L’Associazione del servizio regionale sta pensando a un centro di prevenzione a Morbio Inferiore. Trattative in corso per Casa Cereghetti
Essere sul territorio. Per l‘Associazione Assistenza e cura a domicilio (Acd) del Mendrisiotto e Basso Ceresio è ben più di una aspirazione. Ogni giorno a casa degli utenti con i suoi operatori, l’Acd ha in animo di essere più vicina alla popolazione anche nel segno della prevenzione. Accantonata, per il momento, l’idea di traslocare dal numero 20 di via Mola a Mendrisio in una sede più ampia – l’opzione di entrare da inquilini nella nuova ala dell’Ospedale regionale di Mendrisio è caduta tempo fa –, si sta sondando la possibilità di aprire delle sedi locali nel Distretto. E qui a corroborare quella che per i vertici dell’Associazione è una soluzione ancora al vaglio c’è una trattativa in corso con il Comune di Morbio Inferiore. Gli occhi del Servizio e del direttore Brian Frischknecht si sono posati infatti su una proprietà della Parrocchia, Casa Cereghetti, nel nucleo del paese. Ovvero lo stesso edificio che ai tempi ospitava l’asilo e che un drappello interpartitico di consiglieri comunali ha proposto – sin qui senza troppo successo – di trasformare nella ‘Casa della popolazione’.
L’intenzione di creare una sorta di sottosede a Morbio per l’Acd è concreta. E il direttor Frischknecht non nasconde che su Casa Cereghetti vi sia un «interesse». In effetti, è stato creato un Gruppo di lavoro e l’8 ottobre scorso ci si è seduti attorno a un tavolo con la compagine municipale, i rappresentanti del Consiglio parrocchiale e della Fondazione Casa San Rocco. «Siamo solo all’inizio – conferma a ‘laRegione’ il responsabile –, ma si stanno cercando delle sinergie, fondamentali per noi, con i Comuni e altri attori della regione». E lo sguardo si allarga al comprensorio – con Morbio, Vacallo e Breggia – e alla casa anziani San Rocco. «L’idea – ci spiega ancora Frischknecht – è di avvicinare il territorio come Acd, esplorando anche la possibilità di avere delle sottosedi. Non dimentichiamo che siamo già organizzati in sottozone di lavoro nella distribuzione del personale». Quindi state pensando di diventare più capillari? «È una via percorribile anche se è prematuro dirlo ora». Avete abbandonato, dunque, l’eventualità di una centrale operativa più grande? «Questo progetto è un po’ in stand by dopo aver immaginato di allargare la sede attuale, aggiungendo un piano, o di orientarci su altri luoghi. Per il momento ci concentriamo sulla strategia operativa da attuare nei prossimi 5 o 6 anni».
Sta di fatto che per Casa Cereghetti l’Acd ha già delineato i possibili contenuti. «Stiamo ragionando sulla realizzazione di un centro di prevenzione – rivela il direttore –. Un centro dove dislocare l’équipe che opera su Morbio e dal quale lanciare un ponte verso la casa anziani e altri partner». Quale sarà il mandato del centro? «Si farà prevenzione attraverso incontri informativi e campagne, ad esempio sulle malattie cardiovascolari e polmonari, e si affronterà il tema del familiare curante. Su quest’ultimo versante – rende attenti Frischknecht – è importante poter avere dei momenti di condivisione. Inoltre, potremo informare l’utenza su come orientarsi nella grande rete di servizi presente sul territorio».
Le Cure a domicilio, insomma, sono chiamate a misurarsi su diversi fronti. «Queste sono un po’ le sfide del futuro, così come le ha delineatpure il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa – ci fa presente il dirigente –. Ci si attende infatti che gli enti collaborino e condividano le strategie nella presa a carico a lungo respiro». Ecco che al fianco del Cantone pure i Comuni diventano degli interlocutori importanti, fa capire ancora Frischknecht. Di conseguenza l’apertura di Morbio arriva al momento giusto. Se, insomma, l’Acd è pronto a investire nella relazione con il territorio, dall’altro lato gli enti locali dovranno fare la loro parte. Del resto, ci fa notare, la stessa riforma dei compiti Cantone/Comuni prospetta una maggiore integrazione delle realtà locali nell’assistenza e nella cura a domicilio. Il messaggio, quindi, è lanciato.
A Morbio Inferiore il gruppo di consiglieri comunali che si è rivolto al Municipio continua, però, a cullare il sogno di mutuare l’esperienza de LaFilanda di Mendrisio nel ‘cuore’ del paese. Secondo l’esecutivo questa proposta è “certamente affascinante”, ma pone dei limiti logistici e finanziari. E Brian Frischknecht cosa ne pensa? «Direi che un progetto non esclude l’altro. Tanto più che si ricercano già delle sinergie con la casa anziani sull’animazione per organizzare incontri più ludici e ricreativi. Se posso esprimermi a titolo personale, sarebbe bello per la popolazione». Un’apertura, in altre parole, sembra essere praticabile. A rafforzare questa sensazione, anche nel gruppo che ha firmato l’interrogazione vi è, d’altro canto, pure l’invito recapitato ai consiglieri da parte della direzione della casa anziani San Rocco di Morbio. «Ci è stato chiesto un incontro – ci fa sapere Gaia Mombelli (Morbio 2030) –. Nell’ambito del progetto di rifacimento della struttura, in effetti, sono contemplate pure altre attività al servizio della popolazione». Chissà che, alla fine, tutti possano trovarsi un po’ a... casa.