Il gruppo dei Verdi per voce di Elisabetta Bacchetta lancia la sfida: 'Cambiamo l'immagine cittadina'. Obiettivo, più abitanti e investimenti
Se lo chiedete ai chiassesi, certo non a tutti i 7'727 abitanti attuali ma a un buon numero di essi, vi diranno che Chiasso è un bel posto dove vivere e mettere su famiglia. Alla cittadina, insomma, ai loro occhi non manca proprio nulla: vivibilità, servizi, una vita culturale vivace e uno spirito cosmopolita. Eppure, appena varcati i confini locali (o per lo meno regionali) ci si accorge che il Comune all'estremo sud del cantone non gode di una buona fama. I motivi? Troppo smog, troppo traffico, troppe rapine: galeotta la ramina. Ma è davvero così? Per questa appendice meridionale del Ticino la frontiera è stata ed è importante (e non solo per gli affari, soprattutto nell'età dell'oro). Certo i tempi cambiano (come la percezione dei confini), ma questo Comune ha ancora molto da dire e da dare. Da queste parti i primi a crederci sono i politici del posto. Non a caso da un po' si dibatte dell'immagine di Chiasso. Di recente la Sezione dei Verdi ha deciso di rilanciare la tematica; edi conseguenza anche la cittadina come luogo di residenza e di lavoro. L'obiettivo del gruppo è chiaro: invertire la rotta. Del resto, da fermare (o almeno da frenare) c'è la continua emorragia di abitanti e di capitali registrata in questi ultimi anni. In effetti, i primi sono scesi in quattro anni dagli 8'377 residenti del 2016 ai 7'727, appunto, del 2020 (anche se nel Mendrisiotto il calo demografico non è solo una peculiarità chiassese). I secondi, invece, andrebbero incentivati al pari degli investimenti: un occhio prudente ai bilanci, l'altro ai grandi progetti (come il futuro quartiere 'Gleis 4' o il nuovo tracciato autostradale).
Per i Verdi c'è una sola cosa da fare: «Lavorare sull'immagine di Chiasso». Elisabetta Bacchetta, già consigliera comunale, lancia il sasso nello stagno comunale a nome del gruppo. «Per mostrarci il potenziale della cittadina ci serviva uno sguardo esterno - ci fa notare -, come quello del fotografo svizzero Beat Streuli, che anni fa osservando i volti delle chiassesi e dei chiassesi li ha accomunati ai visi di New York. Una intuizione, la sua, che a distanza di tempo ha dato vita a una mostra, 'NYChiasso' - da vedere alla Galleria Cons Arc di Chiasso, ndr -. A ben vedere Chiasso è un unicum nel cantone: è la mini-metropoli ticinese».Come dire che il parallelismo con la Grande mela non è poi così peregrino.
«A corroborare questa affermazione - spiega a 'laRegione' Elisabetta Bacchetta -, ci sono le peculiarità e le caratteristiche della cittadina». Volendo elencarle. «Innanzitutto - enumera -, si respira un'atmosfera internazionale, e non solo perché siamo una realtà transfrontaliera. Sul nostro territorio - chiarisce di seguito - sono presenti ben 75 nazionalità. Poi possiamo contare su una gamma di servizi degni di una grande città e che contemplano i bisogni della popolazione in modo trasversale, anche dalla profilo anagrafico. Penso in particolare alle prestazioni per le famiglie, come scuole, preasilo, asilo nido, centro extra-scolastico, ludoteca, consultorio genitore-bambino) o per gli anziani, come centro diurno, case e residenze per anziani. E anche quanto a infrastrutture sportive di alto livello ne abbiamo di tutto rispetto - piscina, stadio, pista del ghiaccio, palestre -: a Chiasso è possibile praticare una moltitudine di sport». Per la portavoce dei Verdi non è finita qui. «Non manca neppure il divertimento tout-court grazie al Nebiopoli, il secondo carnevale del cantone, Festate e tanti altri eventi». E cosa vogliamo dire, aggiunge, della vita culturale, «molto dinamica grazie alla presenza del Cinema Teatro, il m.a.x. museo, lo Spazio Officina, gallerie d'arte e festival (Jazz, Chiasso Letteraria, Biennale dell’Immagine)».
