Niente più sovvenzioni al trasporto pubblico per i più piccoli. Il Comune scommette sul tragitto casa-scuola a piedi
Andare a scuola a piedi. Quella che, a prima vista, è un'abitudine naturale, generazione dopo generazione, a volte non è per nulla scontata. In questi anni l'idea è riuscita a fare breccia in Ticino, ma sono ancora molti i bambini - soprattutto fra i più piccoli - a percorrere il tragitto da casa in bus o sull'auto della mamma o del papà. E allora per imprimere una vera svolta servono scelte forti quanto, per certi versi, coraggiose. È il caso del Comune di Chiasso, che ha deciso di schierarsi, apertamente, a favore del Pedibus. La missione per il prossimo anno scolastico? Farne la corsia preferenziale sulla strada verso il palazzo scolastico, in particolare per gli alunni dalle prime alle terze elementari. Come? Cancellando, di fatto, il contributo staccato in questi anni a supporto delle famiglie per l'abbonamento Arcobaleno. Insomma, se i genitori vorranno continuare a mettere i loro figli più piccoli - i grandicelli si muovono già con maggiore autonomia - sull'autobus, dovranno pagare di tasca propria. In questo modo l'incentivo per il Pedibus non potrà che prendere quota. Così è, almeno, nelle intenzioni. Nel Mendrisiotto a oggi si contano 44 linee in dieci Comuni.
Già nel passato, anche recente, le autorità chiassesi avevano dimostrato di fare il tifo per il progetto che tanto sta a cuore all'Ata, l'Assocaizione traffico e ambiente. Nel 2019 si era messo l'accento sulla linea Pedibus dal Quartiere Soldini, confidando nel contributo volontario dei genitori. I risultati? Altalenanti. Il numero di alunni iscritti? In calo. Quindi ci voleva una idea. «A quel punto - spiega a 'laRegione' il vicesindaco, nonché capo dicastero Educazione, Davide Dosi - abbiamo pensato di parlarne all'interno dell'esecutivo e con la direzione dell'Istituto scolastico e i docenti stessi, ipotizzando un approccio diverso».
Ed è qui che avete immaginato, in buona sostanza, di mettere in concorrenza i percorsi pedonali con il bus? «Da sempre Chiasso ha dato il suo contributo per l'uso del trasporto pubblico anche sulla tratta casa-scuola, coprendo il 60 per cento del costo dell'abbonamento - sovvenzione che sarà confermata per i bambini dalla quarta elementare e per coloro che abitano a Pedrinate, Seseglio e al Sasso, ndr -. Ora, però - conferma determinato Dosi -, è giunto il momento d'investire davvero nel Pedibus. Quindi si è deciso di togliere questo sostegno nel caso dei più piccoli, dando la precedenza ai percorsi a piedi esistenti, e prolungandone uno». Per raggiungere i vari quartieri urbani, si farà leva su tre linee di Pedibus: la prima parte dal Centro giovani (nel Quartiere Soldini), la seconda dalla zona Comacini, a sud, e la terza a nord della cittadina dal Quartiere di Boffalora, allungando l'itinerario oltre il ponte Interlenghi (sino all'inizio di via Soldini).
Quindi si è pronti a partire il settembre prossimo. «Tutti, a livello comunale e scolastico, abbiamo ritenuto valesse la pena di fare questo tentativo - annota ancora il capo dicastero -. Ci siamo poi dati un anno di tempo per verificare se questa formula funziona o se occorre apportare dei correttivi. Non nascondo che un timore lo abbiamo». Quale? «Il rischio che, una volta eliminato il contributo per il trasporto pubblico, si vedano tornare le mamme in auto - quelle che Ata chiama le mamme-taxi, ndr -, esiste. D'altro canto - ci mette a parte -, se non ci proviamo, non sapremo mai se il Pedibus funziona davvero. Nel caso, siamo anche pronti a compiere un passo indietro».
Il potenziale per riuscirci, del resto, non manca. «Io stesso ho fatto da accompagnatore di una linea di Pedibus - ci dice Dosi - ed è evidente la possibilità di girare Chiasso a piedi senza troppe difficoltà. Ecco perché l'obiettivo di questa iniziativa è quello di abituare i ragazzi a camminare per la cittadina, guadagnando in autonomia. Certo sempre prestando attenzione ai pericoli. Insomma, la nostra scelta di campo l'abbiamo fatta».
Non solo, anche l'approccio è cambiato. «In questo progetto - spiega il vice sindaco - una parte importante la giocano i docenti: saranno loro a parlare agli allievi e a motivarli. In passato siamo sempre partiti contattando e informando le famiglie, adesso seguiremo il processo inverso: iniziamo dai bambini. Sono loro i nostri interlocutori, saranno loro a scegliere». In questo modo, dialogando con gli alunni si spera di far passare il messaggio pure ai genitori. «In effetti - ammette Dosi -, è difficile far comprendere alle famiglie la differenza tra bus e Pedibus e il significato di quest'ultimo sul piano educativo e della salute. Lo sappiamo; i ragazzi oggi fanno poco movimento. In ogni caso, nelle prossime settimane la direzione distribuirà in veste ufficiale tutte le indicazioni utili attraverso una guida».
Questo progetto, d'altra parte, possiede pure un risvolto sociale per nulla trascurabile. Visto la difficoltà di raggiungere i genitori come volontari e archiviata dalla pandemia l'esperienza con l'Atte locale, questa volta si recluteranno gli accompagnatori dei bambini lungo le linee di Pedibus attraverso le Attività di utilità pubblica, predisponendo anche una formazione con il supporto della Polizia comunale. «Alcuni erano già addetti al controllo degli scolari sul bus, altri sono stati inseriti nel programma 'Occhi vigili' per prestare attenzione ai bambini ai passaggi pedonali e nei punti critici dei tragitti da e per la scuola. Sarà un modo per coinvolgere questi cittadini che fanno capo all'Ufficio socialità e farli sentire utili. Queste persone - fa presente Dosi - sono delle risorse importanti». La campagna di 'arruolamento' è già iniziata.