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Per i Comuni sul Ceresio l’asilo nido è un bisogno reale

Il Municipio di Riva sonda la popolazione del paese e del vicino Brusino Arsizio. Le premesse per una struttura per la prima infanzia ci sono tutte

Oltre alle scuole, si pensa al nido e ai servizi extrascolastici (Ti-Press)
30 giugno 2021
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Il primo sasso nello stagno (o forse bisognerebbe dire nel Ceresio) a favore delle famiglie di Riva San Vitale era stata lanciato quasi tredici anni orsono da una mozione di Elena Ferarri (Ppd). C'è voluto del tempo, ma oggi il Comune è pronto a dare sostanza al progetto: aprire un nido d'infanzia. In verità già il Municipio di allora era ben disposto verso la possibilità di ampliare i servizi messi a disposizione della popolazione. Cosa è cambiato? Rilanciato il tema nel gennaio del 2020 da una nuova mozione, oggi l'esecutivo ha la certezza che la presenza di un asilo per i più piccoli è la risposta a un bisogno reale. A certificarlo ci sono i risultati di un sondaggio (immaginato già in origine) che testimonia l'interesse della cittadinanza. Tant'è che l'autorità del Borgo sul Ceresio ha da subito posto le basi per concretizzare la proposta. In effetti, si è avviata una collaborazione con l'Associazione famiglie diurne del Mendrisiotto - che sta accompagnando il Municipio fin dai primi passi - e ci si sta muovendo per centrare l'obiettivo. Anzi, il nido, si annuncia sin d'ora, sarà "integrato" con altri servizi extrascolastici, che saranno realtà una volta ultimati i lavori di ristrutturazione del complesso scolastico comunale, previsti per la metà del 2023. Anche qui, però, si fa sapere, a tempo debito si sonderanno i cittadini.

‘Contato’ l’interesse delle famiglie

Oggi l'esecutivo rivense lo sa. Sa che almeno 36 delle famiglie che hanno risposto all'indagine conoscitiva - allargata, peraltro, anche alla popolazione di Brusino Arsizio - sono seriamente interessate all'opportunità di poter contare su un nido d'infanzia, mentre sono diverse quelle che vorrebbero saperne di più. Anche perché per un buon numero di loro questo servizio farebbe la differenza di fronte a una scelta lavorativa: nella gran parte (26) lavorano sia mamma che papà. Ecco che il responso dell'analisi condotta fra la popolazione locale è risultato, per stessa ammissione dell'autorità, incoraggiante. A tal punto da spronare a compiere dei "passi concreti". Del resto, si conferma in una nota, "la realizzazione di un nido d'infanzia costituisce un importante tassello a sostegno delle famiglie nell'accudimento dei figli e nella conciliazione con l'attività professionale".

Le Famiglie diurne danno una mano

Certo, adesso ci sono vari aspetti da chiarire. A cominciare dalla sede dell'asilo. Nel 2007 si suggeriva lo stabile Ai Gelsi, che accoglie da anni il Centro diurno socio-assistenziale regionale (affidato di recente a Pro Senectute). Un suggerimento interessante se si pensa alle esperienze intergenerazionali, ma tutto da valutare. Lo stesso Comune dovrà soppesare l'impegno finanziario, proprio "sulla base della struttura locativa destinata ad accogliere un nido d'infanzia". Nel frattempo, le Famiglie diurne, che nel Distretto si occupano già di tre asili nido - a Coldrerio, Stabio e Novazzano -, assicurano, dal canto loro, l'assunzione di personale formato e hanno aiutato a muovere i primi passi all'indirizzo del Cantone. Autorità cantonale, si ricorda, "competente per l'autorizzazione all'esercizio e al sussidiamento". Certo c'è la consapevolezza che un servizio simile costa a una famiglia tra i 600 e i 1'200 franchi per una frequenza a tempo pieno. Quota che viene modulata sulla base del reddito famigliare.

I numeri del sondaggio

Ciò che in questi anni è stata una "ipotesi" di lavoro delle istituzioni locali, ora si sta, dunque, per concretizzare. Torniamo, però, al sondaggio e ai numeri che hanno convinto il Municipio del fatto che la base per agire c'è. Sì, perché, come fa sapere l'autorità locale, per essere sostenibile sul piano finanziario il servizio "deve poter accogliere a regime almeno 17 bambini e deve essere pensato come struttura attiva sul lungo periodo". Ebbene, stando all'indagine comunale, estesa, come detto, anche a Brusino, le premesse non mancano dopo aver interpellato i cittadini fra i 25 e i 45 anni. Sulla base dei cento formulari rientrati in Cancelleria (11 dal paese vicino), è emerso, innanzitutto, che in 67 casi si tratta di nuclei famigliari con uno o più figli, mentre in quasi una trentina avranno, a breve, un figlio o ne desiderano in futuro. Infatti, solo in 5 casi non si prevede di allargare la famiglia. I dati dicono pure che la maggioranza delle situazioni vede lavorare entrambi i genitori (una parte a tempo pieno). Esigua, per contro, la presenza di famiglie monoparentali (3), nelle quali è la mamma ad andare al lavoro.

Già oggi si fa capo all'asilo nido

Concentrandosi, poi, su coloro che hanno figli in età di asilo nido, che sono in dolce attesa e che prevedono di avere un bambino in futuro, in 28 hanno già uno o più figli piccoli - e per più della metà sono interessati al servizio -, in 24 intendono metterli in cantiere - e anche qui l'interesse è evidente -, in 7 diventeranno genitori entro l'estate e in due lo sono di già ma desiderano avere altri bambini. Dando uno sguardo alla quotidianità attuale, a chi si affidano, è stato chiesto, le famiglie al momento per farsi aiutare nella cura della prole? Nei nuclei che vedono di buon occhio il servizio comunale, l'indagine rivela che in poco meno di una ventina si rivolgono già a un asilo nido (pure fuori Comune), in 6 fanno capo ai nonni, in 5 i genitori condividono le incombenze, in 3 chiamano la baby sitter e in un caso ci si appoggia alle Famiglie diurne. Ad attirare l'attenzione è altresì il tempo in cui si fa riferimento al nido. In questo caso la maggior parte (in 23) ne usufruisce a tempo pieno o a metà tempo, mentre in una dozzina circa lo interpella fra i 2 e i 4 giorni la settimana. La fotografia sulle necessità della popolazione, insomma, è chiara.