Diciamo che gli argomenti per (ri)lanciare una campagna di marketing territoriale non mancano davvero. «E tutto quanto ha da offrire, a Chiasso è concentrato in un territorio esiguo. Lo ribadisco, si tratta di una mini-metropoli», sottolinea Bacchetta. Un'idea che, però, non sembra allettare tutti: c'è chi dichiara che non verrebbe mai a vivere qui. «La nostra cittadina gode di un’immeritata cattiva fama nel resto del cantone, che la penalizza - annota ancora -. Questi pregiudizi su Chiasso, perché di pregiudizi si tratta, vanno smontati uno a uno. Dobbiamo puntare sulla comunicazione per rendere giustizia a Chiasso e far sì che il resto del Ticino, ma anche altrove, come nella Regio Insubrica, abbia un’immagine della cittadina che corrisponda alla realtà. L’obiettivo, infatti, è attirare nuovi abitanti, nuove aziende, nuove attività commerciali e investimenti».
In effetti, anche a livello comunale ci hanno già provato e ancora lo stanno facendo. I chiassesi ricordano bene l'ambizione di Moreno Colombo, all'epoca sindaco, di raggiungere quota 10mila abitanti. A sostegno dell'immagine di Chiasso, da promuovere e migliorare, nel 2010 è nata lʻAssociazione promovimento economico della Città di Chiasso (Apec), che ha fatto della cittadina anche un marchio ('C'). Dal canto suo il Comune, d'intesa con la sezione cantonale della promozione economica ha attivato poco dopo una 'Banca dati immobili e terreni', mettendo nelle mani degli operatori locali uno strumento in più in grado di identificare i fondi inedificati, con immobili in disuso o sfitti. Un modo per dare visibilità a una sfaccettatura delle potenzialità chiassesi. Banca dati nella quale oggi figurano una ventina di oggetti.
Anche i Verdi concordano che sul piano immobiliare il Comune può giocare la sua partita. «Di fatto - conferma Bacchetta -, qui si trovano soluzioni abitative per tutti. Ovvero dagli appartamenti in centro per ogni tasca ai nuovi complessi alto-standing, alle proposte più convenienti (si dice vi siano gli affitti meno cari del Ticino). Abbiamo la periferia pregiata, come Pedrinate, che scherzosamente i chiassesi chiamano 'la nostra Beverly Hills', e quella dal paesaggio più campagnolo, come a Seseglio. Ma soprattutto, e diversamente da quanto si pensi, Chiasso è un Comune molto verde grazie ai parchi gioco urbani, alle grandi aree di svago a Seseglio e Pedrinate gettonate per le grigliate, e, non da ultimo, al polmone verde del bosco del Penz, a una manciata di minuti dal centro». Uno scenario quasi idilliaco, tanto più detto da una 'verde', anche se dopo aver tanto costruito qualche tocco di vegetazione in più nel cuore della cittadina non guasterebbe per lottare contro le ondate di calore.
I chiassesi comunque ci credono e sono riusciti altresì ad alzare l'asticella della sicurezza. Elisabetta Bacchetta ne è convinta. «Prendiamo i percorsi casa scuola - ci dice -: i bambini e le bambine a Chiasso possono imparare ben presto a muoversi in autonomia. Le distanze sono contenute e vi è la possibilità di andare a scuola da soli o in Pedibus». Quanto alla sicurezza classica? «Disponiamo di Polizia comunale, assistenti di polizia che fanno un gran lavoro di prossimità, Polizia cantonale, un’agenzia di sicurezza che pattuglia quotidianamente la città, i City Angels e non da ultimo le Guardie di confine, molto presenti anche nella zona della stazione. Basta?».
Insomma, non è solo uno spot? «Chiasso merita un’immagine vincente, positiva, più aderente alla realtà. Dobbiamo solo dirlo a chi da Chiasso c’è solo passato».