L'iniziativa, nata dalla passione di due fratelli, si propone di aiutare chi va in bicicletta con una prima assistenza meccanica, oltre che con bende e cerotti
Oggi ci sono gli emuli di Pogacar, Roglic o Cavendish a macinare chilometri. Ieri e l'altroieri si rincorrevano i campioni del passato, più o meno recente. Il tempo passa, le passioni restano. Sta di fatto che le strade del Mendrisiotto da un bel po' sono il terreno di prova di tanti amanti della bicicletta. C'è chi sfoggia l'ultimo modello da corsa, chi preferisce il rampichino e chi si è votato alla due ruote elettrica; comunque la si pensi, si pedala. E se prima della crisi sanitaria questo mezzo di locomozione aveva già guadagnato terreno, simbolo della mobilità dolce, nell'era post-Covid-19 sembra proprio aver conosciuto un vero boom. Di percorsi su cui misurarsi, del resto, non ne mancano nel Distretto. Così spesso e volentieri chi spinge sui pedali imbocca le strade della Montagna, puntando a Meride, ma anche più su, verso il Serpiano. Niente può ormai fermare cicloamatori e cicloturisti. Certo, niente se non una foratura o il salto della catena. E allora che fare? Due fratelli di queste parti, Giampiero e Franco Edera, che la bici ce l'hanno nel sangue, si sono fatti venire un'idea. E l'hanno realizzata.
In realtà hanno 'importato' una felice intuizione che nella regione del lago di Garda ha già preso piede. E che Giampiero Edera con i suoi amici ciclisti hanno incrociato qualche tempo fa. La trovata sta tutta in una colonnina metallica, preziosa alleata di chi va in bici, spuntata nei giorni scorsi nell'area di sosta di un vecchio distributore sulla strada cantonale ad Arzo - al numero 18 di via Andrea Salvatore Aglio - e operativa, in veste ufficiale, da sabato. «Abbiamo pensato di ribattezzarla 'Sos Bike' - dicono a 'laRegione' Giampiero e Franco Edera -. In effetti, in poco spazio viene garantita una assistenza a livello tecnico e di manutenzione e al contempo si risponde alle prime necessità di un pronto soccorso. «Il tutto - tengono a sottolineare - in modo gratuito e solidale. Abbiamo un'unica richiesta, che chi fa capo alla colonnina lasci tutto in ordine e sostituisca quanto ha preso. Contiamo, insomma, sulla responsabilità civica di ciascuno».
L'intento è chiaro: dare una mano agli appassionati della bici che si trovano in difficoltà. «Chi, come noi, va in bicicletta, sa bene che un guasto può capitare. E a volte non basta una piccola pompa a risolvere il guaio, serve una attrezzatura migliore». E alla colonnina la si può trovare. «C'è quanto basta - ci spiega Giampiero Edera -. Cacciaviti, pinze, una pompa efficiente, delle camere d'aria, uno spray per la catena e anche due prese (una svizzera e una europea) per le bici elettriche (stiamo anche pensando di sistemare un piccolo impianto fotovoltaico). In altre parole, tutto quanto occorre per un primo soccorso meccanico e una riparazione veloce. Per agevolare le operazioni è stato sistemato pure un gancio dove è possibile appendere la bici. Accanto c'è, poi, anche una cassetta per il pronto soccorso farmaceutico, con bende, cerotti, disinfettante e persino una penna-siringa con dell'antistaminico per chi dovesse avere un attacco allergico».
La collocazione, d'altro canto, è strategica: le strade della Montagna sono inserite anche nei percorsi del Tcs, quindi ben frequentate. Quanto all'utilità dell'iniziativa è evidente. «Appena posata la colonnina, un po' di persone si sono già fermate, ad esempio, a gonfiare le gomme della bicicletta. Quindi confidiamo possa diventare un punto di riferimento, ora che è stata inaugurata». Un momento simbolico, quello condiviso sabato, al quale oltre agli amici dei due fratelli non ha voluto mancare neppure Cadel Evans, il campione del mondo 2009 a Mendrisio. Un bel riconoscimento per i due fratelli, che non hanno faticato neanche a trovare dei sostenitori, importanti per condurre in porto il progetto. È il caso dell'Adicons, l'Associazione per la difesa dei consumatori, della farmacia Pestoni di Stabio, di Bettoni cicli e Alsolis di Mendrisio e della Csr Impianti di Rancate.
«Adesso la nostra speranza - ci confidano Giampiero e Franco Edera - è che altri riprendano l'idea, così da creare una rete di colonnine di soccorso per ciclisti sul territorio, lungo le strade più battute dagli appassionati». Non avete pensato di rivolgervi ai Comuni della regione? «È nata come una cosa nostra. Ma può essere senz'altro da stimolo». Come dire che questo potrebbe essere solo l'inizio. Nel frattempo, gli amanti delle due ruote ringraziano.