Un blocco alla volta si sta procedendo al restauro fedele dell'edificio anni Settanta. Rispettati sin qui tempistica e costi
Di padre (e madre) in figlio (e figlia): c'è un filo sottile (quello della memoria) che a Riva San Vitale lega le generazioni, dalla fine degli anni Sessanta in poi. Aver frequentato le stesse aule, respirato le stesse sensazioni, lì alle scuole elementari del paese, rappresenta un vissuto comune importante. Patrimonio del Moderno, il palazzo scolastico progettato dagli architetti Flora Roncati Ruchat, Aurelio Galfetti e Ivo Trümpi - e realizzato fra il 1967 e il 1973 - da tre anni è iscritto nell'elenco dei beni culturali d'interesse cantonale; ma da sempre è nel cuore dei rivensi. Averne cura era, quindi, un imperativo categorico per le autorità locali, che da oltre un anno sono impegnate nel restauro conservativo dell'edificio.
Tra una settimana o poco più, al rientro dalle vacanze estive, il primo gruppo di alunni - quelli del primo blocco ristrutturato, il più interno, dei cinque esistenti - potrà toccare con mano l'esito dei lavori accurati a cui sono state sottoposte le loro due aule, oltre agli spazi di direzione e docenti. Gli altri - alle elementari in totale all'appello saranno in 115, 69 i piccoli della scuola dell'infanzia - dovranno attendere, invece, i prossimi anni scolastici. La 'fase uno' di questa operazione da 6,3 milioni di franchi - e che gode di importanti sussidi cantonali e federali -, ha avuto un po' un carattere sperimentale, dando modo di portare alla luce le necessità del cantiere e di misurare tempi e costi. Ebbene il test è riuscito: la qualità dell'intervento è data; la tempistica è stata rispettata; e il budget non è stato superato, nonostante qualche imprevisto.
Rimirando i risultati ottenuti sin qui, il sindaco Antonio Guidali e il capo dicastero Educazione Eusebio Vassalli non nascondono la loro soddisfazione. «Siamo fiduciosi per il proseguio del restauro e delle successive due tappe», conferma Vassalli. Opere, quelle previste, programmate sull'andamento scolastico e che si concluderanno nel maggio-giugno 2023. D'altro canto, a Riva San Vitale, come fa capire il sindaco, erano ben consapevoli di avere fra le mani un monumento dell'architettura moderna e di muoversi, dunque, fra la necessità di rispettare il progetto originario, all'avanguardia per l'epoca, e le esigenze attuali di una scuola. Un equilibrio delicato all'interno del quale si è dimostrato di sapersi muovere bene. In effetti, come ci fa notare Vassalli, si è approfittato dell'occasione per dotare l'Istituto degli strumenti informatici utili alla didattica - incluse delle lavagne interattive multimediali -, senza venire meno al rigore filologico del restauro diretto dallo studio Bardelli.
È il capo dell'Ufficio tecnico comunale, Matteo Colferai, a farci notare tutte le peculiarità dell'intervento. «Per ridare lustro al complesso si è proceduto a uno studio dei dettagli accurato che ha permesso di ripristinare il valore originale», illustra. Un approccio sviluppato in corso d'opera grazie ad analisi tecniche, ricerche storiche e alla testimonianza diretta del'architetto Trümpi. Di fatto, spiega, la documentazione a disposizione non era completa, in particolare sui sistemi costruttivi. Nulla comunque è stato lasciato al caso. A tal punto da ricostruire le scale cromatiche autentiche. La stessa attenzione, ci fanno capire, è stata prestata alle finestre come ai serramenti o alle piastrelle del pavimento, alle facciate come all'arredo. Alcune componenti, come gli appendiabiti degli allievi o certi mobili, sono le stesse di allora, senza la patina del tempo. Il che dà al centro scolastico un'aria di famiglia, come apprezza le stessa direttrice Isabella Medici Arrigoni, già al lavoro (come alcune docenti) in vista del primo giorno di scuola.
Una cosa è certa: l'operazione è riuscita, anche agli occhi dell'Ufficio beni culturali, che ha seguito passo dopo passo la prima fase dei lavori. Insomma, benché vi siano stati interventi invasivi di cantiere, si ribadisce a una voce, oggi l'edificio si presenta «in maniera speculare rispetto a quanto realizzato negli anni Settanta». Sforzi sono stati profusi, del resto, anche nel far sì che attività didattica e cantiere potessero convivere. Alla fine, tiene a far sapere il capo dicastero, «si è riusciti a limitare i disagi durante le ore di insegnamento, sfruttando pause e periodi di vacanza. E non era evidente».
Difficile, quindi, resistere alla curiosità di affacciarsi sulle due aule fresche di restauro, oltre la porta blu elettrico. Subito si aprono grandi spazi, tanta luce e la possibilità - davvero moderna cinquant'anni orsono - di poter trasferire le attività didattiche all'esterno grazie a una terrazza dotata di tutto quanto occorre (lavabo incluso). Ci si ritrova in una scuola immersa nella quotidianità e nel verde del paese sul Ceresio: oltre le grandi vetrate la vista sul nucleo e Santa Croce. Soluzioni progettuali che si sono rivelate preziose ai tempi che viviamo. «In effetti -, ci fa presente Vassalli -, l'opportunità di avere entrate separate e aule aperte ci ha aiutato nel gestire la situazione in questi due anni di pandemia».
Tanto al sindaco Antonio Guidali che al suo vice Eusebio Vassalli fa un certo effetto ritrovarsi a scuola, per loro nati e cresciuti a Riva. Sensazioni?, chiediamo al sindaco, «Di sicuro è un bel momento - confida a 'laRegione' -. Mi ritornano alla mente i primi anni delle elementari, quando in classe eravamo in 35-40 (e questo spiega l'ampiezza dei locali con scolaresche, ora, da 22 quando sono tanti). Ricordo che quando pioveva, a ricreazione, potevamo godere dei portici e di quei quindici minuti di libertà». C'è da credere che ne approfitteranno anche gli scolari di oggi grazie a un palazzo scolastico ritrovato. Di padre (e madre) in figlio (e figlia).