crescita rispetto a quanto previsto per il 2021 (6,7 milioni) e raddoppiano in pratica quanto speso nel 2020. Del resto, l’esecutivo ha già fatto sapere che da qui al 2025 l’iniezione a favore di opere e progetti – quindi di riflesso pure dell’economia locale – sarà di 50 milioni di franchi. Tutto ciò dopo anni vissuti con il freno a mano tirato per abbattere l’indebitamento pubblico, ritenuto eccessivo e visto come un’eredità troppo pesante da lasciare alle future generazioni.
I tempi non sono facili, ma a Chiasso non ci si perde d’animo. Mostrando altresì una buona dose di coraggio e fiducia nel futuro, rinvigorita quest’ultima, di recente, dalla disponibilità del Basso Mendrisiotto a riaprire il dossier delle aggregazioni. Il sindaco Bruno Arrigoni non rinuncia a credere che, unite forze e territorio, con 23mila abitanti e la possibilità di investire dai 16 ai 18 milioni l’anno, questa realtà avrebbe ben altre dimensioni e forza. Nell’attesa, si procede un’annata dopo l’altra. E per ora ci si accontenta di prospettare per il 2022 «una perdita tutto sommato limitata», fa notare Arrigoni. Da qui la decisione di suggerire al legislativo la continuità anche in termini di moltiplicatore di imposta (rivisto dall’87 al 90 per cento nel 2016). A dirla tutta, ammette il sindaco, «qualche mese fa avevamo pensato a un ritocco verso il basso. Ma abbiamo preferito tenere le posizioni e mantenere di conseguenza i servizi offerti oggi ai cittadini e l’aiuto assicurato alle società e alle associazioni che regolarmente chiedono una mano al Comune, viste la difficoltà di reperire di questi tempi dei sostenitori».
La cittadina ha fatto, quindi, una scelta precisa: assicurare tutto ciò che può garantire alla popolazione, anche se la pandemia, annota ancora il sindaco, ha reso le cose più ardue. Si è rimasti coerenti pure in termini di offerta culturale e a livello sportivo e di tempo libero: nel primo caso si sono convogliati 2 milioni e mezzo, nel secondo 3.
Avvicinando la lente alle cifre inserite nel Preventivo 2022 reso pubblico mercoledì, si nota subito come le spese correnti – per quasi 65,6 milioni – aumentino e i ricavi – per circa 42,8 milioni – diminuiscano, seppur entrambi non di molto. Restituisce solidità, per contro, il gettito fiscale, che annuncia entrate per 24 milioni e 750mila franchi. L’amministrazione stima introiti dalle persone fisiche – le economie domestiche – per 14,4 milioni e da quelle giuridiche – il mondo dell’economia – per 8,9 milioni. Resta prudenziale la valutazione delle imposte alla fonte (in calo già nel 2020), calcolate in 7 milioni a fronte dei 9 milioni e mezzo di solo un paio di anni fa. Qualche nodo da sciogliere, in effetti, c’è: «Sul territorio abbiamo attività legate alla Fintech e al digitale – fa presente il sindaco –, quindi sarà da vedere quale sarà l’evoluzione economica delle società». Come dire, resisteranno tutti i posti di lavoro?
D’altra parte, il Comune che conta alle sue dipendenze più di 358 unità, si ritrova a dover fronteggiare maggiori spese per il personale, e sul versante della socialità a registrare costi significativi (sebbene stabili se non in lieve calo) per l’assistenza alle persone in difficoltà – si parla di 1,6 milioni – e contributi crescenti da riversare al Cantone (in particolare per il settore degli anziani e delle cure domiciliari). A pesare, d’altro canto, come osserva il sindaco Arrigoni, ci sono pure gli sforzi profusi a sostegno del trasporto pubblico che ancorano, in totale, a bilancio oltre 1,2 milioni.
Ecco perché, come lascia intendere chiaramente il sindaco, ci si aspetta che a livello cantonale si allenti un po’ la presa. È vero, la quota di partecipazione al finanziamento dei compiti dello Stato è stata ridotta di un terzo – per Chiasso è di 587mila franchi –, e forse sarà ridimensionata di un altro terzo – «si attende una decisione del Cantone» –, ma sembra non bastare. Le previsioni per l’anno prossimo, in ogni caso, appaiono meno nere di quanto prospettato a Piano finanziario. «Ora come ora ci sono diversi punti difficile da decifrare – spiega a ‘laRegione’ Bruno Arrigoni –. Ad esempio, dipende da quali strategie scaturiranno dal progetto di piattaforma 2020. Si mormora che il Cantone sia disposto ad assumersi per intero i costi dell’assistenza. Per Chiasso significherebbero 5 o 6 punti di moltiplicatore in meno. Se anche ci fossero addebitate altre spese, potremmo comunque risparmiare, rendendo la situazione più semplice rispetto al Piano finanziario presentato. Insomma, ci sono delle variabili alle quali non sappiamo ancora dare una risposta».
Il Comune, come detto, non si tira indietro e ha un programma ben chiaro in mente e tutta una serie di investimenti da concretizzare e mettere in cantiere. Ora si parte con la ristrutturazione del Palapenz, ma subito dopo, fa memoria il sindaco, toccherà al risanamento delle scuole dell’infanzia di via Simen e via Chiesa e delle palestre. In più a giorni il Municipio recapiterà un messaggio sulla sistemazione stradale del comparto del Centro culturale cittadino: interventi per un milione circa che con tutta probabilità, annuncia, si realizzeranno nel 2023. Tutte opere a vantaggio della comunità, che, da parte sua, lancia segnali positivi. «Oggi abbiamo ricevuto il resoconto sulla campagna relativa ai buoni da 20 franchi distribuiti alla cittadinanza. Ebbene – comunica Arrigoni con una certa soddisfazione –, quasi il 90 per cento – dei 4’500 tagliandi – è stato utilizzato in negozi, bar e ristoranti locali». Chiasso può ripartire anche da qui.