Chiesta l'esenzione all'Esercito, l'azienda di trasporto la spunta davanti al Tribunale amministrativo federale
Prestare servizio militare è un obbligo per un cittadino svizzero. Anche assicurare il servizio al volante di uno dei 28 autobus che coprono le nove linee che attraversano il Distretto, però, è un dovere. Messi sul piatto della bilancia della giustizia, per il Tribunale amministrativo federale il primo non ha sempre la meglio sul secondo, dando ragione così ad Autopostale del Mendrisiotto nella vertenza aperta con l'Esercito svizzero. Ergo, il dipendente della società di trasporto pubblico che fa capo ad Autopostale Sa ha diritto all'esenzione dal servizio militare, come richiesto a suo tempo (era il luglio 2019) ma negato dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport. Dipartimento che, agli occhi dei giudici, doveva applicare gli articoli di legge; cosa che non ha fatto. Morale, si legge nelle conclusioni della sentenza resa pubblica oggi, giovedì, "ha violato il diritto federale".
A ormai due anni di distanza il Tribunale ha dunque fatto chiarezza sull'applicazione delle norme in casi particolari e che rappresentano comunque l'eccezione. Ripercorrendo i fatti al centro di un ricorso, da subito l'Esercito aveva negato lam richiesta avanzata da Autopostale del Mendrisiotto a nome di un collaboratore in quel momento occupato a tempo pieno dall'azienda. Per il Dipartimento non era provato "il carattere indispensabile" dell'attività del dipendente. Come dire che l'esonero dagli obblighi militari non è finalizzato a colmare eventuali lacune di personale nelle imprese e nelle istituzioni pubbliche o private che siano "in situazione normale". Non la vedeva in questo modo, però, l'azienda di trasporto; la quale, per voce di Autopostale, l'anno scorso ha fatto presente che il "quotidiano e indispensabile" servizio svolto. Di conseguenza l'impiego degli autisti risulta essere "fondamentale" per garantire l'offerta all'utenza, "anche nell'ottica di una chiusura dei confini nazionali".
E qui a fornire un argomento in più alla società di trasporto è stata proprio la pandemia da Covid-19 e il 'lockdown' decretato dalle autorità. Un periodo, ricorda l'azienda nelle sue osservazioni al Tribunale, durante il quale "gli unici mezzi autorizzati a viaggiare erano le poste guidate dagli autisti di Autopostale Mendrisiotto", e ciò, si ribadisce, "al fine di garantire il servizio pubblico che Autopostale Sa ha ricevuto in concessione dal Consiglio federale".
La querelle giuridica muove fra due articoli di legge. Il primo - l'articolo 18, capoverso 1, lettera h della Legge federale sull'esercito e sull'amministrazione militare - eccependo al principio dell'obbligo a prestare servizio militare, evidenzia la possibilità di esentare "gli impiegati dei servizi postali, delle imprese di trasporto titolari di una concessione federale, nonché dell’amministrazione, che in situazioni straordinarie sono indispensabili alla Rete integrata Svizzera per la sicurezza"; e questo "finché durano le loro funzioni o il loro impiego" e, da disposto di legge, pure in "situazioni ordinarie". Il secondo articolo della legislazione - il 145 - prevede altresì che "per l’adempimento di compiti importanti nei settori civili della Rete integrata Svizzera per la sicurezza, le persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare possono essere dispensate o congedate dal servizio d’appoggio e dal servizio attivo". Ebbene, le due norme, conferma il Tribunale, "coesistono". E ciò, applicato al caso del dipendente dell'azienda, doveva portare ad accordare l'esenzione dagli obblighi militari, visto che Autopostale del Mendrisiotto è concessionaria di linee di trasporto pubblico.